Il futuro del Bif&st nel segno di Nino Rota

di FREDERIC PASCALI - Chiusi i battenti e i clamori, il Bari International Film Festival già si proietta al futuro e prospetta nuove ambiziose declinazioni. Si è cominciato a parlarne nella conferenza stampa di chiusura dello scorso sabato 28 aprile. Felice Laudadio, Direttore e ideatore del Bif&st, ha insistito su questo punto sottolineando la necessità di dare alla manifestazione un senso di assolutezza e di esclusività evitando, negli otto giorni previsti, distrazioni di pubblico. In questo senso il modello più ambito, e auspicato, resta quello di Cannes con la città che nei giorni del Festival è totalmente dedicata e concentrata sul suo avvenimento.

La sensazione generale è che quello barese sia giunto a un punto di svolta che quasi gli imponga di trovare soluzioni in grado di ampliarne successo e diffusione. I numeri delle presenze, sempre molto elevati e attorno alla capienza massima di 75000,e le richieste del pubblico di una continuità anche al di fuori delle date previste, accreditano l’auspicio, sempre secondo Laudadio, di insistere ulteriormente sulla natura di volano turistico della manifestazione.

A tal proposito, prospettiva fondante per il futuro potrebbe essere il coinvolgimento di altri teatri, come il Piccinni e il Margherita, entrambi di prossima riapertura, o i castelli, patrimonio culturale di Bari e della sua provincia, quali lo Svevo del capoluogo e l’Angioino di Mola, senza dimenticare il contiguo teatro Van Westerhout. Delocalizzare per ampliare l’offerta e la presenza sul territorio pur mantenendo la centralità barese. Grandi prospettive che cominceranno a maturare, si spera, già dalla prossima edizione la cui data è ufficializzata tra il 27 aprile e il 4 maggio. Sarà un Bif&st dedicato al grande Nino Rota e alla sua indimenticabile produzione musicale. Potrebbe essere questa una dedica di carattere non estemporaneo con il nome del compositore destinato a legarsi immutabilmente al Festival barese.