BARI - È stata approvata ieri dal Consiglio comunale la delibera che definisce nuovi limiti all’applicazione della legge regionale 14/2009 (il cosiddetto Piano casa) con riferimento a porzioni di territorio di particolare rilevanza storico - architettonica.
Il Piano casa disciplina, come noto, l’esecuzione di interventi edilizi - ampliamento, demolizione e ricostruzione con cambio di destinazione d’uso - anche in deroga alla pianificazione urbanistica comunale, fissando modalità , premialità in termini di incremento volumetrico e limiti specifici di applicazione con riferimento all’edificato esistente.
Nel territorio comunale di Bari le istanze presentate si sono decuplicate negli ultimi tre anni mettendo in gioco circa 800.000 mc di volumi per nuove residenze. Allo stesso tempo la Regione ha devoluto ai Comuni la possibilità di escludere l’applicazione di questa norma derogatoria nelle parti del territorio comunale dove è ritenuta non opportuna “in relazione a caratteristiche storico-culturali, morfologiche, paesaggistiche e alla funzionalità urbanistica”. Per questa ragione è importante che i Comuni svolgano un ruolo attivo nell’individuazione delle esclusioni nel proprio territorio.
L’amministrazione comunale ha già provveduto nello scorso mese di marzo ad escludere dalla possibilità di intervento le aree produttive. La delibera approvata venerdì accoglie l’emendamento presentato in quella circostanza dal consigliere Marco Bronzini, e non approvato per un cavillo formale, con l’obiettivo di tutelare tutti quegli edifici che, sebbene non siano vincolati direttamente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, rivestono un particolare rilievo storico-architettonico.
In particolare, si tratta degli edifici ricadenti nei quartieri Madonnella, Murat e Libertà già identificati a seguito di una puntuale ricognizione effettuata a partire dal 2010 dagli Uffici della ripartizione Urbanistica, di cui è stata riconosciuta l’inopportunità della sostituzione attraverso diversi atti amministrativi (delibere di Consiglio comunale e di Giunta comunale approvate tra il 2010 e il 2015) nonché degli immobili qualificati “Segnalazioni architettoniche” nell’ambito della variante di adeguamento del PRG al PUTT/P definitivamente approvata con delibera di Consiglio comunale nel 2014 (n. 4 del 18.03.2014) diffusi in tutto il territorio comunale.
“Questo provvedimento - ha dichiarato l’assessora all’Urbanistica Carla Tedesco - è stato pensato, in particolare, per tutelare le testimonianze di un patrimonio storico che definisce tratti identitari importanti della Bari sorta oltre la città vecchia tra il XIX e gli inizi del XX secolo. Inoltre, mira ad evitare nuove operazioni di trasformazione edilizia che comporterebbero un ulteriore aumento del carico insediativo in un contesto urbanistico già gravato dai noti problemi legati al traffico e alla carenza di parcheggi. Ringrazio Marco Bronzini che ha fortemente voluto questa delibera e i consiglieri comunali che hanno colto appieno il senso della delibera stessa, che si aggiunge a quella approvata lo scorso mese di marzo e finalizzata ad escludere interventi di ampliamento o di ricostruzione di immobili nelle aree destinate ad attività produttive; entrambe, infatti, confermano la nostra visione di una città sostenibile capace di svilupparsi scongiurando gli errori commessi in passato”.
“Troppo spesso abbiamo assistito, probabilmente anche per superficialità culturale nel ventennio postbellico, per meri fini speculativi sino ai giorni d’oggi, alla distruzione di pregevoli testimonianze di questa città - ha dichiarato il consigliere Marco Bronzini -. Si pensi alla demolizione dello storico palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno in piazza Moro o ai numerosi palazzi “moderni” che hanno cannibalizzato il meraviglioso centro murattiano che nasceva da una scientifica progettazione in cui erano in perfetta armonia, per esempio, l’altezza delle volumetrie e la larghezza della strade, per garantire opportune inclinazioni ai raggi solari in riferimento agli spiccati degli edifici e lo scorrere delle stagioni: a nessuno sfugge che oggi palazzi in muratura di pochi piani soccombono all’ombra di edifici adiacenti di ben altra altezza, architettura e struttura.
Naturalmente oggi si presta anche attenzione ai restauri necessari per la vetustà degli edifici in questione, ma ovviamente vincolati all’originario disegno ed alle peculiari caratteristiche di rifinitura ed abbellimento, sebbene anch’esse funzionali.
Insomma, era necessario questo ulteriore passaggio in aula per definire in modo inequivocabile regole chiare per proprietari, imprenditori, operatori del settore e, soprattutto, per la città di Bari alla quale noi confermiamo un’idea di città e di cultura (peraltro in coerente continuità con un’idea di urbanistica già voluta dalla precedente amministrazione), che dall’inizio dell’amministrazione Decaro viaggia in modo sicuro e senza esitazioni, nell’interesse dell’intera città di Bari che è sempre più attenzionata da un flusso di turisti e operatori stranieri che ne rimangano affascinati per tutto ciò che siamo in grado di proporre ed offrire all’occhio attento del visitatore”.
Il Piano casa disciplina, come noto, l’esecuzione di interventi edilizi - ampliamento, demolizione e ricostruzione con cambio di destinazione d’uso - anche in deroga alla pianificazione urbanistica comunale, fissando modalità , premialità in termini di incremento volumetrico e limiti specifici di applicazione con riferimento all’edificato esistente.
Nel territorio comunale di Bari le istanze presentate si sono decuplicate negli ultimi tre anni mettendo in gioco circa 800.000 mc di volumi per nuove residenze. Allo stesso tempo la Regione ha devoluto ai Comuni la possibilità di escludere l’applicazione di questa norma derogatoria nelle parti del territorio comunale dove è ritenuta non opportuna “in relazione a caratteristiche storico-culturali, morfologiche, paesaggistiche e alla funzionalità urbanistica”. Per questa ragione è importante che i Comuni svolgano un ruolo attivo nell’individuazione delle esclusioni nel proprio territorio.
L’amministrazione comunale ha già provveduto nello scorso mese di marzo ad escludere dalla possibilità di intervento le aree produttive. La delibera approvata venerdì accoglie l’emendamento presentato in quella circostanza dal consigliere Marco Bronzini, e non approvato per un cavillo formale, con l’obiettivo di tutelare tutti quegli edifici che, sebbene non siano vincolati direttamente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, rivestono un particolare rilievo storico-architettonico.
In particolare, si tratta degli edifici ricadenti nei quartieri Madonnella, Murat e Libertà già identificati a seguito di una puntuale ricognizione effettuata a partire dal 2010 dagli Uffici della ripartizione Urbanistica, di cui è stata riconosciuta l’inopportunità della sostituzione attraverso diversi atti amministrativi (delibere di Consiglio comunale e di Giunta comunale approvate tra il 2010 e il 2015) nonché degli immobili qualificati “Segnalazioni architettoniche” nell’ambito della variante di adeguamento del PRG al PUTT/P definitivamente approvata con delibera di Consiglio comunale nel 2014 (n. 4 del 18.03.2014) diffusi in tutto il territorio comunale.
“Questo provvedimento - ha dichiarato l’assessora all’Urbanistica Carla Tedesco - è stato pensato, in particolare, per tutelare le testimonianze di un patrimonio storico che definisce tratti identitari importanti della Bari sorta oltre la città vecchia tra il XIX e gli inizi del XX secolo. Inoltre, mira ad evitare nuove operazioni di trasformazione edilizia che comporterebbero un ulteriore aumento del carico insediativo in un contesto urbanistico già gravato dai noti problemi legati al traffico e alla carenza di parcheggi. Ringrazio Marco Bronzini che ha fortemente voluto questa delibera e i consiglieri comunali che hanno colto appieno il senso della delibera stessa, che si aggiunge a quella approvata lo scorso mese di marzo e finalizzata ad escludere interventi di ampliamento o di ricostruzione di immobili nelle aree destinate ad attività produttive; entrambe, infatti, confermano la nostra visione di una città sostenibile capace di svilupparsi scongiurando gli errori commessi in passato”.
“Troppo spesso abbiamo assistito, probabilmente anche per superficialità culturale nel ventennio postbellico, per meri fini speculativi sino ai giorni d’oggi, alla distruzione di pregevoli testimonianze di questa città - ha dichiarato il consigliere Marco Bronzini -. Si pensi alla demolizione dello storico palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno in piazza Moro o ai numerosi palazzi “moderni” che hanno cannibalizzato il meraviglioso centro murattiano che nasceva da una scientifica progettazione in cui erano in perfetta armonia, per esempio, l’altezza delle volumetrie e la larghezza della strade, per garantire opportune inclinazioni ai raggi solari in riferimento agli spiccati degli edifici e lo scorrere delle stagioni: a nessuno sfugge che oggi palazzi in muratura di pochi piani soccombono all’ombra di edifici adiacenti di ben altra altezza, architettura e struttura.
Naturalmente oggi si presta anche attenzione ai restauri necessari per la vetustà degli edifici in questione, ma ovviamente vincolati all’originario disegno ed alle peculiari caratteristiche di rifinitura ed abbellimento, sebbene anch’esse funzionali.
Insomma, era necessario questo ulteriore passaggio in aula per definire in modo inequivocabile regole chiare per proprietari, imprenditori, operatori del settore e, soprattutto, per la città di Bari alla quale noi confermiamo un’idea di città e di cultura (peraltro in coerente continuità con un’idea di urbanistica già voluta dalla precedente amministrazione), che dall’inizio dell’amministrazione Decaro viaggia in modo sicuro e senza esitazioni, nell’interesse dell’intera città di Bari che è sempre più attenzionata da un flusso di turisti e operatori stranieri che ne rimangano affascinati per tutto ciò che siamo in grado di proporre ed offrire all’occhio attento del visitatore”.