ROMA - "Salvini dovrebbe solo tacere perché è colpa loro se siamo arrivati fino a qui dopo 50 giorni di tira e molla, di caos e di scontri. Lezioni da Salvini non ne prendiamo perché per altri due mesi ha raccontato agli italiani solo bufale" ha dichiarato il segretario reggente del Partito Democratico, Maurizio Martina.
"E’ stato giusto fino a qui ribadire con coerenza e nettezza che l’onore e l’onere della prova spettasse a loro. Ma loro non ce l’hanno fatta, offrendo solo ambiguità . Ci hanno dato 50 giorni di proclami senza un passo concreto per il Paese. Un governo con Salvini come azionista di riferimento ci porterebbe da Orban contro gli interessi italiani. Andate a vedere come quei Paesi non hanno mai aiutato l'Italia su alcuni temi cruciali come quelli dell’immigrazione e scoprirete una grande verità dietro alla propaganda leghista. Ci viene chiesto di valutare un possibile percorso di confronto con il Movimento Cinque Stelle. Abbiamo riconosciuto alcuni fatti nuovi, a partire dalla chiusura definitiva del tentativo di accordo tra il Movimento, il centrodestra e la Lega, e abbiamo convocato la nostra direzione nazionale per confrontarci e decidere insieme proprio se aprire o meno questo lavoro. Non sfugge a nessuno di noi che questa strada è difficile e potrebbe anche non portare a un'intesa. Nessuno dimentica gli scontri che ci hanno diviso in questi anni dal Movimento Cinque Stelle. Siamo stati e continueremo ad essere esperienze profondamente diverse, alternative su molti fronti. Rivendicheremo sempre con orgoglio il nostro impegno per l’Italia con i nostri governi di questi anni. Non negheremo mai la nostra storia, la nostra identità , i nostri valori. Si tratta ora di decidere se accettare il confronto o meno per giudicarne gli esiti solo alla fine di un vero lavoro di approfondimento. Personalmente ritengo che sia nostro dovere farlo, rilanciando la sfida. Andando a vedere il merito di una possibile agenda d’impegni. Non farlo rischia in qualche modo di contribuire all’involuzione del nostro Paese anche sullo scenario europeo. Penso che in particolare la radicalità di ciò che è accaduto il 4 marzo ci debba portare a questo. Sfidare, non di certo arrenderci. E vorrei pensare che un grande partito come il nostro lo possa fare con la sua visione forte del futuro dell’Italia e con le sue priorità per i cittadini. Senza subalternità . Senza abiure. Senza pregiudizi. Ho grande rispetto per le opinioni di tutti su questo snodo, sono opinioni legittime di fronte a una scelta molto difficile. Ascolto chi non la pensa come me. Prego tutti di discuterne e rifletterci avendo sempre a cuore l’unità del Pd e della nostra comunità . Proviamo a ragionarci insieme. C’è davvero bisogno di tutto il Pd".
"E’ stato giusto fino a qui ribadire con coerenza e nettezza che l’onore e l’onere della prova spettasse a loro. Ma loro non ce l’hanno fatta, offrendo solo ambiguità . Ci hanno dato 50 giorni di proclami senza un passo concreto per il Paese. Un governo con Salvini come azionista di riferimento ci porterebbe da Orban contro gli interessi italiani. Andate a vedere come quei Paesi non hanno mai aiutato l'Italia su alcuni temi cruciali come quelli dell’immigrazione e scoprirete una grande verità dietro alla propaganda leghista. Ci viene chiesto di valutare un possibile percorso di confronto con il Movimento Cinque Stelle. Abbiamo riconosciuto alcuni fatti nuovi, a partire dalla chiusura definitiva del tentativo di accordo tra il Movimento, il centrodestra e la Lega, e abbiamo convocato la nostra direzione nazionale per confrontarci e decidere insieme proprio se aprire o meno questo lavoro. Non sfugge a nessuno di noi che questa strada è difficile e potrebbe anche non portare a un'intesa. Nessuno dimentica gli scontri che ci hanno diviso in questi anni dal Movimento Cinque Stelle. Siamo stati e continueremo ad essere esperienze profondamente diverse, alternative su molti fronti. Rivendicheremo sempre con orgoglio il nostro impegno per l’Italia con i nostri governi di questi anni. Non negheremo mai la nostra storia, la nostra identità , i nostri valori. Si tratta ora di decidere se accettare il confronto o meno per giudicarne gli esiti solo alla fine di un vero lavoro di approfondimento. Personalmente ritengo che sia nostro dovere farlo, rilanciando la sfida. Andando a vedere il merito di una possibile agenda d’impegni. Non farlo rischia in qualche modo di contribuire all’involuzione del nostro Paese anche sullo scenario europeo. Penso che in particolare la radicalità di ciò che è accaduto il 4 marzo ci debba portare a questo. Sfidare, non di certo arrenderci. E vorrei pensare che un grande partito come il nostro lo possa fare con la sua visione forte del futuro dell’Italia e con le sue priorità per i cittadini. Senza subalternità . Senza abiure. Senza pregiudizi. Ho grande rispetto per le opinioni di tutti su questo snodo, sono opinioni legittime di fronte a una scelta molto difficile. Ascolto chi non la pensa come me. Prego tutti di discuterne e rifletterci avendo sempre a cuore l’unità del Pd e della nostra comunità . Proviamo a ragionarci insieme. C’è davvero bisogno di tutto il Pd".
Secondo Martina "se la direzione del 3 maggio darà il via libera al confronto con i Cinque Stelle penso sia giusto che l'eventuale esito finale di questo lavoro venga valutato anche dalla nostra base nei territori con una consultazione". Così il segretario reggente intervenendo a L'intervista di Maria Latella su Skytg24.
"Il 3 maggio non dovremo decidere se fare o non fare un governo con M5s ma se iniziare un confronto - ha detto Martina -, entrare nel merito delle questioni, capire se ci possono essere punti d'intesa. Siamo forze molto diverse e la strada è in salita. Ma i presunti vincitori del voto del 4 marzo non hanno offerto prospettive e ipotesi concrete per il Paese. Credo che arrivati a questo punto sia giusto capire se esiste la possibilità di un confronto".