Prezzo del grano duro, agricoltori pugliesi: "C’è molta rabbia"

BARI - “C’è molta rabbia. Sul prezzo del grano, è in atto una partita senza regole giocata sulla pelle dei produttori”. E’ questo il commento di Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani di Puglia, sulla situazione determinatasi alla Borsa Merci della Camera di Commercio di Foggia. Alla seduta della Borsa Merci di mercoledì 27 giugno erano presenti Michele Ferrandino, presidente provinciale di CIA Agricoltori Italiani Capitanata, e la sua vice Silvana Roberto. In Capitanata, la stagione si sta caratterizzando per una minore quantità di raccolto per ettaro e una buona media proteica del grano. La bassa produzione e il buon livello di contenuto proteico, insieme agli accordi stipulati con i contratti di filiera, dovrebbero determinare un prezzo migliore da corrispondere ai produttori, ma la Borsa Merci ha messo in evidenza un’altra realtà. Il prezzo continua ad attestarsi su livelli non remunerativi per i produttori. “Nelle quotazioni, è stata inserita una categoria mai considerata prima d’ora, quella sul cosiddetto grano mandorlato”, ha spiegato Michele Ferrandino, presidente provinciale di Cia Capitanata.

“La parte agroindustriale sostiene che il grano mandorlato sarebbe quello che ha perso qualità a causa delle bombe d’acqua che si sono abbattute sul territorio nelle ultime settimane. Siamo riusciti a ottenere che quella categoria venisse cancellata perché non esiste un grano mandorlato, un espediente per continuare a tenere basso il prezzo a danno degli agricoltori”, ha aggiunto Silvana Roberto. Secondo CIA Agricoltori Italiani di Puglia, inoltre, non vi può essere alcuna giustificazione ai tentativi di rimettere in discussione i prezzi stabiliti nei contratti di filiera. “Ai contratti ci si deve attenere, tutti. Qui invece sembra si voglia intervenire sia sulle regole della domanda e dell’offerta, che dovrebbero essere normalmente determinate da quantità e qualità, sia sugli accordi messi nero su bianco”, ha continuato Ferrandino. “Pretendiamo che la Giunta determini una griglia di parametri certi a cui attenersi per la rilevazione del prezzo. Parametri certi, non modificabili con l’inserimento di categorie inesistenti. La verità è che, ancora una volta, sta arrivando troppo grano dall’estero e questo a tutto danno dei produttori italiani”.

“Continuiamo a sostenere che la CUN, la Commissione Unica Nazionale sul prezzo del grano duro, debba trovare la sua naturale collocazione in Puglia, a Foggia. Lo sosteniamo da sempre. Prima ancora che questo passo sia compiuto, occorre che le regole sulla determinazione dei prezzi siano rispettate e non si tenti di modificarle ‘geneticamente’ con trovate singolari, come quella sul cosiddetto grano mandorlato. Regole chiare, certe e per tutti. Non chiediamo altro. Gli agricoltori hanno messo in campo il loro lavoro, investendo per produrre qualità. Era quello che ci veniva chiesto e sia le organizzazioni agricole sia i produttori hanno risposto in modo positivo. A questa risposta e alla qualità prodotta, sia corrisposto il giusto prezzo. Un’altra ‘guerra del grano’, come quella del 2016, avrebbe conseguenze molto negative su tutto il sistema”, ha concluso il presidente provinciale di CIA Agricoltori Italiani di Capitanata.

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