di NICOLA ZUCCARO - Tre tensostrutture per altrettanti e più processi. Non è fiction ma è la realtà dura con la quale, dalla mattinata di lunedì 28 maggio 2018, magistrati, imputati e parti lese, assistiti dai rispettivi avvocati, dovranno convivere nell'area antistante la sede della Procura della Repubblica in via Nazariantz a Bari, sgomberata nei giorni scorsi per la relativa inagibilità .
Un'immagine poco edificante per l'amministrazione della Giustizia in una città che da anni reclama una rispettiva Cittadella. E, sulla scia delle assemblee che coinvolgono anche i dipendenti amministrativi del Ministero in servizio presso il Tribunale penale, alle 13.30 di oggi un corteo partirà da via Naziarantz per raggiungere il Palazzo di Giustizia in piazza Enrico De Nicola e simbolo di quella Bari dell'ingiustizia sulla quale avvocati e magistrati richiederanno giustizia (si perdoni il gioco di parole) alla presenza delle autorità civili, militari e religiose invitate alla manifestazione.
Un'immagine poco edificante per l'amministrazione della Giustizia in una città che da anni reclama una rispettiva Cittadella. E, sulla scia delle assemblee che coinvolgono anche i dipendenti amministrativi del Ministero in servizio presso il Tribunale penale, alle 13.30 di oggi un corteo partirà da via Naziarantz per raggiungere il Palazzo di Giustizia in piazza Enrico De Nicola e simbolo di quella Bari dell'ingiustizia sulla quale avvocati e magistrati richiederanno giustizia (si perdoni il gioco di parole) alla presenza delle autorità civili, militari e religiose invitate alla manifestazione.
CNF: "GIUSTIZIA IN TENDA, CASO BARI ELOQUENTE" - Il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, interviene sul caso della Procura della Repubblica di Bari che da giorni esercita la Giustizia in alcune tende, montate davanti al precedente Tribunale: “Bari rappresenta plasticamente la necessità di stanziare fondi straordinari per la Giustizia da destinare in strutture edilizie, mezzi e personale. Va dunque proseguita la politica di investimenti riavviata dal ministro Orlando e va invece abbandonata ogni tentazione di sacrificare le garanzie processuali, di privare i cittadini di presidi sul territorio, di snaturare il ruolo democratico della giurisdizione in nome di un risparmio e di una efficienza inesistenti.”
(ANSA) |
"Bisogna restituire a Bari un tribunale decoroso - attacca ancora Busto - e occorre farlo in tempi brevi: tecnicamente le soluzioni ci sono, l’importante è ci sia la volontà politica per attuarle. Non è possibile permettere che le udienze si svolgano all'interno di una tendopoli: ciò è contrario a qualsiasi criterio di buonsenso e di civiltà , oltre che a qualsivoglia misura di sicurezza prevista dalla legge. Le istituzioni locali, al di là del colore politico, si facciano portavoce a Roma di una situazione insostenibile e tutelino così i diritti e la dignità dei lavoratori del tribunale, oltre che dei cittadini baresi e pugliesi".