Trivelle in Adriatico, Emiliano: "Da oggi ricomincia la battaglia per difendere il nostro mare"
BARI - “Da oggi, e la Puglia lo ha sempre fatto, ricomincia la battaglia a tutela del mare Adriatico, del mare italiano. Per noi la partita non è chiusa affatto, non è finita. Questo Governo se ne è andato a casa, ha chiuso la sua storia, ma noi, dovendo continuare a difendere il mare della Puglia, siamo disponibili a fare fronte comune con chiunque voglia e con qualunque forza politica si impegni a modificare le norme e a vietare l'uso degli air gun. Saremo di nuovo in prima linea e mi sento di rappresentare l’ira di tutti i pugliesi”. Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha inteso chiudere la conferenza stampa sulla blue economy svoltasi questa mattina in Presidenza, “una bellissima e serena conferenza stampa di cui peró, con dolore e a seguito del rigetto da parte del Consiglio di Stato dei nostri ricorsi contro le autorizzazioni del governo nazionale alle attività di ricerca e prospezione di giacimenti petroliferi nel nostro mare, sono costretto a mutare l’orientamento”.
“Il mare è una risorsa – ha detto Emiliano - ma questa considerazione si scontra contro la cecità di un governo, che per fortuna è ai suoi ultimi giorni, che ha fatto delle scelte scellerate in contrasto con questa visione che peraltro è dell’Unione europea. La Puglia quando protesta non lo fa a titolo personale. In questo caso, ad esempio, la sua protesta parte dal principio del mare come risorsa inserito nella strategia europea, in particolare della macro regione adriatico ionica, strategia che mira a portare all’interno dell’Ue altri paesi come Albania e Montenegro. Bene, la regione guida dell’Ue in questo processo è la Puglia. Il governo italiano sta dunque mettendo in discussione una strategia dell’Unione europea. Un processo che contraddice le scelte dei governi precedenti che si erano invece impegnati da questo punto di vista a comportarsi diversamente”.
Secondo Emiliano che governi di centro sinistra abbiano cambiato la strategia e facilitato in particolare l’utilizzo dell’air gun per le ricerche e le prospezioni, “è un fatto fuori dall’immaginabile”.
“Il sistema air gun – ha aggiunto il Presidente - distrugge la fauna marina e sovverte l’equilibrio geologico del fondo marino. Ricordatevi le immagini dei sette capodogli che sono stati rinvenuti spiaggiati sul litorale del Gargano, a Foce Varano, nel territorio del comune di Peschici”.
Emiliano poi ha ribadito come nella sentenza (pagina 12 su 19), “sentenza che viene esibita vigliaccamente dal Governo per dire che hanno avuto ragione e che noi abbiamo avuto torto”, si affermi semplicemente che questa è una scelta fatta dal Governo sulla quale non si può entrare dal punto di vista giurisdizionale.
“Questo è un fatto sconcertante – ha detto Emiliano – perché il Consiglio di Stato non ha detto che l’air gun è una cosa buona, ha detto solo che si tratta di una scelta discrezionale del Governo nella quale è chiaro che un giudice non può entrare. C'è una divisione tra il potere giurisdizionale e il potere legislativo e dell'esecutivo ed è evidente che se il Governo decide di rendere legittimo l'uso dell’air gun non è certo un giudice che può cambiare la legge. Il giudice può solo applicarla. Pensate addirittura che qualcuno, prima di questo governo, aveva ritenuto di inserire l’uso dell’Air Gun, nei cosiddetti eco-reati. Adesso qualcuno l'ha fatto diventare il mezzo per il quale concedere questi permessi che fruttano allo Stato solo poche decine di migliaia di euro per ciascuno permesso”.
“Non c'è una sola voce a favore delle ricerche di idrocarburi in mare – ha concluso Emiliano - se non piccoli burocrati di un ministero e alcuni uomini politici collegati inevitabilmente a delle lobby. Perché se si sblocca la possibilità di fare ricerca e di farla con gli air gun nel nostro mare grazie a provvedimenti politici, questi politici non possono che essere considerati dei lobbisti: non sono altro”.
“Il mare è una risorsa – ha detto Emiliano - ma questa considerazione si scontra contro la cecità di un governo, che per fortuna è ai suoi ultimi giorni, che ha fatto delle scelte scellerate in contrasto con questa visione che peraltro è dell’Unione europea. La Puglia quando protesta non lo fa a titolo personale. In questo caso, ad esempio, la sua protesta parte dal principio del mare come risorsa inserito nella strategia europea, in particolare della macro regione adriatico ionica, strategia che mira a portare all’interno dell’Ue altri paesi come Albania e Montenegro. Bene, la regione guida dell’Ue in questo processo è la Puglia. Il governo italiano sta dunque mettendo in discussione una strategia dell’Unione europea. Un processo che contraddice le scelte dei governi precedenti che si erano invece impegnati da questo punto di vista a comportarsi diversamente”.
“Il sistema air gun – ha aggiunto il Presidente - distrugge la fauna marina e sovverte l’equilibrio geologico del fondo marino. Ricordatevi le immagini dei sette capodogli che sono stati rinvenuti spiaggiati sul litorale del Gargano, a Foce Varano, nel territorio del comune di Peschici”.
Emiliano poi ha ribadito come nella sentenza (pagina 12 su 19), “sentenza che viene esibita vigliaccamente dal Governo per dire che hanno avuto ragione e che noi abbiamo avuto torto”, si affermi semplicemente che questa è una scelta fatta dal Governo sulla quale non si può entrare dal punto di vista giurisdizionale.
“Questo è un fatto sconcertante – ha detto Emiliano – perché il Consiglio di Stato non ha detto che l’air gun è una cosa buona, ha detto solo che si tratta di una scelta discrezionale del Governo nella quale è chiaro che un giudice non può entrare. C'è una divisione tra il potere giurisdizionale e il potere legislativo e dell'esecutivo ed è evidente che se il Governo decide di rendere legittimo l'uso dell’air gun non è certo un giudice che può cambiare la legge. Il giudice può solo applicarla. Pensate addirittura che qualcuno, prima di questo governo, aveva ritenuto di inserire l’uso dell’Air Gun, nei cosiddetti eco-reati. Adesso qualcuno l'ha fatto diventare il mezzo per il quale concedere questi permessi che fruttano allo Stato solo poche decine di migliaia di euro per ciascuno permesso”.
“Non c'è una sola voce a favore delle ricerche di idrocarburi in mare – ha concluso Emiliano - se non piccoli burocrati di un ministero e alcuni uomini politici collegati inevitabilmente a delle lobby. Perché se si sblocca la possibilità di fare ricerca e di farla con gli air gun nel nostro mare grazie a provvedimenti politici, questi politici non possono che essere considerati dei lobbisti: non sono altro”.
Gatta: “Sì a fronte comune contro multinazionali del petrolio e poteri forti che le sostengono" - Nota del vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta. “Siamo pronti a condividere ogni sforzo affinché sia scongiurato il rischio, sempre più imminente, di assistere impotenti alla rovina del mare Adriatico. Un mare su cui le regioni costiere del Sud, come la Puglia, hanno costruito fortune economiche grazie al turismo. Bellezze paesaggistiche che abbiamo il dovere di preservare per le future generazioni. Non ci stanchiamo di ripeterlo, ma dalle parole dobbiamo passare ai fatti: siamo disponibili a lottare con il presidente Emiliano, sperando che il prossimo governo nazionale si mostri più sensibile al bene del nostro territorio. Una collaborazione che potremmo avviare a patto che per Emiliano non si traduca solo in una guerra muscolare interna al suo partito, che già ha tanto inciso sullo sviluppo della vicenda: probabilmente, se non ci fosse stato il suo braccio di ferro con Renzi, la Puglia non sarebbe stata presa di mira in questo modo. Ma è tempo di andare oltre, facendo fronte comune contro le multinazionali del petrolio e contro i poteri forti che le supportano o le hanno supportate all'interno delle istituzioni nazionali”.