Incontro alla Masseria ‘Sciuscio’ su Dioniso tra vite, vino e culti in Magna Grecia


di VITTORIO POLITO - Sabato 7 aprile alle 20,30, presso la Masseria Agriturismo “Sciuscio” di Sammichele di Bari (BA), Via Cavalieri di Vittorio Veneto, si svolgerà l’incontro cultural-conviviale che avrà come tema “La Vigna di Dioniso: vite, vino e culti in Magna Grecia”.

Interverrà la dott.ssa Antonietta Dell’Aglio, direttore Archeologo presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di Taranto.

La conversazione prende spunto dai temi trattati nella mostra allestita dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia nel 2010 presso il Museo Nazionale Archeologico di Taranto (MARTA) e successivamente presso il Palazzo Simi di Bari.

Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto è tra i più importanti d’Italia. Fu istituito nel 1887 in conseguenza dell’urbanizzazione dell’area ad est del Canale Navigabile di Taranto con la costruzione del Borgo umbertino. Tale intervento provocò la scoperta e – purtroppo – anche la dispersione e la distruzione di molti materiali archeologici provenienti dalla città greca e romana e dalla contigua necropoli. Proprio per tutelare le antichità rinvenute, venne inviato a Taranto l’archeologo Luigi Viola che ottenne l’istituzione di un museo nell’ex convento dei Frati Alcantarini. Costruito poco dopo la metà del XVIII secolo, l’edificio è stato ingrandito e risistemato in varie fasi, a partire dal 1903, epoca della ricostruzione delle facciate su progetto di Guglielmo Calderini, fino ai giorni nostri.

Tema centrale dell’intervento sarà quindi la figura di Dioniso, divinità complessa, dio del vino e dell’ebbrezza, i cui molteplici aspetti possono essere ricostruiti attraverso le straordinarie immagini riprodotte sulle ceramiche figurate, sulle terrecotte, sulle monete, a partire dalla rarissima rappresentazione della nascita del dio dalla coscia di Zeus, su un noto cratere a figure rosse da Ceglie del Campo.

Dioniso era considerato l’inventore della vite, del melo, del vino, della birra; gli si attribuiva, inoltre, la crescita e il rinnovarsi della vita dei fiori e degli alberi. Il vino, da lui donato agli uomini, era per i Greci la bevanda che faceva dimenticare gli affanni, che creava gioia nei banchetti, che induceva al canto e all’amore.

Il consumo del vino è al centro dei rituali del simposio, pratica sociale diffusa in ambito aristocratico prevalentemente in età arcaica e classica insieme con altre espressioni tipiche del mondo greco e magnogreco, come il banchetto e l’atletismo.

Tali manifestazioni culturali trovano ampio spazio sia nella documentazione archeologica della colonia greca di Taranto, sia nei rituali funerari dei gruppi emergenti della Messapia e soprattutto della Peucezia, come modello culturale acquisito dalle genti indigene dal mondo di cultura greca, ma adattato a forme espressive proprie delle comunità locali.

Mi piace ricordare che in Magna Grecia il culto di Dioniso era molto diffuso, tanto che nell’Antigone di Sofocle Dioniso viene invocato quale protettore degli Italioti e tale circostanza potrebbe spiegare l’elevata frequenza di scene dionisiache nella pittura vascolare dell’Italia Meridionale. Il culto di Dioniso era presente anche a Metaponto.

Diversi vasi sono destinati al consumo del vino e spesso sono caratterizzati da scene in cui Dioniso viene presentato quale dio dell’ebbrezza, armato di tirso e vestito con pelle ferina, sovente accompagnato da un variopinto e movimentato corteggio di satiri e menadi, durante i riti che ne caratterizzavano il culto.

Seguirà cena a buffet (costo 25 €) con prenotazione obbligatoria al numero 338.7279070.

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