BARI - “Centro di controllo aereo Enav in Puglia, il prossimo governo prenda a cuore le sorti di una realtà di eccellenza che paradossalmente si vuol chiudere, nonostante i profitti generati. Pronta già un’interrogazione parlamentare”. Il senatore Dario Stefàno (Pd) interviene sulla vicenda del ridimensionamento e dell’accorpamento degli impianti Enav che determinerebbe, per la sola Puglia, la perdita di 200 posti di lavoro, annunciando già un’interrogazione parlamentare, in considerazione della vacatio delle Camere mentre l’esecutivo in carica dispone solo dell'ordinaria amministrazione.
“Dal CdA di Enav – spiega Stefàno – insieme a un bilancio con utili record e un ulteriore incremento del dividendo “premium”, è stato approvato un progetto di ristrutturazione dei servizi che prevede il ridimensionamento di 44 dei 49 impianti Enav, l’accorpamento e la centralizzazione della produzione in due “super-centri”, a Roma e Milano. Una decisione che comporterebbe, per la sola Puglia, la perdita di circa 200 posti di lavoro ad alta tecnologia, per effetto della chiusura del Controllo di Avvicinamento Apulia, che serve gli aeroporti di Bari e Brindisi, e del Centro Radar di Brindisi (Brindisi ACC)”.
“Suscita perplessità – prosegue Stefàno - un piano industriale che prevede, per primo, la chiusura di Brindisi ACC, il Controllo di Avvicinamento Apulia e tutti i restanti avvicinamenti del Sud Italia, e solo dopo 5 - 10 anni un’analoga operazione per Padova ACC, facendo sembrare quindi il Mezzogiorno d’Italia come una sorta di censurabile “laboratorio” per testare gli effetti di questo riordino”.
“Peraltro – continua - si profilerebbe anche un aggravio di spesa, senza certezza dei guadagni, poiché il trasferimento della intera forza lavoro di Brindisi ACC a Roma prevede il mantenimento di una struttura in loco per implementare il controllo da remoto, con telecamere e sensori attivi “a distanza”, con investimento per approntare il nuovo “super-centro” di Milano. Non si comprende, dunque, la ratio della decisione, se si considera che un centro di controllo “da remoto” a Brindisi sarebbe complementare ai servizi attualmente erogati e potrebbe anzi incrementare l’occupazione, dal momento che Enav ha in corso un piano, con decorrenza il prossimo 24 maggio, che attribuisce ulteriori quote di spazio aereo all’ACC di Brindisi e apre nuove settorizzazioni, con particolare attenzione per la gestione dei picchi di maggior traffico, che richiederebbe l’assunzione di nuovo personale controllore. E invece questo piano di riordino sottrae posti di lavoro, in un territorio in cui il tasso di disoccupazione è già elevato, a cui si andrebbero ad aggiungere quelli dell’Aeronautica Militare del Servizio di Coordinamento e Controllo”.
“Auspico dunque – conclude Stefàno – che il prossimo governo prenda subito a cuore questa vicenda assurda, poiché tra i centri di controllo di ENAV quello di Brindisi è ad oggi il più produttivo in termini di ricavi prodotti per unità di personale impiegato, nonché da anni protagonista di incrementi di volato, e conseguentemente di fatturato a doppia cifra. Per non dire che verrebbe anche fortemente limitata la sicurezza garantita dalla ridondanza della copertura radio/radar che in questi anni è stata necessaria a sopperire alle non infrequenti avarie di vario genere verificatesi a Roma ACC”.
“Dal CdA di Enav – spiega Stefàno – insieme a un bilancio con utili record e un ulteriore incremento del dividendo “premium”, è stato approvato un progetto di ristrutturazione dei servizi che prevede il ridimensionamento di 44 dei 49 impianti Enav, l’accorpamento e la centralizzazione della produzione in due “super-centri”, a Roma e Milano. Una decisione che comporterebbe, per la sola Puglia, la perdita di circa 200 posti di lavoro ad alta tecnologia, per effetto della chiusura del Controllo di Avvicinamento Apulia, che serve gli aeroporti di Bari e Brindisi, e del Centro Radar di Brindisi (Brindisi ACC)”.
“Suscita perplessità – prosegue Stefàno - un piano industriale che prevede, per primo, la chiusura di Brindisi ACC, il Controllo di Avvicinamento Apulia e tutti i restanti avvicinamenti del Sud Italia, e solo dopo 5 - 10 anni un’analoga operazione per Padova ACC, facendo sembrare quindi il Mezzogiorno d’Italia come una sorta di censurabile “laboratorio” per testare gli effetti di questo riordino”.
“Peraltro – continua - si profilerebbe anche un aggravio di spesa, senza certezza dei guadagni, poiché il trasferimento della intera forza lavoro di Brindisi ACC a Roma prevede il mantenimento di una struttura in loco per implementare il controllo da remoto, con telecamere e sensori attivi “a distanza”, con investimento per approntare il nuovo “super-centro” di Milano. Non si comprende, dunque, la ratio della decisione, se si considera che un centro di controllo “da remoto” a Brindisi sarebbe complementare ai servizi attualmente erogati e potrebbe anzi incrementare l’occupazione, dal momento che Enav ha in corso un piano, con decorrenza il prossimo 24 maggio, che attribuisce ulteriori quote di spazio aereo all’ACC di Brindisi e apre nuove settorizzazioni, con particolare attenzione per la gestione dei picchi di maggior traffico, che richiederebbe l’assunzione di nuovo personale controllore. E invece questo piano di riordino sottrae posti di lavoro, in un territorio in cui il tasso di disoccupazione è già elevato, a cui si andrebbero ad aggiungere quelli dell’Aeronautica Militare del Servizio di Coordinamento e Controllo”.
“Auspico dunque – conclude Stefàno – che il prossimo governo prenda subito a cuore questa vicenda assurda, poiché tra i centri di controllo di ENAV quello di Brindisi è ad oggi il più produttivo in termini di ricavi prodotti per unità di personale impiegato, nonché da anni protagonista di incrementi di volato, e conseguentemente di fatturato a doppia cifra. Per non dire che verrebbe anche fortemente limitata la sicurezza garantita dalla ridondanza della copertura radio/radar che in questi anni è stata necessaria a sopperire alle non infrequenti avarie di vario genere verificatesi a Roma ACC”.
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