FOGGIA - ‘Inno alla vita per i 1.500 trapianti di rene’ è il momento di incontro tra donatori e riceventi che si terrà il 7 luglio nel teatro Petruzzelli in occasione della visita di Papa Francesco a Bari ed è il focus dell’avvio della campagna di sensibilizzazione per la donazione degli organi, una delle più massive e importanti realizzate su questo tema.
Nel solco tracciato da questo evento, si inserisce l’azione sinergica dei due più grandi ospedali della Puglia, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico di Bari e l’Azienda Ospedaliera Universitaria ‘Ospedali Riuniti’ di Foggia tra cui è stabilito l’accordo dell’avvio del Dipartimento Interaziendale dei Trapianti di Rene (DITRE solo da donatori non viventi), il primo in Italia di questa portata in cui, cioè, non si parla di centri di trapianto ma di dipartimenti. L’indirizzo principale del DITRE, di cui è direttore responsabile il prof. Michele Battaglia, direttore dell’Unità Operativa Complessa Universitaria di Urologia I del Policlinico di Bari, è quello di accrescere la qualità delle prestazioni sanitarie e migliorare gli indici di attività delle strutture regionali di trapianto attraverso lo sviluppo dei servizi e il potenziamento delle sinergie tra le aziende sanitarie del territorio.
"È un modello organizzativo unico in Italia sulle attività del trapianto di rene – puntualizza il professor Michele Battaglia – ancora non realizzato nelle altre regioni ma che è un punto di arrivo fortemente voluto dal Centro Nazionale Trapianti desideroso di avere un unico interlocutore. A Bari e a Foggia possiamo contare su alte professionalità : l’intero sistema sanitario fa affidamento su questo nuovo modello per l’attenzione al grande impegno economico che ne deriva: in altre parole i pazienti che rimarranno in Puglia per sottoporsi a trapianto di rene contribuiranno all’assottigliamento delle spese di mobilità passiva usufruendo quindi di un unico centro per i trapianti e due sale operatorie a disposizione con la possibilità dei chirurghi di spostarsi a seconda delle necessità . In termini di risparmi, solo di DRG (diagnosis-related group, cioè raggruppamento omogeneo di diagnosi per quantificare economicamente il costo di ogni ricovero) siamo nell’ordine dei 100mila euro, più tutto l’indotto che prevede un trasferimento che varia dagli 8 ai 20 giorni circa. Per cui ci auguriamo che presto si abiliti anche una terza struttura a Lecce per servire tutto il bacino del Salento, finora nelle nostre competenze".
"Parliamo di un grande risultato per la Puglia perché si tratta di una innovazione in Italia – spiega Loreto Gesualdo, coordinatore regionale trapianti e presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Bari: questa sinergia ci permetterà di sostenere la Puglia a 360 gradi con un centro trapianti che serve il paziente e mette al centro ‘la persona’ bisognosa di supporto e di credere ad una sanità che funzioni anche nelle situazioni più complicate".
In Puglia in un anno si realizzano mediamente 60 trapianti di rene: i 1500 che si festeggeranno il 7 luglio sono il risultato del lavoro svolto dal 1992 ad oggi di cui più di 200 trapianti da vivente e 1.300 da donatore non vivente. Il 2017 è stato un anno da record per i trapianti in Italia (dati fonte Ministero della Salute): 2221 nel 2017 contro i 2076 nel 2016; diminuiscono quindi - per il secondo anno consecutivo - i pazienti in attesa di un rene (6492 contro i 6842 del 2016).
Nel solco tracciato da questo evento, si inserisce l’azione sinergica dei due più grandi ospedali della Puglia, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico di Bari e l’Azienda Ospedaliera Universitaria ‘Ospedali Riuniti’ di Foggia tra cui è stabilito l’accordo dell’avvio del Dipartimento Interaziendale dei Trapianti di Rene (DITRE solo da donatori non viventi), il primo in Italia di questa portata in cui, cioè, non si parla di centri di trapianto ma di dipartimenti. L’indirizzo principale del DITRE, di cui è direttore responsabile il prof. Michele Battaglia, direttore dell’Unità Operativa Complessa Universitaria di Urologia I del Policlinico di Bari, è quello di accrescere la qualità delle prestazioni sanitarie e migliorare gli indici di attività delle strutture regionali di trapianto attraverso lo sviluppo dei servizi e il potenziamento delle sinergie tra le aziende sanitarie del territorio.
"È un modello organizzativo unico in Italia sulle attività del trapianto di rene – puntualizza il professor Michele Battaglia – ancora non realizzato nelle altre regioni ma che è un punto di arrivo fortemente voluto dal Centro Nazionale Trapianti desideroso di avere un unico interlocutore. A Bari e a Foggia possiamo contare su alte professionalità : l’intero sistema sanitario fa affidamento su questo nuovo modello per l’attenzione al grande impegno economico che ne deriva: in altre parole i pazienti che rimarranno in Puglia per sottoporsi a trapianto di rene contribuiranno all’assottigliamento delle spese di mobilità passiva usufruendo quindi di un unico centro per i trapianti e due sale operatorie a disposizione con la possibilità dei chirurghi di spostarsi a seconda delle necessità . In termini di risparmi, solo di DRG (diagnosis-related group, cioè raggruppamento omogeneo di diagnosi per quantificare economicamente il costo di ogni ricovero) siamo nell’ordine dei 100mila euro, più tutto l’indotto che prevede un trasferimento che varia dagli 8 ai 20 giorni circa. Per cui ci auguriamo che presto si abiliti anche una terza struttura a Lecce per servire tutto il bacino del Salento, finora nelle nostre competenze".
"Parliamo di un grande risultato per la Puglia perché si tratta di una innovazione in Italia – spiega Loreto Gesualdo, coordinatore regionale trapianti e presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Bari: questa sinergia ci permetterà di sostenere la Puglia a 360 gradi con un centro trapianti che serve il paziente e mette al centro ‘la persona’ bisognosa di supporto e di credere ad una sanità che funzioni anche nelle situazioni più complicate".
In Puglia in un anno si realizzano mediamente 60 trapianti di rene: i 1500 che si festeggeranno il 7 luglio sono il risultato del lavoro svolto dal 1992 ad oggi di cui più di 200 trapianti da vivente e 1.300 da donatore non vivente. Il 2017 è stato un anno da record per i trapianti in Italia (dati fonte Ministero della Salute): 2221 nel 2017 contro i 2076 nel 2016; diminuiscono quindi - per il secondo anno consecutivo - i pazienti in attesa di un rene (6492 contro i 6842 del 2016).