"Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato da alcune Regioni, tra cui la Puglia, contro il decreto Via relativo a dei permessi rilasciati ad una compagnia inglese per la ricerca di gas e petrolio nel mare Adriatico. Una decisione che apprendiamo con rammarico, perché non c'è nulla possa giustificare la devastazione dei nostri mari". Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta.
"Quando sosteniamo che il nostro petrolio sia il mare – aggiunge - non pronunciamo uno slogan, ma una verità incontrovertibile: il settore turistico, legato alle nostre straordinarie bellezze paesaggistiche, dà lavoro a circa 3 milioni di italiani e la pesca occupa circa 350 mila cittadini. Senza considerare che con le estrazioni di idrocarburi nei nostri mari si coprirebbe circa l'1% del fabbisogno del Paese. Ergo, si rischia i deturpare un preziosissimo tesoro naturalistico, che abbiamo il dovere di preservare per le future generazioni, per una percentuale a dir poco risibile”.
“Noi non ci stiamo - conclude Gatta - e ci auguriamo che il prossimo governo mostri maggiore attenzione e sensibilità verso l'ambiente e la tutela delle nostre risorse naturali, che non possono essere svendute agli interessi miliardari delle multinazionali degli idrocarburi".
Pagano (PD), amarezza per ricorsi. Nuovo Governo faccia moratoria - "Riprendere la ricerca degli idrocarburi nell'Adriatico è un errore strategico. Sono molto amareggiato per le sentenze che hanno respinto i ricorsi presentati dalla Regione Puglia e dalla Regione Abruzzo". Lo sostiene il parlamentare del PD Ubaldo Pagano, commentando le sentenze del Consiglio di Stato sulle trivelle che sbloccano le valutazioni di impatto ambientale emesse dal ministero dell'Ambiente. "L'air gun è una tecnologia che danneggia il nostro mare e le specie animali e noi - sottolinea Pagano - non possiamo permettere queste esplorazioni. Non dobbiamo mettere a rischio la bellezza del nostro mare penalizzando il turismo e la pesca. Chiederò al prossimo Ministro dell'ambiente di varare una moratoria per modificare la strategia energetica nazionale. Dobbiamo uscire dalla dipendenza degli idrocarburi e privilegiare le energie pulite".
“Il Piano delle Aree - continuano i pentastellati - è stato soppresso dalla Legge di Stabilità 2016 e noi chiediamo che venga reintrodotto per mettere un freno alla corsa alle fonti fossili restituendo al contempo centralità alle Regioni. Con la nostra mozione - proseguono - invitiamo innanzitutto il presidente del Consiglio, Mario Loizzo, a farsi promotore presso la “Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome” di una iniziativa di legge per la reintroduzione del Piano delle Aree da presentare al Parlamento, condivisa dai Consigli regionali. Auspichiamo - concludono i consiglieri cinquestelle - che si possa procedere con una rapida calendarizzazione e approvazione di questa mozione”.
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