di FRANCESCO GRECO - LECCE. Dostoevskij aveva ragione: “La bellezza salverà il mondo”. E a sud tutto è bellezza: la luce piove verticale, e la svela in tutte le sue infinite declinazioni. Piccola “capitale” affacciata sul Mediterraneo, crocevia di etnie, intrecci di linguaggi, contaminazioni di culture, da secoli Lecce barocca dona al mondo bellezza, arte, genialità: ieri Ennio e Livio, oggi Vincenzo Ciardo e Carmelo Bene, Antonio Conte, Emma Marrone, ecc.
Dea di bellezza, l’antica Lupiae è “capitale” del Mediterraneo anche nella moda. Da Capasa a Caracuta, da Ventura de Gnon a Maria Grazia Chiuri (maison Dior), per citarne solo alcuni, nascono all’ombra del Duomo, fra gechi e folletti, briganti e tarante, e poi la loro arte, il gusto, l’originalità, la raffinatezza emozionano e conquistano il mondo.
E’ dal marzo 1984 (prima sede a Copertino) che la Scuola di Moda di Rosanna Calcagnile si è data la mission di scannerizzare Terra d’Otranto, e l’intera Puglia, alla ricerca dei talentuosi di domani.
Svezzati alla “Calcagnile Academy” (oggi affaccia sulla deliziosa piazza Mazzini, cuore della città operosa, moderna, insonne), affinato l’istinto creativo, acquisita sicurezza dei mezzi espressivi, spiccheranno il volo verso i marchi dell’alta moda nazionale (Valentino, Gattinoni, ecc.).
L’esame di fine anno diventa una sorprendente “passerella” delle tendenze in progress, un melting-pot, la sintesi di quel che indosserà (sul lavoro, in vacanza, nel tempo libero, le serate mondane) per sentirsi equilibrati e sicuri di sè, maturare l’autostima, dare così il meglio dopo aver raggiunto “il benessere psico-fisico…” osserva la maestra Calcagnile). Insomma, il proprio aleph.
Davanti a una giuria qualificata, di cui facevano parte l’hair-stilist Alex Margiotta, la stilista di abiti da sposa e fashion design Dolores Mauro (Aradeo), la fashion design barese Santa Scioscio, la consulente fashion Silvana Caprino da Guagnano (“Vorrei far sfilare la gente comune, quella che incontriamo ogni giorno per la strada…”, un input neorealistico facile da condividere: avremmo meno modelle anoressiche, costruite in palestra), e infine il cronista.
Gli allievi hanno illustrato le loro invenzioni (ideazione, progettazione, realizzazione di un capo), spiegato le tecniche usate, gli accoppiamenti cromatici, i giochi con le varie stoffe, le soluzioni più ardite, inaspettate, dettate da una creatività senza freni.
Come la giacca col cappuccio di Arianna Calò (Erchie) e le scansioni di Simone De Leo (Bari) e Arianna Morello (Tricase). Che hanno puntato una parlamentare europea pugliese, non un must di eleganza (“personaggio difficile da vestire”), e l’hanno rimodulato (analisi dello stile, cromia, confezione, ecc.) da cima a fondo (tunica e vestito a trapezio gli abiti consigliati, make-up e pietre, l’autunno la sua stagione…).
Se solo volesse farsi consigliare da questi due ragazzi farebbe bella figura a Bruxelles, e pure noi suoi conterranei e compatrioti.
Ma sin dal primo giorno, alla Calcagnile Academy (“una grande famiglia”) si parlano tutte le lingue del pianeta. E’ polacca la modellista Ewa Stepien: ha girato il mondo (da Cuba a Singapore). A Lecce con una borsa di studio, ha presentato, fra l’altro, una giacca in lana cotta, grigia. L’attenzione certosina ai particolari ha sorpreso favorevolmente la giuria. “Il mio è anche un lavoro introspettivo, rappresenta il mio stile di vita. Penso a una donna libera, a suo agio in qualsiasi posto del mondo…”.
Gabriella Cassiano (23 anni, da Ceglie Messapica, originaria di Leuca), dinamica (“Non mi fermo mai!”), vorrebbe fare la sarta di alta moda: “Ho scoperto la mia passione per il cucito… Vorrei essere quella che fa quell’abito”. Seria e determinata. Come le sorelle Lucia e Luigia Bardicchia (Sandonaci, BR), coinvolte in due progetti di cui ha parlato anche Mariella Milani, Rai, realtà già mature, pronte per affermarsi.
Intrigante e ben sviluppato poi il progetto “Identity” di Gaia Contestabile Ciaccio (Taranto), ispirato dal film omonimo sulla doppia personalità, il gioco dei contrasti (esaltati anche dai chiaroscuri dei colori del bambù), per una donna adulta e forte, ma a volte insicura. Le spalline posticce? Una donna determinata, a cui l’opinione altrui interessa relativamente.
C’è da scommettere, di questi talentuosi si parlerà già domani.
Sospesa fra XX e XXI secolo, l’Academy continua così la sua avventura per il Mediterraneo e le sue ricchezze, per annusare e far emergere il meglio della creatività dei territori, che per esprimersi hanno bisogno di tutor appassionati per far proprie le competenze tecniche necessarie a innalzarsi nel cielo.
Sorride, alla fine della passerella, la fondatrice, pugno di ferro in un guanto di velluto: “Per farcela devi avere una forza dentro, fuori dagli schemi, dalle omologazioni…”. Like.