di VITTORIO POLITO - L’usanza di scambiarsi uova come regalo è molto antica. Forse già 5.000 anni fa i Persiani, lo facevano come segno di benvenuto alla primavera, gioendo per il rinnovamento della natura e le feste per la fecondità. Gli antichi romani usavano seppellire un uovo nei campi o nei riti propiziatori, e anche in occasione della Pasqua cristiana l’uovo è rimasto come dono augurale. In molte altre culture l’uovo era considerato sacro, quasi magico, poiché si generava la vita da un oggetto così “strano”. Anche i greci ed i cinesi se li scambiavano come dono per le feste primaverili.
In Egitto particolari uova decorate si scambiavano all’equinozio di primavera, data di inizio del nuovo anno, quando ancora l‘anno si basava sulle stagioni. Sempre nella cultura egiziana l’uovo era anche visto come simbolo della nascita dell'Universo, partorito dal becco della grande anatra Knef. Questo mito è presente nelle cosmogonie (le storie dell’origine del cosmo) di molte altre culture, che hanno da sempre ritenuto l’uovo al centro della nascita dell’Universo.
L’Uovo rappresenta, forse, il simbolo pasquale per eccellenza. D’altro canto l’uovo è simbolo di rinascita in tutte le religioni, come ricorda Vito Lozito, nel suo libro “Agiografia, Magia, Superstizione” (Levante Editori). L’uovo è simile ad un sepolcro che possiede in sé il germe del rinnovamento. Infatti, sostiene Lozito, «Se proviamo a rompere un uovo fresco di giornata, troviamo che vi è il tuorlo il quale è una sfera gialla simile al sole e l’albume di color bianco è di aspetto lunare. Due simboli fondamentali dell’origine vitale; il sole come eroe maschile, la luna come generatrice».
L’uovo di Pasqua è un simbolo che sta a significare Gesù che esce dal sepolcro, come il pulcino che, pronto per la vita, rompe il guscio. La tradizione pasquale dipinge l’uovo con simboli adatti ad esprimere la Resurrezione, come ad esempio le campane. L’uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero: c’è quello dipinto, intagliato, di cioccolato, di terracotta e di cartapesta, mentre le uova di cartone o di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate hanno un’origine radicata nel lontano passato. Le uova, infatti, forse per la loro forma e sostanza molto particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità. Già al tempo del paganesimo in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita. Gli uccelli, infatti, si preparavano il nido e lo utilizzavano per le uova: a quel punto tutti sapevano che l’inverno ed il freddo erano ormai passati.
Le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali, ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa.
Le uova, associate per secoli alla primavera, con l’avvento del Cristianesimo, divennero simbolo della rinascita dell’uomo stesso, della Resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell’uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla tomba.
Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo.
L’usanza di donare uova decorate con elementi preziosi va molto indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra risulta segnata una spesa per 450 uova rivestite d’oro e decorate da donare come regalo di Pasqua. Il primo uovo con sorpresa fu regalato a Francesco I di Francia agli albori del XVI secolo, da qui probabilmente l’usanza di inserire un dono all’interno dell’uovo di cioccolato. Ma le uova più famose furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé che, nel 1885, realizzò su commissione dello zar Alessandro, per un dono speciale alla zarina Maria Federovna, un uovo di platino che racchiudeva un’aurea chioccia contenente a sua volta una miniatura in diamante della corona imperiale, il quale celava un rubino tagliato a forma d’uovo. Il principio delle bamboline russe, insomma, applicato ad un’autentica opera.
L’uovo, a Pasqua, oltre, a quello di cioccolata, rappresenta anche l’elemento gastronomico principe. A Bari, in particolare, lo troviamo nel “benedetto”, un antipasto tipico pasquale, composto da uova sode, soppressata e arancia tagliata a fette, o nel “verdetto” (che si prepara il lunedì di Pasqua), un insieme di piselli, verdure e uova, miste alla carne d’agnello.
Infine, la ‘scarcella’ (a forma di piccola borsa), uno dei dolci pasquali più tipici della tradizione pugliese, che è un tipo particolare di ciambella, frutto di un impasto di farina, uova, olio e zucchero, con sopra un numero dispari di uova sode e abbellita da confettini colorati, che solitamente viene regalata ai bambini.
In Egitto particolari uova decorate si scambiavano all’equinozio di primavera, data di inizio del nuovo anno, quando ancora l‘anno si basava sulle stagioni. Sempre nella cultura egiziana l’uovo era anche visto come simbolo della nascita dell'Universo, partorito dal becco della grande anatra Knef. Questo mito è presente nelle cosmogonie (le storie dell’origine del cosmo) di molte altre culture, che hanno da sempre ritenuto l’uovo al centro della nascita dell’Universo.
L’Uovo rappresenta, forse, il simbolo pasquale per eccellenza. D’altro canto l’uovo è simbolo di rinascita in tutte le religioni, come ricorda Vito Lozito, nel suo libro “Agiografia, Magia, Superstizione” (Levante Editori). L’uovo è simile ad un sepolcro che possiede in sé il germe del rinnovamento. Infatti, sostiene Lozito, «Se proviamo a rompere un uovo fresco di giornata, troviamo che vi è il tuorlo il quale è una sfera gialla simile al sole e l’albume di color bianco è di aspetto lunare. Due simboli fondamentali dell’origine vitale; il sole come eroe maschile, la luna come generatrice».
L’uovo di Pasqua è un simbolo che sta a significare Gesù che esce dal sepolcro, come il pulcino che, pronto per la vita, rompe il guscio. La tradizione pasquale dipinge l’uovo con simboli adatti ad esprimere la Resurrezione, come ad esempio le campane. L’uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero: c’è quello dipinto, intagliato, di cioccolato, di terracotta e di cartapesta, mentre le uova di cartone o di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate hanno un’origine radicata nel lontano passato. Le uova, infatti, forse per la loro forma e sostanza molto particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità. Già al tempo del paganesimo in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita. Gli uccelli, infatti, si preparavano il nido e lo utilizzavano per le uova: a quel punto tutti sapevano che l’inverno ed il freddo erano ormai passati.
Le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali, ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa.
Le uova, associate per secoli alla primavera, con l’avvento del Cristianesimo, divennero simbolo della rinascita dell’uomo stesso, della Resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell’uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla tomba.
Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo.
L’usanza di donare uova decorate con elementi preziosi va molto indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra risulta segnata una spesa per 450 uova rivestite d’oro e decorate da donare come regalo di Pasqua. Il primo uovo con sorpresa fu regalato a Francesco I di Francia agli albori del XVI secolo, da qui probabilmente l’usanza di inserire un dono all’interno dell’uovo di cioccolato. Ma le uova più famose furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé che, nel 1885, realizzò su commissione dello zar Alessandro, per un dono speciale alla zarina Maria Federovna, un uovo di platino che racchiudeva un’aurea chioccia contenente a sua volta una miniatura in diamante della corona imperiale, il quale celava un rubino tagliato a forma d’uovo. Il principio delle bamboline russe, insomma, applicato ad un’autentica opera.
L’uovo, a Pasqua, oltre, a quello di cioccolata, rappresenta anche l’elemento gastronomico principe. A Bari, in particolare, lo troviamo nel “benedetto”, un antipasto tipico pasquale, composto da uova sode, soppressata e arancia tagliata a fette, o nel “verdetto” (che si prepara il lunedì di Pasqua), un insieme di piselli, verdure e uova, miste alla carne d’agnello.
Infine, la ‘scarcella’ (a forma di piccola borsa), uno dei dolci pasquali più tipici della tradizione pugliese, che è un tipo particolare di ciambella, frutto di un impasto di farina, uova, olio e zucchero, con sopra un numero dispari di uova sode e abbellita da confettini colorati, che solitamente viene regalata ai bambini.