BARI - La creazione di un’agenzia regionale dedicata all’emergenza, con 4mila dipendenti e il relativo personale amministrativo, rischia di appesantire la Sanità pugliese, che invece ha bisogno di strutture snelle e flessibili. La nascita di pesanti strutture di staff potrebbero far crescere i costi proprio in un momento in cui la Sanità pugliese ha bisogno di risorse.
Il modello pugliese attuale dei Sistemi 118 provinciali si è dimostrato efficiente ed efficace, sia dal punto di vista clinico che organizzativo, anche a confronto con le altre realtà nazionali: secondo i dati forniti dalle società scientifiche di settore, il tempo medio di arrivo sulla scena in area urbana ed extraurbana, per codici rossi e gialli, è di 16 minuti e 8 secondi, tra i più veloci in Italia; oltre l’80% dei pazienti in codice rosso viene assistito da equipaggi sanitari aventi a bordo medico ed infermiere, ossia in grado di effettuare diagnosi e terapia potenzialmente salvavita, dato di assoluto rilievo qualitativo a livello nazionale ed internazionale; proprio grazie all’elevato indice di medicalizzazione e di infermierizzazione degli equipaggi di soccorso, il 30% di tutti i pazienti viene visitato, trattato e lasciato a domicilio, evitando accessi inappropriati al Pronto Soccorso.
Con l’agenzia regionale la governance del sistema dell'emergenza passerebbe nuovamente alla politica, implementando quindi un modello di sanità in cui per l'ennesima volta si marginalizzano medici e operatori sanitari, proprio chi può applicare un governo sanitario del sistema e con le proprie competenze e la propria esperienza può garantire al meglio la salute dei cittadini.
“Nella nostra regione il sistema del 118 funziona." - commenta Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari - “Definire il 118 pugliese ‘delirante’ è mortificante nei confronti dei colleghi medici che quotidianamente mettono a rischio la propria incolumità su strada per salvare vite umane. A loro va la mia solidarietà e il mio ringraziamento, come Presidente dell’Ordine dei medici, per l’impegno che profondono nel proprio lavoro. Invito il Presidente Emiliano, come Assessore alla Salute, a fare altrettanto, perché mai come in questo momento i medici che si trovano in prima linea hanno bisogno di sostegno”.
Il modello pugliese attuale dei Sistemi 118 provinciali si è dimostrato efficiente ed efficace, sia dal punto di vista clinico che organizzativo, anche a confronto con le altre realtà nazionali: secondo i dati forniti dalle società scientifiche di settore, il tempo medio di arrivo sulla scena in area urbana ed extraurbana, per codici rossi e gialli, è di 16 minuti e 8 secondi, tra i più veloci in Italia; oltre l’80% dei pazienti in codice rosso viene assistito da equipaggi sanitari aventi a bordo medico ed infermiere, ossia in grado di effettuare diagnosi e terapia potenzialmente salvavita, dato di assoluto rilievo qualitativo a livello nazionale ed internazionale; proprio grazie all’elevato indice di medicalizzazione e di infermierizzazione degli equipaggi di soccorso, il 30% di tutti i pazienti viene visitato, trattato e lasciato a domicilio, evitando accessi inappropriati al Pronto Soccorso.
Con l’agenzia regionale la governance del sistema dell'emergenza passerebbe nuovamente alla politica, implementando quindi un modello di sanità in cui per l'ennesima volta si marginalizzano medici e operatori sanitari, proprio chi può applicare un governo sanitario del sistema e con le proprie competenze e la propria esperienza può garantire al meglio la salute dei cittadini.
“Nella nostra regione il sistema del 118 funziona." - commenta Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari - “Definire il 118 pugliese ‘delirante’ è mortificante nei confronti dei colleghi medici che quotidianamente mettono a rischio la propria incolumità su strada per salvare vite umane. A loro va la mia solidarietà e il mio ringraziamento, come Presidente dell’Ordine dei medici, per l’impegno che profondono nel proprio lavoro. Invito il Presidente Emiliano, come Assessore alla Salute, a fare altrettanto, perché mai come in questo momento i medici che si trovano in prima linea hanno bisogno di sostegno”.
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