Corea del Nord, arriva la svolta di Kim: "Stop ai test nucleari"

Al via nuova fase della storia. La Corea del Nord non effettuerà più test nucleari e missilistici, non ce n'è più bisogno". L'annuncio del leader del regime di Pyongyang, Kim Jong-un giunge a sorpresa, in vista dei due storici summit con il presidente sudcoreano Moon Jae-in, il prossimo 27 aprile, e con il presidente americano Donald Trump nelle settimane successive.

Kim parla al comitato centrale del Partito dei Lavoratori, e il suo intervento segna una vera e propria svolta: "Non c'è più bisogno di test nucleari o di test missilistici, e chiuderemo anche il sito nucleare nel nord del Paese", quello dove sono stati compiuti gli ultimi sei esperimenti atomici, ha promesso Kim rivolgendosi al partito a all'intero Paese. Ora - ha proseguito, secondo quanto riporta l'agenzia di stato nordcoreana Kcna - bisogna cogliere "l'opportunità storica" di un riavvicinamento con gli altri paesi e di un pieno riconoscimento della Corea del Nord da parte della comunità internazionale, concentrandosi - ha sottolineato il leader assoluto di Pyongyang - sulla ripresa economica. La speranza è quella che presto possano essere gradualmente ritirate le sanzioni.

Questa è una notizia molto buona per la Corea del Nord e per il mondo", ha twittato il miliardario dal suo resort della Florida, definendosi "ansioso" di incontrare Kim in occasione dello storico bilaterale in programma entro l'inizio di giugno.

Dimostrare la vera volontà di trattare, dopo le tante promesse infrante dalla sua dinastia, è proprio quello che la comunità internazionale ora chiede a Kim, scrive Repubblica. Sia il presidente del Sud Moon Jae-in, che lo incontrerà venerdì prossimo nella zona demilitarizzata al confine tra le due Coree, sia soprattutto Donald Trump, che ha sempre detto di aspettare passi concreti prima di immaginare qualsiasi tipo di accordo (o un alleggerimento delle sanzioni).

Nonostante l’entusiasmo del presidente Usa, alcuni esperti invitano alla cautela perché la mossa di Kim potrebbe essere tattica, cioè a dire volta a mettere sotto pressione l’amministrazione Usa affinché accetti i termini di un’intesa prima che la Corea del Nord rinunci concretamente al suo programma nucleare, sottolinea La Stampa.

Secondo il New York Times, gli analisti della regione sono profondamente divisi sulle motivazioni di Kim. Alcuni sostengono che il voglia solo usare i negoziati per guadagnare tempo e alleviare le sanzioni internazionali, senza mai rinunciare alle sue armi nucleari. Ma altri dicono che potrebbe essere pronto a rinunciare all'arsenale nucleare già disponibile se gli venissero forniti i giusti incentivi, come garanzie di sicurezza,  un trattato di pace e legami normalizzati con Washington, oltre all'aiuto economico di cui ha bisogno per ricostruire l'economia nordcoreana.

Anche Catherine Dill, ricercatrice associata presso il Middlebury Institute of International Studies di Monterey citata dal Guardian, ha sottolineato che la promessa di porre fine ai test missilistici e nucleari "non equivale allo smantellamento dei programmi nucleare e missilistico". "Forse indica che la Corea del Nord è abbastanza fiduciosa nei suoi programmi nucleari e missilistici per fermare i test mentre concede la prospettiva di uno smantellamento verificabile, un processo è che però è complesso e richiede molta più negoziazione e molta più fiducia di quanto non sia in questo momento. A questo punto, anche se sono ottimista, dobbiamo ricordare che la Corea del Nord può facilmente invertire la rotta"

Sul fronte cinese, il governo ha affidato a una nota la propria "soddisfazione" per la decisione di Kim.

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