Kim Jong-un stringe la mano al leader sudcoreano Moon, "La guerra è finita"

I leader della Corea del Sud e del Nord, Moon Jae-in e Kim Jong-un, si sono abbracciati calorosamente dopo aver firmato una dichiarazione in cui hanno affermato che "non ci sarà più guerra nella penisola coreana". La dichiarazione è arrivato al culmine di un vertice storico tra le due nazioni, il primo in più di 11 anni. Dnuclearizzazione della penisola coreana entro l'anno e impegno per una pace duratura: sono questi alcuni dei punti principali contenuti nella dichiarazione congiunta al termine del vertice.

"Non ripeteremo gli errori del passato", ha detto Kim Jong-un che si è impegnato a "lavorare per gli interessi dei due Paesi" e ha aggiunto: "Siamo una stessa famiglia e dobbiamo garantire un futuro di pace alle nostre popolazioni". Il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, ha lodato "il coraggio e la determinazione" del presidente Kim . "Non ci sarà piu guerra tra le due Coree". I due Paesi si sono impegnati a fare in modo che l'armistizio del 1953 diventi un trattato di pace entro la fine dell'anno.

E' partito nella notte italiana il summit Moon-Kim. Un vertice storico, dopo una stretta di mano altamente simbolica sulla linea di demarcazione militare coreana. A dar vita a questo importante confronto il leader nordcoreano Kim Jong Un e il presidente sudcoreano Moon Jae-in, impegnati in circa due ore di colloquio. Kim si è detto “sopraffatto dall’emozione” dopo aver varcato la linea di demarcazione, diventando in questo modo il primo leader nordcoreano a camminare in territorio sudcoreano dalla guerra di Corea (1950-53).

Su invito – inatteso – del dirigente nordcoreano, i due leader hanno brevemente camminato a braccetto nel versante nordcoreano della frontiera, prima di raggiungere a piedi la Casa della Pace, struttura in vetro e cemento situata nella parte meridionale del villaggio di Panmunjom, dove fu firmato l’armistizio.

La stretta di mano storica tra Kim Jong-un e Moon Jae-in è maturata alle 9:30 (le 2:30 in Italia) a cavallo della linea di demarcazione del villaggio di Panmunjom, primo gesto degli auspici che il terzo summit intercoreano possa dare vita a una "nuova storia dei rapporti" tra i due Paesi divisi al 38/mo parallelo all'insegna di una pace stabile e duratura cementata dalla auspicata (dal Sud) denuclearizzazione. Kim ha raggiunto il confine avendo al fianco i collaboratori chiave. Indossando il tradizionale abito scuro in stile Mao, ha camminato verso lo stretto corridoio che separa i due edifici dei meeting, noti come T2 e T3, nella Joint Security Area (Jsa). Moon lo ha atteso sorridente sul cordolo di cemento che segnala il confine: i due hanno posato per i flash dei fotografi a immortalare l'evento. Kim, primo leader della famiglia al potere da circa 70 anni a calpestare il territorio sudcoreano, ha a sorpresa sollecitato Moon a riattraversare il confine, cosa fatta tenendosi per mano.

(ANSA/AP)
I due leader, pochi secondi dopo, sono tornati al Sud incamminandosi sul tappeto rosso, dietro la guardia presidenziale sudcoreana in costume tradizionale. Alla Peace House, luogo scelto per i negoziati, si è tenuta la cerimonia di benvenuto e i due leader hanno passato in rassegna il picchetto d'onore e presentato le rispettive delegazioni. "Una nuova storia adesso, a un punto di partenza della storia di una nuova era di pace", recita l'intero messaggio scritto da Kim sul libro degli ospiti. Poco dopo ha avuto inizio la prima tornata di colloqui del summit, partiti alle 10:15 locali (3:15 in Italia) e in anticipo di 15 minuti sulla scaletta concordata dopo lunghe negoziazioni e diversi sopralluoghi.

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