BARI - Chirurgia, chemioterapia, radioterapia. E non solo. L’ultimo nemico dei “big killer” si chiama Immunoterapia; con un tocco magico riattiva il sistema immunitario rendendolo in grado di riconoscere e distruggere le cellule neoplastiche, così da spedire in panchina gli avversari più scorretti dei pazienti: melanomi, tumori ai polmoni e linfomi.
Il cancro, una volta finito sotto gli strali di una strategia di cura che agisce direttamente sul sistema immunitario, inducendo una sua reazione contro l'agente esterno, è in grado di garantire lunga sopravvivenza e migliore qualità di vita. Non hanno dubbi i professionisti dell’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” responsabili di numerosi studi clinici che stanno sperimentando con successo l’utilizzo di farmaci innovativi nella lotta al cancro, anche in collaborazione con Istituti di ricerca nazionali e internazionali, e altresì parti attive di altri protocolli focalizzati sulla ricerca di marcatori molecolari capaci di predire la risposta ai farmaci immunoterapici.
Se ne parlerà domani a partire dalle 15.30 nella sala convegni dell’Oncologico durante la lectio magistralis dal titolo “How immunotherapy changing the outlook for oncology patients”, che terrà il professor Stephen Ansell della Divisione di Ematologia della Mayo Clinic del Minnesota, internazionalmente riconosciuto tra i padri dell'utilizzo della immunoterapia in selezionate patologie oncologiche; quasi a voler dare un endorsment con il timbro dell’ufficialità alle sperimentazioni condotte dall’IRCCS guidato dal Direttore Generale Antonio Delvino, trasmettendo anche una nuova luminosa speranza ai pazienti oncologici.
«L’incontro con il prof. Ansell è motivo di pregio per l’Istituto, da anni impegnato nella ricerca clinica e transazionale dedicata a questa nuova strategia terapeutica, sia nella lotta ai tumori solidi che ematologici» commenta Delvino.
Ma come dare la sveglia al sistema immunitario deficitario nei tumori? «Il sistema immunitario è il sistema di difesa naturale del nostro organismo, anche contro le neoplasie (immunosorveglianza) che può ridursi favorendo l’insorgenza e la progressione dei tumori- spiega il dottor Attilio Guarini, Direttore di Ematologia e Capo Dipartimento dell’Area Medica- Il sistema immunitario, però, non è sempre in grado di riconoscere come pericolose le cellule tumorali, che sono molte brave a camuffarsi. Per questo, i nuovi farmaci immunoterapici, di cui si parlerà durante il convegno, possono potenziare il sistema immune».
Durante il convegno organizzato dal Dipartimento di Area Medica, il Direttore Scientifico f.f., Nicola Silvestris presenterà l’illustre ospite e descriverà le attività di ricerca clinica condotte in Istituto.
Il cancro, una volta finito sotto gli strali di una strategia di cura che agisce direttamente sul sistema immunitario, inducendo una sua reazione contro l'agente esterno, è in grado di garantire lunga sopravvivenza e migliore qualità di vita. Non hanno dubbi i professionisti dell’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” responsabili di numerosi studi clinici che stanno sperimentando con successo l’utilizzo di farmaci innovativi nella lotta al cancro, anche in collaborazione con Istituti di ricerca nazionali e internazionali, e altresì parti attive di altri protocolli focalizzati sulla ricerca di marcatori molecolari capaci di predire la risposta ai farmaci immunoterapici.
Se ne parlerà domani a partire dalle 15.30 nella sala convegni dell’Oncologico durante la lectio magistralis dal titolo “How immunotherapy changing the outlook for oncology patients”, che terrà il professor Stephen Ansell della Divisione di Ematologia della Mayo Clinic del Minnesota, internazionalmente riconosciuto tra i padri dell'utilizzo della immunoterapia in selezionate patologie oncologiche; quasi a voler dare un endorsment con il timbro dell’ufficialità alle sperimentazioni condotte dall’IRCCS guidato dal Direttore Generale Antonio Delvino, trasmettendo anche una nuova luminosa speranza ai pazienti oncologici.
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