di PIERO LADISA – Le indagini del Maresciallo Prisciandaro tornano alla ribalta.
Infatti l’abile penna di Francesco Serafino ha partorito un nuovo giallo, il terzo della serie dove capeggia il Prisciandaro, prestante servizio nella Caserma dei Carabinieri di Matera, dal titolo “Il cantiere maledetto” (Wip Edizioni 2018, pp. 314, € 15,00).
In questa nuova opera, ambientata chiaramente nella Lucania, terra natia dell’autore, degli anni ’60, Prisciandaro dovrà risolvere l’intricata matassa riguardante le strane e inspiegabili vicende che si sviluppano nel cantiere della Diruta (Chiesa cinquecentesca sita a Grottole, dedicata ai SS. Luca e Giuliano, e della quale ad oggi restano solo alcuni resti), in un climax ascendente di colpi di scena e impensabili verità .
INTERVISTA ALL'AUTORE
D. Da dov'è nata l'idea di concepire la trama di questo nuovo giallo attorno alla figura della misteriosa Chiesa della Diruta?
R. “Sembrerà strano, ma non sempre i social rappresentano qualcosa di deleterio nei messaggi che amicizie più o meno vere o più o meno virtuali trasmettono quotidianamente. Tempo fa, circa due anni or sono, un carissimo amico del mio paese d'origine, che per lavoro fa tutt'altro, un po' come il sottoscritto, fotografo per passione ed estimatore in genere delle immagini della Lucania di un tempo, seguace del De Martino e del fotografo Franco Pinna, segnalò in un post su Facebook, la leggenda della "Chiesa maledetta" di Grottole, tratta da un volumetto che racchiudeva Misteri e leggende della mia regione. Rimasi così tanto affascinato dalla storia della donna bardata a lutto, che conservai a futura memoria salvandola nel mio computer. Quando decisi di riprendere a scrivere un altro episodio del mio maresciallo, recuperai quel file e subito impiantai quella che sarebbe stata la possibile trama, ricollegandomi a quella che è in effetti la mia professione. A distanza di 20 anni, mi sono rammentato che quando lavoravo a Matera e giravo per gare d'appalto, mi imbattei quasi per caso a Grottole, proprio all'esterno della Chiesa Diruta, rimanendone profondamente stupito e colpito dell'opera, senza sapere quello che avrei scritto dopo due decenni, senza mai più ritornare”.
D. Ma lo sa che i suoi racconti potrebbero trovare benissimo terreno fertile per sfociare in serie televisiva? Ci ha mai pensato?
R. “Un giorno di cinque anni fa, proprio dall'affacciarmi dal balconcino che da piazza Vittorio Veneto guarda verso lo stupendo panorama sui Sassi di Matera, feci una riflessione: «Come mai nessuno ha mai pensato di ambientare un personaggio investigativo in questa meravigliosa città unica al mondo nominandola col suo vero nome e non come il maestro Camilleri, che si inventa un ottimo protagonista in una città della realtà , ma con un nome di fantasia, ossia Vigata? Beh, proverò a farlo io, chissà se un giorno possa vedere una fiction televisiva col mio nome. E quale personaggio migliore se non quello di un maresciallo dei carabinieri di una stazione di provincia, che si sa presente in tutto il territorio nazionale dalla città più grande a quella più piccola e da Tarvisio a Roccella Jonica?». Avevo appena finito di scrivere il libro di fiabe e la maniera di raccontare l’ultima mi aveva dato la possibilità di affascinare il lettore…”.
D. Rimanendo in tema, tra i vari attori italiani, quale sarebbe quello che avrebbe il "physique du role" per interpretare il ruolo del maresciallo Prisciandaro?
R. “Per il protagonista vedo molto bene Raul Bova”.
D. Tra un anno Matera verrà celebrata come Capitale della Cultura Europea. Ha in mente qualche nuovo progetto editoriale "ad hoc" in vista del 2019?
R. “Veramente avrei pensato già a un prosieguo delle Storie del Maresciallo Prisciandaro che spero possa vedere la luce il prossimo anno. Sempre in provincia, in un luogo carismatico e caratteristico dal punto di vista storico. Ma non posso svelare il luogo. Ci devo ricamare una storia, ma è ancora prematuro. Mi piace conservare l’ossatura dei personaggi chiave, il postino, la prima vedova…come è altrettanto allettante, fare entrare in scena un nuovo personaggio, come ho fatto questa volta con il brigadiere Ruocco e con il Maresciallo Silletti nel precedente episodio”.