Consultazioni, Mattarella rimanda al secondo giro

di NICOLA ZUCCARO - "Serve più tempo, utile non solo alle forze politiche ma anche a me ". Nel sottolineare il riferimento alla sua persona, Sergio Mattarella ha chiuso con questa chiosa la seconda e ultima giornata del primo giro di consultazioni per la formazione del nuovo Governo. Dalla due giorni di incontri al Quirinale con i vari esponenti politici, come ha riferito lo stesso capo dello Stato, non è emerso alcun quadro favorevole per la composizione di un'intesa e di una maggioranza politica in grado di sostenere la nascita di un esecutivo.

Ragion per cui - come anticipato dallo stesso Presidente della Repubblica - sarà avviato a partire dalla prossima settimana e con un calendario da definire nelle prossime ore un secondo giro di consultazioni che vedrà nuovamente salire al "Colle" i leader delle varie forze politiche. Questa volta - probabilmente - con le idee più chiare, in virtù degli incontri che si succederanno nei prossimi giorni. Il più atteso, già dal pomeriggio di giovedì 5 aprile 2018, sarà quello tra Matteo Salvini della Lega e Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle.


LA POSIZIONE DI M5S - "Abbiamo detto al presidente Mattarella che sentiamo tutta la responsabilità di esser la prima forza politica di lavorare il prima possibile per assicurare una maggioranza ad un governo del cambiamento", ha detto il leader del M5S Luigi Di Maioal termine delle consultazioni al Colle. "Come ho ribadito durante tutta la campagna elettorale, abbiamo ottenuto 11 milioni di voti su una posizione ben precisa che abbiamo ribadito al presidente anche sulla politica estera. Con noi al governo l'Italia resterà alleata dell'Occidente nel Patto atlantico, nell'Unione europea e monetaria: è questo l'obiettivo". "Le mie aperture sono sincere, ma voglio anche precisare che rispetto a quello che ho letto in questi giorni io non ho mai voluto spaccare il Pd, mi rivolgo al Pd nella sua interezza perché al di là delle differenze di vedute non ci permetteremo mai di interferire nelle loro dinamiche interne". "Un contratto di governo si può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd. Questi sono i due interlocutori, è chiaro che sono due soluzioni alternative", ha ribadito Di Maio dopo le consultazioni al Quirinale. "Dopo gli incontri capiremo con chi si potrà sottoscrivere il contratto di governo", aggiunge.

"Non vogliamo spaccare la coalizione di centrodestra ma non riconosciamo una coalizione di centrodestra, perché non solo si sono presentati alle elezioni con tre candidati premier ma perché si sono preparati alle consultazioni separati. E una di queste forze non riconosce il M5s, perciò ci rivolgiamo alla Lega": così ancora il capo politico del M5s dopo le consultazioni al Quirinale.

LA POSIZIONE DEL PD - "L'esito elettorale per noi negativo - ha detto Maurizio Martina al termine del colloquio con Mattarella - non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino". Chi ha vinto le elezioni - è l'invto del Pd - "si faccia carico della responsabilità" di governare. "Noi - ha aggiunto - avvertiamo come certi atteggiamenti siano più figli di un secondo tempo della campagna elettorale che di una responsabilità nuova. Il tempo della campagna elettorale è finito e queste forze farebbero bene a tornare con i piedi per terra anche rispetto a soluzioni" di governo. "Noi - ha detto ancora - siamo in campo da protagonisti per rafforzare in coerenza con il lavoro fatto dal governo tutti gli interventi di sostegno sociale. Sui quattro snodi di interesse generale il Pd eserciterà fino in fondo la sua funzione nel suo ruolo di opposizione. I 4 punti: taglio del costo del lavoro e reddito di inclusione; controllo della finanza pubblica; gestione del fenomeno migratorio; rafforzamento del quadro internazionale".

La delegazione del Pd è entrata a piedi al Quirinale, con Martina, il presidente Matteo Orfini e i capigruppo di Senato e Camera Andrea Marcucci e Graziano Delrio. La delegazione si è riunita prima al Nazareno.

LA POSIZIONE DI FI - Il governo "dovrà partire da chi ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra e dal leader della coalizione vincente, cioè la Lega". "Non siamo disponibili - ha detto l'ex premier Silvio Berlusconi al termine del colloquio con Mattarella al quale hanno partecipato anche le capogruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini - a un governo fatto di pauperismi e giustizialismi e populismi e odio che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario". "Siamo disponibili con presenze di alto profilo a soluzioni serie e credibili in sede europea. Su questo siamo disposti a dialogare". "Serve un governo", ha evidenziato Berlusconi, per affrontare le urgenze del Paese.



LA POSIZIONE DELLA LEGA - "Lavoriamo per un governo che duri almeno cinque anni", ha detto Salvini al termine del colloquio con Mattarella. "Continuerò - ha detto ancora il leader del Carroccio - a incontrare tutti a partire da centrodestra, prima forza in parlamento ma andiamo in Parlamento se abbiamo numeri certi". Il leader della Lega ha prospettato l'ipotesi di un governo del centrodestra con il coinvolgimento di Fi. "Faremo di tutto - ha detto - per dare un governo che duri 5 anni ovviamente partendo dal centrodestra coinvolgendo M5s, senza altre soluzioni temporanee e improvvisate, vediamo se si riesce a trovare una quadra". "Andiamo in Parlamento - ha concluso - se ci sono i numeri certi, altrimenti si torna al voto. La Lega è un partito nato tra la gente figuriamoci se abbiamo paura di tornare alle elezioni".