di NICOLA RICCHITELLI – Si chiude stasera a Roma - all’auditorium Parco della Musica – il “Maredentro tour” di Bungaro, per l’artista nativo di Brindisi un girovagare, un viaggio che ha toccato le città più importanti di Italia, così come spiega lo stesso cantante: «…il tour è iniziato subito dopo il festival di Sanremo ed ha toccato molte città, da Bologna a Cagliari, Lecce e quindi Bari, Ferrara, Civitanova Marche, qualche sera fa siamo stati al Blue Note di Milano, ed ogni data ha registrato tutto sold out, una cosa bellissima».
Maredentro - Il Viaggio – uscito lo scorso 9 febbraio - è un disco live, uno spettacolo dove l’artista pugliese raccoglie i momenti più significativi della sua carriera: «Da sempre sono stato privilegiato, fortunato, ho sempre scritto per le donne – anche per gli uomini a dire il vero, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Marco Mengoni – però con le voci femminili in qualche modo ci siamo sempre cercati, perché mi piace molto l’universo femminile, mi piace molto quando una voce femminile possa raccontare un certo tipo di storia, possa cantare un certo tipo di canzone. Immagina una donna che ti dice: io non ho paura... è molto più forte il concetto cantato da una donna che da un uomo, oltre a quello che c’è dentro un testo o una musica... ».
Oggi all’auditorium Parco della Musica di Roma è in programma l’ultima tappa del “Maredentro tour”. Bungaro, raccontaci un po’ di questo viaggio e ti chiedo se ci sarà da aspettarsi qualche sorpresa in occasione di quest’ultima serata…
R: «Di sorprese ce ne sono state già davvero tante, il tour è iniziato subito dopo il festival di Sanremo ed ha toccato molte città, da Bologna a Cagliari, Lecce e quindi Bari, Ferrara, Civitanova Marche, qualche sera fa siamo stati al Blue Note di Milano, ed ogni data ha registrato tutto sold out, una cosa bellissima. Anche per la data di Roma mi aspetto il tutto esaurito, gli organizzatori mi hanno già anticipato che mancano pochi posti, insomma sono molto contento perché c’è un pubblico straordinario che mi segue, poi questo è uno spettacolo molto particolare perché il pubblico che arriverà sarà accolto da un pianoforte, da una viola e un violoncello, un violino, un contrabbasso, un vibrafono e quindi percussioni e chitarre e la forza di queste canzoni che in questi anni hanno determinato la mia carriera».
Vuoi ricordare la squadra di musicisti che ti ha accompagnato in questo tour?
R:«Si, avrò al pianoforte Antonio Fresa, alla viola e violino Armand Priftuli, al violoncello Gabriela Ungureanu, al contrabasso Antonio de Luise e Marco Pacassoni al vibrafono, percussioni e batteria e io alle chitarre».
Tornando allo spettacolo, quindi, avremo non solo le tue canzoni ma anche quelle donate ad altri artisti più una chicca e un omaggio a Jovanotti?
R:«Si, esattamente. Questo è uno spettacolo imprevedibile, emozionante, pieno di sorprese, dove la forza sono le canzoni. Riporto a casa le tante canzoni che ho scritto durante questi anni, dalle canzoni scritte per Fiorella Mannoia a “Io non ho paura” scritta per Emma, “Il mare immenso” scritto per Giusy Ferreri, quindi le mie canzoni, e soprattutto un omaggio appunto come dicevi tu a Jovanotti: ho trasformato infatti il famoso “Ombelico del mondo” in “Lu viddiccu di lu mundu”, insomma non mi sono fatto mancare niente, compreso un omaggio a Domenico Modugno».
Un tour, un viaggio portato avanti con il vento in poppa proveniente dal Festival di Sanremo...
R:«Il Festival è stata la ciliegina sulla torta su di un viaggio iniziato tanti anni fa. Un viaggio che è iniziato navigando lentamente come è giusto che fosse, perché “Maredentro” e quindi tutto il progetto che ruota attorno a questo album nascono prima del Festival. Partecipare al Festival mi ha messo energia, mi ha riacceso la luce, io avevo già vinto quattro premi della critica, avevo partecipato da solo quattro volte e tre come autore, comunque non era la prima volta che salivo su quel palco e che portavo a casa premi importanti, bastava riaccendere la luce su un progetto che già c’era da un po’ di anni su cui stavo lavorando lentamente come piace fare a me. Io mi sento un artigiano della musica».
Tra l’altro ricordiamo che nell’album “Maredentro – Il viaggio” è contenuto il brano portato a Sanremo – ed interpretato con Ornella Vanoni e Pacifico - “Imparare ad amarsi”, brano di cui in qualche modo ti sei riappropriato cantandolo da solo nell’arco di questo tour…
R:«Si ho voluto che in qualche modo rimanesse la coerenza del sound, perché tutto il disco è fatto con questi strumenti, e volevo riproporla con la viola, il violoncello, il vibrafono, batteria, pianoforte e chitarre, perché questo ti fa capire la mia onestà di riportare la canzone nel mio sound, così come ne “La previsione della mia felicità” – il mio nuovo singolo – dove dietro ci sono progettualità e non strategie, magari era molto più facile mettere la versione fatta con la Vanoni e Pacifico e popolarizzare di più il brano, invece mi piace sempre giocare trasparente, quindi questa è un'occasione di sentire dalla voce dell’autore e dell’interprete un’altra versione».
Anche perché il pezzo nasce così, inizialmente lo avresti dovuto interpretare da solo sul palco dell’Ariston, in realtà è stato un ritorno al punto di partenza…
R:«Inizialmente sì, poi Claudio mi ha proposto appunto di farlo con la Vanoni ed io sono stato ben felice di farlo, anche perché per Ornella avevo già scritto in passato, quindi quando mi è stato proposto per me è stata una bellissima sorpresa, ed ho detto subito sì, perché è una delle più grandi artiste rimaste assieme a Mina. Loro sono le regine indiscusse della musica italiana».
Un album “Maredentro – Il viaggio” che ruota attorno al mare e al viaggio…
R:«Il mare è tutta la mia vita, sono nato a Brindisi, sul porto, mio nonno era pescatore, mia madre e mio padre si sono conosciuti in mare, “Maredentro” appunto da cui prende il nome l’album e i miei spettacoli; mentre parlo con te in questo momento sono appunto davanti al mare, il mare per me ha una potenza incredibile, è molto stimolante, io sono un uomo del mare, quindi puoi immaginare quanto esso sia per me totalizzante».
Da sempre sei definito l’autore delle donne. Come spieghi questa simbiosi e questo rapporto particolare con l’universo femminile?
R:«Da sempre sono stato privilegiato, fortunato, ho sempre scritto per le donne – anche per gli uomini a dire il vero, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Marco Mengoni – però con le voci femminili in qualche modo ci siamo sempre cercati, perché mi piace molto l’universo femminile, mi piace molto quando una voce femminile può raccontare un certo tipo di storia, cantare un certo tipo di canzone. Immagina una donna che ti dice: io non ho paura... è molto più forte il concetto cantato da una donna che da un uomo, oltre a quello che c’è dentro un testo o una musica. Ho avuto la fortuna di scrivere sempre per voci pensanti della musica italiana ma anche internazionale».
Terminato il tour, in quali altri progetti ti vedremo impegnato nei prossimi mesi?
R:«Finito il tour a giugno riprendo la mia attività di scrittura, sto finendo di produrre il disco di una grande artista, Rachele, un'artista con cui sto lavorando già da cinque anni. Poi da luglio riprende il tour, sarò in giro per tutta l’Italia, prenderò parte a molti festival, dal Trentino fino alla Puglia, farò concerti mirati, sul mare, concerti dove c’è un pubblico in sintonia con questo tipo di musica».
Maredentro - Il Viaggio – uscito lo scorso 9 febbraio - è un disco live, uno spettacolo dove l’artista pugliese raccoglie i momenti più significativi della sua carriera: «Da sempre sono stato privilegiato, fortunato, ho sempre scritto per le donne – anche per gli uomini a dire il vero, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Marco Mengoni – però con le voci femminili in qualche modo ci siamo sempre cercati, perché mi piace molto l’universo femminile, mi piace molto quando una voce femminile possa raccontare un certo tipo di storia, possa cantare un certo tipo di canzone. Immagina una donna che ti dice: io non ho paura... è molto più forte il concetto cantato da una donna che da un uomo, oltre a quello che c’è dentro un testo o una musica... ».
Oggi all’auditorium Parco della Musica di Roma è in programma l’ultima tappa del “Maredentro tour”. Bungaro, raccontaci un po’ di questo viaggio e ti chiedo se ci sarà da aspettarsi qualche sorpresa in occasione di quest’ultima serata…
R: «Di sorprese ce ne sono state già davvero tante, il tour è iniziato subito dopo il festival di Sanremo ed ha toccato molte città, da Bologna a Cagliari, Lecce e quindi Bari, Ferrara, Civitanova Marche, qualche sera fa siamo stati al Blue Note di Milano, ed ogni data ha registrato tutto sold out, una cosa bellissima. Anche per la data di Roma mi aspetto il tutto esaurito, gli organizzatori mi hanno già anticipato che mancano pochi posti, insomma sono molto contento perché c’è un pubblico straordinario che mi segue, poi questo è uno spettacolo molto particolare perché il pubblico che arriverà sarà accolto da un pianoforte, da una viola e un violoncello, un violino, un contrabbasso, un vibrafono e quindi percussioni e chitarre e la forza di queste canzoni che in questi anni hanno determinato la mia carriera».
Vuoi ricordare la squadra di musicisti che ti ha accompagnato in questo tour?
R:«Si, avrò al pianoforte Antonio Fresa, alla viola e violino Armand Priftuli, al violoncello Gabriela Ungureanu, al contrabasso Antonio de Luise e Marco Pacassoni al vibrafono, percussioni e batteria e io alle chitarre».
Tornando allo spettacolo, quindi, avremo non solo le tue canzoni ma anche quelle donate ad altri artisti più una chicca e un omaggio a Jovanotti?
R:«Si, esattamente. Questo è uno spettacolo imprevedibile, emozionante, pieno di sorprese, dove la forza sono le canzoni. Riporto a casa le tante canzoni che ho scritto durante questi anni, dalle canzoni scritte per Fiorella Mannoia a “Io non ho paura” scritta per Emma, “Il mare immenso” scritto per Giusy Ferreri, quindi le mie canzoni, e soprattutto un omaggio appunto come dicevi tu a Jovanotti: ho trasformato infatti il famoso “Ombelico del mondo” in “Lu viddiccu di lu mundu”, insomma non mi sono fatto mancare niente, compreso un omaggio a Domenico Modugno».
Un tour, un viaggio portato avanti con il vento in poppa proveniente dal Festival di Sanremo...
R:«Il Festival è stata la ciliegina sulla torta su di un viaggio iniziato tanti anni fa. Un viaggio che è iniziato navigando lentamente come è giusto che fosse, perché “Maredentro” e quindi tutto il progetto che ruota attorno a questo album nascono prima del Festival. Partecipare al Festival mi ha messo energia, mi ha riacceso la luce, io avevo già vinto quattro premi della critica, avevo partecipato da solo quattro volte e tre come autore, comunque non era la prima volta che salivo su quel palco e che portavo a casa premi importanti, bastava riaccendere la luce su un progetto che già c’era da un po’ di anni su cui stavo lavorando lentamente come piace fare a me. Io mi sento un artigiano della musica».
Tra l’altro ricordiamo che nell’album “Maredentro – Il viaggio” è contenuto il brano portato a Sanremo – ed interpretato con Ornella Vanoni e Pacifico - “Imparare ad amarsi”, brano di cui in qualche modo ti sei riappropriato cantandolo da solo nell’arco di questo tour…
R:«Si ho voluto che in qualche modo rimanesse la coerenza del sound, perché tutto il disco è fatto con questi strumenti, e volevo riproporla con la viola, il violoncello, il vibrafono, batteria, pianoforte e chitarre, perché questo ti fa capire la mia onestà di riportare la canzone nel mio sound, così come ne “La previsione della mia felicità” – il mio nuovo singolo – dove dietro ci sono progettualità e non strategie, magari era molto più facile mettere la versione fatta con la Vanoni e Pacifico e popolarizzare di più il brano, invece mi piace sempre giocare trasparente, quindi questa è un'occasione di sentire dalla voce dell’autore e dell’interprete un’altra versione».
Anche perché il pezzo nasce così, inizialmente lo avresti dovuto interpretare da solo sul palco dell’Ariston, in realtà è stato un ritorno al punto di partenza…
R:«Inizialmente sì, poi Claudio mi ha proposto appunto di farlo con la Vanoni ed io sono stato ben felice di farlo, anche perché per Ornella avevo già scritto in passato, quindi quando mi è stato proposto per me è stata una bellissima sorpresa, ed ho detto subito sì, perché è una delle più grandi artiste rimaste assieme a Mina. Loro sono le regine indiscusse della musica italiana».
Un album “Maredentro – Il viaggio” che ruota attorno al mare e al viaggio…
R:«Il mare è tutta la mia vita, sono nato a Brindisi, sul porto, mio nonno era pescatore, mia madre e mio padre si sono conosciuti in mare, “Maredentro” appunto da cui prende il nome l’album e i miei spettacoli; mentre parlo con te in questo momento sono appunto davanti al mare, il mare per me ha una potenza incredibile, è molto stimolante, io sono un uomo del mare, quindi puoi immaginare quanto esso sia per me totalizzante».
Da sempre sei definito l’autore delle donne. Come spieghi questa simbiosi e questo rapporto particolare con l’universo femminile?
R:«Da sempre sono stato privilegiato, fortunato, ho sempre scritto per le donne – anche per gli uomini a dire il vero, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Marco Mengoni – però con le voci femminili in qualche modo ci siamo sempre cercati, perché mi piace molto l’universo femminile, mi piace molto quando una voce femminile può raccontare un certo tipo di storia, cantare un certo tipo di canzone. Immagina una donna che ti dice: io non ho paura... è molto più forte il concetto cantato da una donna che da un uomo, oltre a quello che c’è dentro un testo o una musica. Ho avuto la fortuna di scrivere sempre per voci pensanti della musica italiana ma anche internazionale».
Terminato il tour, in quali altri progetti ti vedremo impegnato nei prossimi mesi?
R:«Finito il tour a giugno riprendo la mia attività di scrittura, sto finendo di produrre il disco di una grande artista, Rachele, un'artista con cui sto lavorando già da cinque anni. Poi da luglio riprende il tour, sarò in giro per tutta l’Italia, prenderò parte a molti festival, dal Trentino fino alla Puglia, farò concerti mirati, sul mare, concerti dove c’è un pubblico in sintonia con questo tipo di musica».