Gianluca Fubelli (intervista): "Piaccio per la mia comicità semplice"

(ph: A.Castellaneta)
di PIERO CHIMENTI - Arriva a Taranto al Teatro Orfeo Gianluca Fubelli, in arte 'Scintilla'. L'ex dei Turbolenti, in uno spettacolo basato sull'improvvisazione, ha rispolverato i suoi cavalli di battaglia: Giulio Cesare e Romolo Prinz, facendo salire alcune persone dalla platea per affiancarlo nell'esibizione, regalando così al pubblico accorso circa 90 minuti di svago e divertimento, per poi concedersi ai fans in un bagno di folla fatto di selfie ed autografi. Prima di andare in scena, però, si è concesso come nel suo stile a rispondere alle nostre domande.

1. Prima di collaborare coi Turbolenti, hai iniziato la tua carriera da comico nei villaggi vacanze. Per la tua esperienza è più difficile far ridere, coinvolgere la gente nei villaggi o al teatro?

Al teatro. Teatro perché ci sono aspettative diverse. Nei villaggi turistici, quelli che molti comici e animatori non capiscono tutto lo fa il contatto, almeno all'epoca che lo facevo io. Se sei bravo con la gente, se stai con loro, giochi e chiacchieri, ti vogliono bene immediatamente. Quindi ti permettono qualsiasi cosa, di fare lo sketch un miliardo di volte, sempre lo stesso sketch da villaggio, questa è una cosa che ti aiuta tanto. Quindi la maggior parte degli applausi sono per affetto e non perché fai veramente ridere. All'epoca dicevamo: "questo dovrebbe andare da Costanzo...", questo era il massimo delle aspettative, il complimento che ti facevano.

2. In un'altra intervista hai detto che sei un immigrato tecnologico. Con l'avvento di internet è più difficile far ridere, dato che si rischia che molti sketch vengano 'bruciati' prima che vengano visti in tv o in teatro?

No, perché è un po' come nei concerti su per giù, tu le canzoni le vedi un miliardo di volte però al concerto ci vai ugualmente. Certi numeri sono diversi, perché ci sono altri movimenti. Se un comico ti piace come Brignano o Battista, ci vai comunque a vederlo. Battista è uno dei più gettonati nel Lazio ed in Italia, la gente va a vedere sempre la stessa e medesima cosa. Quando lui cambia qualcosa del suo repertorio, che sia forte o meno, loro hanno portato delle persone per sentire quel pezzo lì. Questa cosa c'è da tanto ed è in parte positiva, perché dà tante possibilità a tutti e non ci sono più scuse per dire "quello è raccomandato...", ognuno può fare quello che vuole. Se non funzioni adesso è colpa tua, non dire che è colpa degli altri perché non ti hanno preso o non ti hanno dato le possibilità, quindi da una parte questa cosa è buona. E' pure vero che questi fenomeni bisogna vedere quanto durano, dove vanno poi, perché non credo ci sia una direzione a parte l'idea comica o l'idea di formato, e poi alla fine si rivelano tutti uguali. A Colorado ogni settimana aspettavi la 'convocazione'. Un volta garantivano tutte le puntate, adesso no. Se una settimana va male, stai a casa come i calciatori, perché è giusto. Faccio sempre l'esempio del calcio perché l'italiano medio... però se uno gioca male è giusto che debba giocare un altro un po' più in forma che ha un repertorio diverso, se non va bene neanche lui sta in panca e si ritorna...

3. Cosa pensi che piaccia di te alla gente che ti 'convoca' regolarmente?

Secondo me ho una comicità semplice, non faccio mai battute di alto livello anche nella vita, quindi trasmetto questa simpatia da animatore che fortunatamente mi è rimasta dentro forse anche perché non prendo mai comicamente una posizione. Piaccio, ma non a tutti, deve essere chiaro altrimenti sembra che sono Brignano, che ha dei numeri nei like e nei social, quindi piaccio ma non come pensi tu...

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