Amaurys Perez (intervista): «Cosa mi manca di Cuba? La possibilità che hanno i cubani di essere felici con poco»

di NICOLA RICCHITELLI – E’ stato tra gli indiscussi protagonisti della tredicesima edizione dell’Isola dei Famosi. Ospite quest’oggi del nostro spazio dedicato alle interviste l’ex campione di pallanuoto Amaurys Perez.

Dalla pallanuoto all’Isola, dalla piscina al tubo catodico, non poteva che rimbalzare tra queste due sponde la nostra chiacchierata con l’ex campione di Posillipo e Acquachiara, toccando i diversi momenti della sua carriera e della sua vita.   

Amaurys, innanzitutto permettimi di darti seppur virtuale il benvenuto nel nostro spazio editoriale.

Perché si sceglie di vivere un'esperienza estrema come quella dell’Isola dei famosi?
R: «Innanzitutto curiosità, vivere un esperienza del genere, avere la possibilità di andare su un'isola e isolarti da tutto e da tutti non è una cosa che ti capita tutti i giorni, da sportivo, da uomo vissuto poiché ho vissuto in tanti paesi. Ecco, mi piaceva fare un'esperienza di questo tipo».

Quali i ricordi nel bene e nel male che ti porti dentro di questa esperienza?
R: «Sicuramente la natura, le belle amicizie che si sono create, anche se la lontananza dalla mia famiglia è stata la cosa che più ho sofferto».

Hai sofferto di più un certo tipo di gossip o la fame?
R: «Queste sono cose che a me non  interessano, interessano zero…».

Dal 2013 – anno della tua prima esperienza tv a Ballando con le stelle – ad oggi sono tanti i programmi a cui hai preso parte. Cosa ti affascina del mondo della televisione e perché ad un certo momento hai deciso di entrarci? 
R: «Non ho deciso io di entrarci ma sono stato catapultato per caso, ad ogni modo il mio futuro non lo vedo in televisione, anche se è un mondo che mi diverte. Se mi chiamano ben venga, ma non mi sento di progettare il mio futuro nell’ambito della televisione. Il mio mondo è la pallanuoto e produrre birra artigianale».

Dire Amaurys Perez significa dire pallanuoto. Come ti sei ritrovato in una piscina a insaccare palloni in una rete?
R: «L’amore per questo sport è nato quando ancora ero a Cuba, tanti anni fa. È stata una bella lotta per arrivare dove sono arrivato, i tanti traguardi raggiunti con la nazionale italiana, allenarsi per sette ore giorno per tanto tempo…».

Un palmares importante il tuo, ricordiamolo: un mondiale in Cina nel 2011 e l’argento a Londra nel 2012. C’è qualcosa però che è mancato alla tua carriera?
R: «Sono tante, la finale di Europa League raggiunta a livello di club, quando giocavo con l’Acquachiara, e non ti nascondo che quella è una sconfitta che ancora mi brucia, il bronzo di Eindhoven nel 2012 perso contro l’Ungheria con la nazionale italiana…».



Da Cuba all’Italia come avviene il distacco dal tuo paese?
R: «Ho lasciato la mia terra per lo sport, sono arrivato in Italia nel 2004, ma in realtà il distacco dalla mia terra era avvenuto molto tempo prima, sono stato prima in Spagna e poi in Italia».

Ci torni spesso a Cuba?
R: «Certo».

Cosa ti manca della tua terra?
R: «Mi manca l’El patio, il quartiere… e mi manca la possibilità che hanno i cubani di essere felici con poche cose».

E quanto sei a Cuba cosa ti manca dell’Italia?
R:«Sicuramente il cibo (ride)».

Amaurys, in futuro ti ci vedi più a bordo piscina ad allenare oppure protagonista nel tubo catodico?
R:«Per ora mi dedico alla produzione della mia birra artigianale, Zion, prodotta a Rende dalle zone di Cosenza, poi si vedrà…».

CONTACTS: 

https://www.facebook.com/AmaurysPerezOfficial/

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