ROMA - Le autorità sanitarie giapponesi hanno approvato un farmaco che, secondo l'azienda farmaceutica farmaco che lo produce, ucciderebbe il virus dell'influenza in sole 24 ore. Il che potrebbe significare un grande cambiamento nel modo in cui viene trattata questa malattia. Il ministro della salute giapponese ha accelerato le procedure in modo che il medicinale, chiamato Xofluza, possa essere venduto al più presto, anche se la definitiva messa in commercio potrebbe slittare anche fino a maggio, dal momento che è necessario fissare i prezzi e terminare la chiusura di alcune procedure.
In uno dei più recenti studi clinici, Xofluza si è rivelato molto più efficace contro il virus dell'influenza rispetto agli altri trattamenti disponibili, incluso Tamiflu, uno dei più noti. Inoltre, Xofluza ha bisogno solo di una dose, mentre Tamiflu richiede più dosi per cinque giorni. Xofluza è più efficace perché funziona in un modo diverso. Proviamo ad immaginare i virus come se fossero degli squatter che, una volta entrati in casa, usano i nostri mobili per riprodursi. L'infezione influenzale inizia quando il virus entra nei polmoni e da lì, ogni virus s'insinua in ognuna delle nostre cellule e utilizza il materiale genetico e proteine per fare molte più copie di se stesso.
Per fare ciò, utilizza l'enzima endonucleasi per rubare le estremità del nostro RNA messaggero e lo usa per riprodurre il proprio materiale genetico. Dopo aver fatto molte copie di se stesso, i virus risultanti utilizzano un altro enzima chiamato neuraminidasi per separare le varie parti della cellula dove stavano e continuano a diffondersi attraverso il resto del corpo. Mentre il Tamiflu e farmaci simili sono inibitori della neuraminidasi, cioè agiscono per impedire il diffondersi del virus, lo Xofluza è un inibitore della endonucleasi, cioè, agisce in una fase precedente, impedendo la replicazione del virus.
La notizia arriva nel bel mezzo dell'attuale campagna influenzale, che come abbiamo già evidenziato anche noi dello “Sportello dei Diritti” è la peggiore a livello mondiale dal 2009. L'influenza è una malattia che, sebbene nella maggior parte dei casi non sia fatale, può causare gravi conseguenze e portare anche alla morte se il ceppo è particolarmente virulento e se i pazienti hanno altri precedenti problemi di salute, come problemi immunitari o debolezza respiratoria. È anche una malattia particolarmente difficile da trattare. I trattamenti finora non erano molto efficaci contro l'influenza comune, che doveva essere trattata con antipiretici e l'assunzione di molti liquidi.
Nel frattempo, i vaccini, che vengono somministrati ogni anno soprattutto per i gruppi a rischio, come gli anziani, i bambini, le persone con altre malattie ed il personale sanitario non possono sempre adattarsi al ceppo di ogni anno, in modo non sempre efficacie. Quindi, se questo nuovo farmaco non dovesse disattendere le premesse, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” potrebbe rappresentare una nuova speranza nella cura tempestiva e sin dai primi sintomi ed un ulteriore sistema per interrompere la rapida diffusione di queste infezioni che si dimostrano, anno dopo anno, sempre più virulente.
In uno dei più recenti studi clinici, Xofluza si è rivelato molto più efficace contro il virus dell'influenza rispetto agli altri trattamenti disponibili, incluso Tamiflu, uno dei più noti. Inoltre, Xofluza ha bisogno solo di una dose, mentre Tamiflu richiede più dosi per cinque giorni. Xofluza è più efficace perché funziona in un modo diverso. Proviamo ad immaginare i virus come se fossero degli squatter che, una volta entrati in casa, usano i nostri mobili per riprodursi. L'infezione influenzale inizia quando il virus entra nei polmoni e da lì, ogni virus s'insinua in ognuna delle nostre cellule e utilizza il materiale genetico e proteine per fare molte più copie di se stesso.
Per fare ciò, utilizza l'enzima endonucleasi per rubare le estremità del nostro RNA messaggero e lo usa per riprodurre il proprio materiale genetico. Dopo aver fatto molte copie di se stesso, i virus risultanti utilizzano un altro enzima chiamato neuraminidasi per separare le varie parti della cellula dove stavano e continuano a diffondersi attraverso il resto del corpo. Mentre il Tamiflu e farmaci simili sono inibitori della neuraminidasi, cioè agiscono per impedire il diffondersi del virus, lo Xofluza è un inibitore della endonucleasi, cioè, agisce in una fase precedente, impedendo la replicazione del virus.
La notizia arriva nel bel mezzo dell'attuale campagna influenzale, che come abbiamo già evidenziato anche noi dello “Sportello dei Diritti” è la peggiore a livello mondiale dal 2009. L'influenza è una malattia che, sebbene nella maggior parte dei casi non sia fatale, può causare gravi conseguenze e portare anche alla morte se il ceppo è particolarmente virulento e se i pazienti hanno altri precedenti problemi di salute, come problemi immunitari o debolezza respiratoria. È anche una malattia particolarmente difficile da trattare. I trattamenti finora non erano molto efficaci contro l'influenza comune, che doveva essere trattata con antipiretici e l'assunzione di molti liquidi.
Nel frattempo, i vaccini, che vengono somministrati ogni anno soprattutto per i gruppi a rischio, come gli anziani, i bambini, le persone con altre malattie ed il personale sanitario non possono sempre adattarsi al ceppo di ogni anno, in modo non sempre efficacie. Quindi, se questo nuovo farmaco non dovesse disattendere le premesse, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” potrebbe rappresentare una nuova speranza nella cura tempestiva e sin dai primi sintomi ed un ulteriore sistema per interrompere la rapida diffusione di queste infezioni che si dimostrano, anno dopo anno, sempre più virulente.