di NICOLA ZUCCARO - Sarà un fine settimana di meditazione per Sergio Mattarella. I 2 giorni di tempo, secondo quanto comunicato dal Quirinale nella tarda mattinata di venerdì 19 aprile subito dopo il colloquio che lo stesso presidente della Repubblica ha avuto con l'esploratore e presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, sarà sufficiente al capo dello Stato per sbrigliare quella matassa che a tutt'oggi impedisce la nascita di una maggioranza politica, sostenitrice di un Governo?
In attesa di una risposta che perverrà non prima di lunedì 23 aprile, oltre all'ipotesi più volte avanzata in questi giorni e riguardante la nascita di un esecutivo del presidente (per una metà tecnico e per l'altra metà istituzionale), prende corpo la possibilità di conferire un secondo e probabilmente ultimo mandato esplorativo. A ricoprirlo non sarà più Elisabetta Casellati ma il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.
Riuscirà, la terza carica dello Stato, in virtù della sua provenienza-appartenenza "pentastellata", ad abbattere quel muro contro muro che da giorni, nel dominare la scena politica italiana, contrappone il Movimento 5 Stelle alla Lega, quest'ultima accompagnata dal tandem Forza Italia - Fratelli d'Italia?
E' questa la domanda che più di ogni altra avrà ancora senso porsi, in previsione di un'altra fumata nera e di eventuale rifiuto sia dei Cinque Stelle, della Lega e del centro-destra, di un governo del Presidente, al quale seguirebbe un immediato ritorno alle urne, con buona pace di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini.
Ma non dell'intero Paese che per interventi di vitale importanza sul piano occupazionale, sociale, economico e finanziario, avrà bisogno di un esecutivo nel pieno delle proprie funzioni. E con l'auspicio che questa seconda tornata elettorale - indipendentemente dalle storture del Rosatellum - sarà generosa nel dare al Paese quella maggioranza elettorale, autonoma e autosufficiente nei numeri, per la stabilità politica dell'Italia.
In attesa di una risposta che perverrà non prima di lunedì 23 aprile, oltre all'ipotesi più volte avanzata in questi giorni e riguardante la nascita di un esecutivo del presidente (per una metà tecnico e per l'altra metà istituzionale), prende corpo la possibilità di conferire un secondo e probabilmente ultimo mandato esplorativo. A ricoprirlo non sarà più Elisabetta Casellati ma il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.
Riuscirà, la terza carica dello Stato, in virtù della sua provenienza-appartenenza "pentastellata", ad abbattere quel muro contro muro che da giorni, nel dominare la scena politica italiana, contrappone il Movimento 5 Stelle alla Lega, quest'ultima accompagnata dal tandem Forza Italia - Fratelli d'Italia?
E' questa la domanda che più di ogni altra avrà ancora senso porsi, in previsione di un'altra fumata nera e di eventuale rifiuto sia dei Cinque Stelle, della Lega e del centro-destra, di un governo del Presidente, al quale seguirebbe un immediato ritorno alle urne, con buona pace di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini.
Ma non dell'intero Paese che per interventi di vitale importanza sul piano occupazionale, sociale, economico e finanziario, avrà bisogno di un esecutivo nel pieno delle proprie funzioni. E con l'auspicio che questa seconda tornata elettorale - indipendentemente dalle storture del Rosatellum - sarà generosa nel dare al Paese quella maggioranza elettorale, autonoma e autosufficiente nei numeri, per la stabilità politica dell'Italia.