di FRANCESCO GRECO - “Ho vissuto a lungo e in buona salute. Lo devo a dio”, (Mechi Minami, 102 anni).
Perché il Giappone è terra di centenari? La giornalista Junko Takahashi ha voluto indagare e svelare le cause della longevità di oltre 65mila vecchi del Sol Levante (5 su 4 donne, e questa è già una notizia che procura un mezzo infarto a noi maschi) che hanno doppiato il record dei 100 anni: il loro stile di vita, abitudini alimentari, interessi, affetti, spiritualità , riti e miti, quotidianità , vissuti, ecc.
Per capire come si può arrivare a tale età in buona salute e godendosi i giorni, eventualmente se tale algoritmo è esportabile ad altre latitudini e longitudini del pianeta, culture distanti da quelle del Giappone moderno.
“Il segreto della longevità ” (Il metodo giapponese per vivere 100 anni), De Agostini, Milano 2018, pp. 344, euro 15,00 (incredibili le foto degli intervistati in appendice) è un bel reportage, brioso, leggero, divulgativo, fatto, come si dice sul campo, o meglio nelle case di uomini e donne che magari non pensavano di essere destinati a tale record.
“Gli amici sono il segreto per vivere più di cent’anni”, (Mechi).
Da sempre e ovunque l’uomo è intrigato dall’idea di una vita lunga e gratificante (ma anche dal ritorno). Re e Imperatori hanno bramato l’elisir più di altri, impegnando i loro sudditi nella ricerca. Fra mito e leggenda, qualcuno avrà anche trovato la formula alchemica, la pozione magica. Il primo Imperatore della Cina Qin Shi Huang (III secolo a. C.) morì intossicato dal mercurio: il suo inventore aveva sbagliato le dosi.
La prima cosa che salta agli occhi, ed è una costante: non esiste un percorso comune a queste persone, nel senso che ognuno è giunto a questa età camminando su un tratturo tutto suo, uno diverso dall’altro.
Ciò confonde chi credeva che si possono stilare regole di comportamento sovrapponibili in Oriente e Occidente, ma sancisce, ove ce ne fosse bisogno, l’unicità del dna umano e alla fin fine delle nostre vite, uniche e sole.
Nello specifico, la dieta dei giapponesi si basa su molto pesce, pochi grassi e carboidrati di origine vegetale. Ma anche la spiritualità intesa in modo originale (il culto degli antenati e dei propri cari defunti), oltre agli affetti famigliari (impensabili per noi che viviamo con le coronarie a pezzi) e altre stravaganze e superstizioni.
La giornalista fonda la sua ricerca strutturandola in nove paradigmi: alimentazione, attività fisica, malattie, lavoro, guerre e calamità , amore, religione, personalità , morte, stilando poi un decalogo che dovrebbe ispirare i nostri comportamenti virtuosi: “Concentrati sulle cose positive… Sii felice fino all’ultimo giorno e non lasciare che la paura della morte te lo impedisca…”. Facile a dirsi…
E conclude: “I centenari mi hanno raccontato con passione le traiettorie delle loro lunghe vite, lo cose che stavano facendo, gli obiettivi e i sogni per il futuro. Non solo sprizzavano energia, ma l’hanno trasmessa anche a me”.
E anche a noi occidentali, forse i meno predisposti alla lunga vita, anche per limiti culturali (ingoiamo il cibo senza masticarlo, ci riempiamo lo stomaco, siamo pessimisti e spesso depressi, il solo movimento che facciamo è quello seduti sul divano, col telecomando o spettegolando su Facebook, ecc.), ma illudersi è a costo zero, per cui procuratevelo subito e, chissà , camperete 100 anni, e rotti…
Perché il Giappone è terra di centenari? La giornalista Junko Takahashi ha voluto indagare e svelare le cause della longevità di oltre 65mila vecchi del Sol Levante (5 su 4 donne, e questa è già una notizia che procura un mezzo infarto a noi maschi) che hanno doppiato il record dei 100 anni: il loro stile di vita, abitudini alimentari, interessi, affetti, spiritualità , riti e miti, quotidianità , vissuti, ecc.
Per capire come si può arrivare a tale età in buona salute e godendosi i giorni, eventualmente se tale algoritmo è esportabile ad altre latitudini e longitudini del pianeta, culture distanti da quelle del Giappone moderno.
“Il segreto della longevità ” (Il metodo giapponese per vivere 100 anni), De Agostini, Milano 2018, pp. 344, euro 15,00 (incredibili le foto degli intervistati in appendice) è un bel reportage, brioso, leggero, divulgativo, fatto, come si dice sul campo, o meglio nelle case di uomini e donne che magari non pensavano di essere destinati a tale record.
“Gli amici sono il segreto per vivere più di cent’anni”, (Mechi).
Da sempre e ovunque l’uomo è intrigato dall’idea di una vita lunga e gratificante (ma anche dal ritorno). Re e Imperatori hanno bramato l’elisir più di altri, impegnando i loro sudditi nella ricerca. Fra mito e leggenda, qualcuno avrà anche trovato la formula alchemica, la pozione magica. Il primo Imperatore della Cina Qin Shi Huang (III secolo a. C.) morì intossicato dal mercurio: il suo inventore aveva sbagliato le dosi.
La prima cosa che salta agli occhi, ed è una costante: non esiste un percorso comune a queste persone, nel senso che ognuno è giunto a questa età camminando su un tratturo tutto suo, uno diverso dall’altro.
Ciò confonde chi credeva che si possono stilare regole di comportamento sovrapponibili in Oriente e Occidente, ma sancisce, ove ce ne fosse bisogno, l’unicità del dna umano e alla fin fine delle nostre vite, uniche e sole.
Nello specifico, la dieta dei giapponesi si basa su molto pesce, pochi grassi e carboidrati di origine vegetale. Ma anche la spiritualità intesa in modo originale (il culto degli antenati e dei propri cari defunti), oltre agli affetti famigliari (impensabili per noi che viviamo con le coronarie a pezzi) e altre stravaganze e superstizioni.
La giornalista fonda la sua ricerca strutturandola in nove paradigmi: alimentazione, attività fisica, malattie, lavoro, guerre e calamità , amore, religione, personalità , morte, stilando poi un decalogo che dovrebbe ispirare i nostri comportamenti virtuosi: “Concentrati sulle cose positive… Sii felice fino all’ultimo giorno e non lasciare che la paura della morte te lo impedisca…”. Facile a dirsi…
E conclude: “I centenari mi hanno raccontato con passione le traiettorie delle loro lunghe vite, lo cose che stavano facendo, gli obiettivi e i sogni per il futuro. Non solo sprizzavano energia, ma l’hanno trasmessa anche a me”.
E anche a noi occidentali, forse i meno predisposti alla lunga vita, anche per limiti culturali (ingoiamo il cibo senza masticarlo, ci riempiamo lo stomaco, siamo pessimisti e spesso depressi, il solo movimento che facciamo è quello seduti sul divano, col telecomando o spettegolando su Facebook, ecc.), ma illudersi è a costo zero, per cui procuratevelo subito e, chissà , camperete 100 anni, e rotti…