La 'Pace come impegno' di padre Lauriola e Levante
di VITTORIO POLITO - Presso la “Pesciera” di Silvestro Carofiglio a Bari in via De Rossi non si degusta solo divinamente il ‘pesce’ in tutte le sue varie ‘sfaccettature’, ma si respira aria di grande cultura, che il prezioso alimento aiuta a ‘risvegliare’, al punto che è sede dell’Accademia del Mare. In questo modo il vostro cronista ha scoperto che il ‘dottore sottile’, epiteto con cui ci si riferisce al politico Giuliano Amato, era stato coniato per individuare il filosofo e teologo francescano Giovanni Duns Scoto (doctor subtilis).
Quando l’amico professore Pietro, intento a portare a casa dei gamberoni freschi, mi ha detto: «Scoto un grande, se vuoi ti regalo alcune fotocopie in cui si parla di lui», gli ho risposto «se mi accompagni a casa ti faccio vedere che ho dei libri che lo riguardano» e ci siamo incamminati verso la mia dimora. Per fortuna mia moglie non si formalizza, abituata alle mie incursioni, e, nonostante avesse lavato da poco, per cui la stanza in cui si trova la biblioteca fosse ancora bagnata, ci ha fatto entrare… e ‘sporcare’. Pietro è rimasto di sasso quando ha potuto notare che avevo ben cinque testi dedicati a Duns Scoto e che erano mia intenzione regalarglieli.
Avevo già visto che tutti i libri erano della Levante editori e che quindi sarei potuto andare da Gianni Cavalli per farmeli omaggiare e quindi integrarli. In effetti le cose sono andate proprio così e, anzi, ho procurato anche altri due libri di Levante all’amico Pietro. Gianni non era in azienda, ma il fratello Raffaele - un uomo di poche parole, esperto informatico che, mi dicono, tutti chiamano ‘ministro dell’economia’ per la sua innata predisposizione a fare sempre gli interessi dello Stato e poi quelli dell’azienda e dell’eventuale cliente - mi ha detto Vittorio « chiedi e ti sarà dato», l’unica che ha avanzato perplessità, evidentemente non gli sono simpatico, è stata la signora Lopez che ci ha tenuto a rimarcare che erano testi che avevo già avuto in precedenza.
I cinque libri in questione sono dei quaderni del ‘Centro Studi Personalisti «Giovanni Duns Scoto» di Castellana Grotte e sono tutti curati dal padre professore Giovanni Lauriola, ad eccezione del terzo curato da padre Ambrogio Giacomo Manno che titola ‘ Introduzione al pensiero di Giovanni Duns Scoto’ e di cui vi cito un passo estrapolato dalla prefazione: «La dottrina della persona umana in Scoto riguarda non soltanto la vita individuale, ma anche tutta la realtà storica nelle concrete manifestazioni dello spirito: morale e diritto, politica ed economia…». Manno nella presentazione del libro ringrazia il professore Lauriola per la fattiva collaborazione nelle fasi di preparazione del testo per la stampa e per la disponibilità ad inserirlo nella collana da lui ideata, diretta e coordinata.
Il primo libro (1992) ha per titolo «Giovanni Duns Scoto» e si apre con una dedica particolare di padre Lauriola “Al Beato Duns Scoto nel VII centenario Ordinazione Sacerdotale il mio XXV di Sacerdozio con amore dedico” e sono gli Atti del Convegno cui parteciparono studiosi del calibro di Sileo, Manno, Bellino, Danese, Rosini e tanti altri; da segnalare che ogni libro riportava sul frontespizio interno - ad alcuni anche in copertina - il motto del Centro Studi Personalisti «Ora et Cogita e Cogita et Ora». Dal libro mi piace prelevare una riflessione del filosofo Francesco Bellino: «Come ha insegnato Sant’Agostino non è buono chi conosce il bene, ma chi lo ama. Ne deriva che la corruzione della volontà è peggiore di quella dell’intelligenza… Nel cuore dell’uomo, nell’abisso della sua libertà, nella scelta di essere di più o di annientarsi, nella dialettica tra l’assurdo e il mistero della fede, come ci ha additato Duns Scoto, bisogna cercare le risposte più profonde ai problemi della civiltà contemporanea e anche della bioetica».
Il secondo volume (1993) sempre curato da Lauriola ha per titolo «Scienza filosofia e teologia» e si avvale di una dedica originale “Al Beato Duns Scoto modello di fedeltà alla verità e di dialogo nella ricerca dell’unità” e viene considerato come “omaggio” alla Beatificazione di Giovanni Duns Scoto, avvenuta il 20 marzo 1993, da parte di Giovanni Paolo II. Di questo interessante e pregevole libro vi segnalo l’articolo di uno dei maggiori filosofi del nostro tempo Dario Antiseri dal titolo “Quando la ragione tace” che si conclude con questo ‘vigoroso’ periodo: «In due parole: come si è ormai capito che la fede non si fonda su teorie scientifiche (falsificabili e in continua evoluzione) così è forse tempo di prendere atto che parimenti la fede non ha bisogno, per essere fondata, di questi prodotti umani, criticabili ed eliminabili, che sono le metafisiche. A fondamento del Cristianesimo non c’è Aristotele, ma Cristo. E la fede non è né un dato anagrafico né la conclusione di una catena di argomentazioni. La fede è dono. È Grazia». Il terzo è quello curato da padre Manno di cui ho fatto cenno prima, mentre il quarto (1995) titola «Antropologia ed etica politica» ed è dedicato alla memoria dello studioso Dino Marino, scomparso prematuramente. Molto significativo al riguardo il piccolo saggio che padre Lauriola dedica al processo di beatificazione di Scoto e merita di essere conosciuto, a partire da quando Papa Giovanni Paolo II, nella Basilica di San Pietro il 20 marzo 1993, diede con gioia l’annuncio. In questo modo il professore Lauriola commenta l’avvenimento: «Queste parole del Papa Giovanni Paolo II, echeggiate nella gremitissima Basilica di San Pietro, hanno posto fine ad un processo durato circa tre secoli (1706-1993), registrando nell’arco storico delle impennate e anche delle battute d’arresto, che a volte si colora perfino di ‘giallo’. Il suo iter è stato molto complesso e difficile per le tante circostanze che l’hanno accompagnato, fino a costituire meraviglia e stupore in chi non è addentro alla questione». Il quinto volume avente per titolo «La Pace come impegno» (1995) vede padre Lauriola spendersi per un problema che oggi più di ieri mina il vivere di tutti i popoli del mondo: una pace duratura. Scrive don Lauriola: «L’animatore spirituale di questo IV Convegno internazionale, che si sta svolgendo nell’Istituto Apostolico di Notre Dame of Jerusalem Center, è il Beato Giovanni Duns Scoto. Per la sua intercessione abbiamo pregato all’inizio il Signore, e, ora, ci rivolgiamo ai responsabili politici e sociali, perché contribuiscano a costruire, proprio qui, in Terra Santa, la pace su fondamenti essenziali accettati da tutti gli uomini amati dall’unico e vero Dio».
Il teologo e filosofo francescano Duns Scoto era nato nel 1266 a Maxton in Scozia e morì a Colonia nel 1308, la sua formazione avvenne studiando ad Oxford e poi a Parigi e solo dopo la sua morte iniziò ad essere considerato dagli studiosi di tutto il mondo fino al punto che lo ‘scotismo’ divenne la dottrina ufficiale dell’Ordine francescano. Dopo quasi cinque lustri «La Pace come impegno» di padre Lauriola ci ricorda che per il bene del mondo è necessario che si agisca pensando che ricorrere alla forza è follia e ci vuole l’impegno di tutti - non solo di chi possiede il potere! - perché l’Umanità continui il suo percorso.
Ancora una volta i libri che hanno un’anima ‘pura’ possano insegnarci qualcosa e indicare una strada ‘illuminata’… magari resa più palpitante da una fede sincera.
Quando l’amico professore Pietro, intento a portare a casa dei gamberoni freschi, mi ha detto: «Scoto un grande, se vuoi ti regalo alcune fotocopie in cui si parla di lui», gli ho risposto «se mi accompagni a casa ti faccio vedere che ho dei libri che lo riguardano» e ci siamo incamminati verso la mia dimora. Per fortuna mia moglie non si formalizza, abituata alle mie incursioni, e, nonostante avesse lavato da poco, per cui la stanza in cui si trova la biblioteca fosse ancora bagnata, ci ha fatto entrare… e ‘sporcare’. Pietro è rimasto di sasso quando ha potuto notare che avevo ben cinque testi dedicati a Duns Scoto e che erano mia intenzione regalarglieli.
Avevo già visto che tutti i libri erano della Levante editori e che quindi sarei potuto andare da Gianni Cavalli per farmeli omaggiare e quindi integrarli. In effetti le cose sono andate proprio così e, anzi, ho procurato anche altri due libri di Levante all’amico Pietro. Gianni non era in azienda, ma il fratello Raffaele - un uomo di poche parole, esperto informatico che, mi dicono, tutti chiamano ‘ministro dell’economia’ per la sua innata predisposizione a fare sempre gli interessi dello Stato e poi quelli dell’azienda e dell’eventuale cliente - mi ha detto Vittorio « chiedi e ti sarà dato», l’unica che ha avanzato perplessità, evidentemente non gli sono simpatico, è stata la signora Lopez che ci ha tenuto a rimarcare che erano testi che avevo già avuto in precedenza.
I cinque libri in questione sono dei quaderni del ‘Centro Studi Personalisti «Giovanni Duns Scoto» di Castellana Grotte e sono tutti curati dal padre professore Giovanni Lauriola, ad eccezione del terzo curato da padre Ambrogio Giacomo Manno che titola ‘ Introduzione al pensiero di Giovanni Duns Scoto’ e di cui vi cito un passo estrapolato dalla prefazione: «La dottrina della persona umana in Scoto riguarda non soltanto la vita individuale, ma anche tutta la realtà storica nelle concrete manifestazioni dello spirito: morale e diritto, politica ed economia…». Manno nella presentazione del libro ringrazia il professore Lauriola per la fattiva collaborazione nelle fasi di preparazione del testo per la stampa e per la disponibilità ad inserirlo nella collana da lui ideata, diretta e coordinata.
Il primo libro (1992) ha per titolo «Giovanni Duns Scoto» e si apre con una dedica particolare di padre Lauriola “Al Beato Duns Scoto nel VII centenario Ordinazione Sacerdotale il mio XXV di Sacerdozio con amore dedico” e sono gli Atti del Convegno cui parteciparono studiosi del calibro di Sileo, Manno, Bellino, Danese, Rosini e tanti altri; da segnalare che ogni libro riportava sul frontespizio interno - ad alcuni anche in copertina - il motto del Centro Studi Personalisti «Ora et Cogita e Cogita et Ora». Dal libro mi piace prelevare una riflessione del filosofo Francesco Bellino: «Come ha insegnato Sant’Agostino non è buono chi conosce il bene, ma chi lo ama. Ne deriva che la corruzione della volontà è peggiore di quella dell’intelligenza… Nel cuore dell’uomo, nell’abisso della sua libertà, nella scelta di essere di più o di annientarsi, nella dialettica tra l’assurdo e il mistero della fede, come ci ha additato Duns Scoto, bisogna cercare le risposte più profonde ai problemi della civiltà contemporanea e anche della bioetica».
Il teologo e filosofo francescano Duns Scoto era nato nel 1266 a Maxton in Scozia e morì a Colonia nel 1308, la sua formazione avvenne studiando ad Oxford e poi a Parigi e solo dopo la sua morte iniziò ad essere considerato dagli studiosi di tutto il mondo fino al punto che lo ‘scotismo’ divenne la dottrina ufficiale dell’Ordine francescano. Dopo quasi cinque lustri «La Pace come impegno» di padre Lauriola ci ricorda che per il bene del mondo è necessario che si agisca pensando che ricorrere alla forza è follia e ci vuole l’impegno di tutti - non solo di chi possiede il potere! - perché l’Umanità continui il suo percorso.
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