ROMA - Dichiarazione del presidente del gruppo regionale di Direzione Italia-Noi con l’Italia, Ignazio Zullo. "I Punti di Primo Intervento (PPI) - dichiara Zullo - sono strutture funzionali al sistema di emergenza sanitaria la cui funzione è indispensabile per alleviare i Pronto Soccorso (ormai diradati) degli ospedali da prestazioni correlate ad urgenze minori e per offrire al paziente una prima stabilizzazione nell'alta complessità, al fine di consentire il trasporto nel Pronto soccorso più appropriato.
Se è vero - prosegue Zullo - che il futuro dei PPI è la trasformazione in postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito, è altresì vero che questa trasformazione deve avvenire con il contemporaneo potenziamento dell’attività sanitaria territoriale al fine di trasferire al sistema dell’assistenza primaria le patologie a bassa gravità e che non richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di appropriatezza condivisi tra 118, DEA, HUB o Spoke di riferimento e Distretto, mantenendo rigorosamente separata la funzione di urgenza da quella dell’assistenza primaria.
Nella Puglia di Emiliano e del centrosinistra, purtroppo!, prevale il depauperamento dei luoghi di cura e delle risorse impiegate rispetto al potenziamento della Prevenzione e delle funzioni assistenziali territoriali. Insomma, si chiudono i PPI ma il potenziamento della medicina territoriale è lacunoso ed assente. E in assenza di potenziamento delle funzioni assistenziali territoriali, la chiusura dei PPI è da considerarsi pericolosa per i pazienti. E' sufficiente leggere il D.M. 70/2015, nella parte inerente la rete dell'emergenza-urgenza, per comprenderlo.
Già ora con i PPI attivi nelle sale dei pochi Pronto Soccorsi residuati assistiamo al sovraffollamento di pazienti costretti a lunghissime attese anche di 24 ore, figuriamoci cosa potrà avvenire con la chiusura dei PPI in assenza del potenziamento delle funzioni assistenziali territoriali.
Serve una rivoluzione civile e democratica che parta dalla presa di coscienza delle comunità di una Sanità Pugliese fatta di scelte di pianificazione ed organizzazione inaccettabili e dannose di un Presidente-Assessore assente ed inadeguato", conclude Zullo.
Se è vero - prosegue Zullo - che il futuro dei PPI è la trasformazione in postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito, è altresì vero che questa trasformazione deve avvenire con il contemporaneo potenziamento dell’attività sanitaria territoriale al fine di trasferire al sistema dell’assistenza primaria le patologie a bassa gravità e che non richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di appropriatezza condivisi tra 118, DEA, HUB o Spoke di riferimento e Distretto, mantenendo rigorosamente separata la funzione di urgenza da quella dell’assistenza primaria.
Nella Puglia di Emiliano e del centrosinistra, purtroppo!, prevale il depauperamento dei luoghi di cura e delle risorse impiegate rispetto al potenziamento della Prevenzione e delle funzioni assistenziali territoriali. Insomma, si chiudono i PPI ma il potenziamento della medicina territoriale è lacunoso ed assente. E in assenza di potenziamento delle funzioni assistenziali territoriali, la chiusura dei PPI è da considerarsi pericolosa per i pazienti. E' sufficiente leggere il D.M. 70/2015, nella parte inerente la rete dell'emergenza-urgenza, per comprenderlo.
Già ora con i PPI attivi nelle sale dei pochi Pronto Soccorsi residuati assistiamo al sovraffollamento di pazienti costretti a lunghissime attese anche di 24 ore, figuriamoci cosa potrà avvenire con la chiusura dei PPI in assenza del potenziamento delle funzioni assistenziali territoriali.
Serve una rivoluzione civile e democratica che parta dalla presa di coscienza delle comunità di una Sanità Pugliese fatta di scelte di pianificazione ed organizzazione inaccettabili e dannose di un Presidente-Assessore assente ed inadeguato", conclude Zullo.