di FREDERIC PASCALI - Non ci sono dubbi, il Bari International Film Festival è giunto al suo ultimo giorno di programmazione, non ci si strappa le vesti ma con un po’ di malinconia si ripensa agli ultimi clamori di un palinsesto che nella giornata conclusiva riserva le maggiori attenzioni alla presenza di Bernardo Bertolucci, protagonista della Master Class mattutina, e alla proiezione, in serata, del suo restaurato “Ultimo tango a Parigi”.
Il tedesco “Der Hauptmann” è stato il miglior film presentato in questa nona edizione. Proiettato giovedì sera nell’ambito delle “Anteprime Internazionali”, era altresì in concorso nel “Panorama Internazionale” dove ha sbancato portandosi a casa sia il premio per la miglior regia, con Robert Schwentke, sia quello per il miglior attore protagonista, con Max Hubacher.
Un’opera visionaria, dotata di un bianco e nero illuminato magistralmente dalla fotografia di Florian Ballhaus, che affonda le sue radici nelle drammatiche ultime settimane di vita della Germania hitleriana. Con un piglio che ricorda molto il Tarantino di “Inglourious Bastards”, Schwentke, nell’occasione anche sceneggiatore, si ispira a una storia vera e poco raccontata, come molte di quei giorni di confusione e di efferati regolamenti di conti.
La figura di un giovane disertore tedesco si trasforma in un ineffabile e cinico capitano della Luftwaffe che la disperazione e la smania di esistere modella come il più crudele dei carnefici. Circondata da altri uomini alla deriva o allo sbando, la carovana del capitano “Willi Herold” ci porta all’interno dei rigurgiti di una nazione incapace di rendersi pienamente conto dell’immane tragedia che l’attanaglia. I primi piani intensi ci consegnano il senso di un delirio che ancor oggi la memoria dovrebbe fare fatica a dimenticare.
Nello stesso concorso, vincitrice del premio per la miglior attrice protagonista è stata la bravissima Maria Mozhdah per “Cosa dirà la gente” , prodotto tra Norvegia, Germania e Svezia e diretto da Iram Haq. Detto anche dell’applaudita presentazione di “Prima che la notte”, il film per la televisione di Daniele Vicari, prodotto dalla Rai, con un grande Fabrizio Gifuni nei panni del compianto Pippo Fava, tra i titoli di coda del Festival nel pomeriggio sarà possibile la visione del restaurato “Nuovo Cinema Paradiso” introdotto dallo stesso regista, Giuseppe Tornatore, e dal critico Jean Gill.
Il tedesco “Der Hauptmann” è stato il miglior film presentato in questa nona edizione. Proiettato giovedì sera nell’ambito delle “Anteprime Internazionali”, era altresì in concorso nel “Panorama Internazionale” dove ha sbancato portandosi a casa sia il premio per la miglior regia, con Robert Schwentke, sia quello per il miglior attore protagonista, con Max Hubacher.
Un’opera visionaria, dotata di un bianco e nero illuminato magistralmente dalla fotografia di Florian Ballhaus, che affonda le sue radici nelle drammatiche ultime settimane di vita della Germania hitleriana. Con un piglio che ricorda molto il Tarantino di “Inglourious Bastards”, Schwentke, nell’occasione anche sceneggiatore, si ispira a una storia vera e poco raccontata, come molte di quei giorni di confusione e di efferati regolamenti di conti.
La figura di un giovane disertore tedesco si trasforma in un ineffabile e cinico capitano della Luftwaffe che la disperazione e la smania di esistere modella come il più crudele dei carnefici. Circondata da altri uomini alla deriva o allo sbando, la carovana del capitano “Willi Herold” ci porta all’interno dei rigurgiti di una nazione incapace di rendersi pienamente conto dell’immane tragedia che l’attanaglia. I primi piani intensi ci consegnano il senso di un delirio che ancor oggi la memoria dovrebbe fare fatica a dimenticare.
Nello stesso concorso, vincitrice del premio per la miglior attrice protagonista è stata la bravissima Maria Mozhdah per “Cosa dirà la gente” , prodotto tra Norvegia, Germania e Svezia e diretto da Iram Haq. Detto anche dell’applaudita presentazione di “Prima che la notte”, il film per la televisione di Daniele Vicari, prodotto dalla Rai, con un grande Fabrizio Gifuni nei panni del compianto Pippo Fava, tra i titoli di coda del Festival nel pomeriggio sarà possibile la visione del restaurato “Nuovo Cinema Paradiso” introdotto dallo stesso regista, Giuseppe Tornatore, e dal critico Jean Gill.