BARI - “Lavoriamo insieme affinché si possa trovare una soluzione alle difficoltà concrete per accedere ai rimborsi e affinché l’iniziativa diventi organica alle politiche di benessere sociale e di integrazione socio-sanitaria della Regione Puglia”, è quanto, in una nota, sottolinea il consigliere regionale, Gianni Stea, condividendo le problematiche sollevate dal collega Renato Perrini circa “l’anomalia presente nella legge regionale n° 8 del 2 maggio 2017, che stabilisce un rimborso per le pazienti oncologiche che acquistano una parrucca”.
“Sono con Perrini – sostiene Stea, che della legge in questione è stato uno dei promotori – affinché si modifichi la normativa sul rimborso che al momento può essere richiesto solo ed esclusivamente da chi dimostra, fattura alla mano, di averla già acquistata una parrucca ponendo, quindi, fuori, quante non hanno o non potranno mai avere la possibilità di acquistarla stante alcune situazioni di difficoltà economiche. E affinché si venga incontro alle Associazioni che donano di fatto a proprie spese le parrucche a tali pazienti”.
Stea ricorda di essere stato in prima linea per “questa battaglia di civiltà che dovrebbe contribuire a restituire alle donne la serenità per affrontare e vincere la battaglia contro la malattia. Invece – aggiunge – nell’iter per accedere al rimborso massimo di 300euro c’è ancora qualcosa che non quadra, tanto che molte pazienti sono costrette a rinunciare. Da qui la necessità di fare sintesi, trovando ulteriori fondi e sburocratizzando le procedure a favore di chi vive condizioni di dolore oltre che fisico anche psicologico”.
“Sono con Perrini – sostiene Stea, che della legge in questione è stato uno dei promotori – affinché si modifichi la normativa sul rimborso che al momento può essere richiesto solo ed esclusivamente da chi dimostra, fattura alla mano, di averla già acquistata una parrucca ponendo, quindi, fuori, quante non hanno o non potranno mai avere la possibilità di acquistarla stante alcune situazioni di difficoltà economiche. E affinché si venga incontro alle Associazioni che donano di fatto a proprie spese le parrucche a tali pazienti”.
Stea ricorda di essere stato in prima linea per “questa battaglia di civiltà che dovrebbe contribuire a restituire alle donne la serenità per affrontare e vincere la battaglia contro la malattia. Invece – aggiunge – nell’iter per accedere al rimborso massimo di 300euro c’è ancora qualcosa che non quadra, tanto che molte pazienti sono costrette a rinunciare. Da qui la necessità di fare sintesi, trovando ulteriori fondi e sburocratizzando le procedure a favore di chi vive condizioni di dolore oltre che fisico anche psicologico”.
Tags
Politica