ROMA - "Si sono impegnati a spostare la frontiera e i centri di identificazione in Nord Africa. Se alle parole seguiranno fatti è una rivoluzione copernicana". Lo dichiara il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commentando l'incontro tenutosi ieri tra il presidente Macron e il premier Giuseppe Conte.
"Se oggi (ieri, ndr) il presidente del Consiglio italiano è andato a Parigi e qualcuno ha dovuto chiedere scusa è perché abbiamo alzato la testa".
Il ministro ha poi evidenziato che "se oggi il presidente del Consiglio è andato a Parigi e qualcuno ha dovuto chiedere scusa è perché noi abbiamo alzato la testa".
E in merito al presidente francese Emmanuel Macron il ministro dell'Interno ha aggiunto: "Accetto le sue scuse però oltre le scuse vediamo se si passa dalle parole ai fatti. La Francia accoglie molto meno rispetto all'Italia, e visto che di migranti ne sbarcheranno altri, se oltre alle scuse aprisse i porti francesi a due o tre barconi apprezzerei ancora più le scuse".
"Se oggi (ieri, ndr) il presidente del Consiglio italiano è andato a Parigi e qualcuno ha dovuto chiedere scusa è perché abbiamo alzato la testa".
E in merito al presidente francese Emmanuel Macron il ministro dell'Interno ha aggiunto: "Accetto le sue scuse però oltre le scuse vediamo se si passa dalle parole ai fatti. La Francia accoglie molto meno rispetto all'Italia, e visto che di migranti ne sbarcheranno altri, se oltre alle scuse aprisse i porti francesi a due o tre barconi apprezzerei ancora più le scuse".
"DUE NAVI ONG AL LARGO LIBIA CERCHINO PORTI NON ITALIANI" - "Mentre la nave della Ong Aquarius naviga verso la Spagna (arrivo previsto domani mattina) altre due navi di Ong con bandiera dell’Olanda (Lifeline e Seefuchs) sono arrivate al largo delle coste della Libia, in attesa del loro carico di esseri umani abbandonati dagli scafisti", ha scritto Salvini su Facebook.
"Sappiano questi signori che l’Italia non vuole più essere complice del business dell’immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi".
"Da ministro e da papà - ha concluso - possono attaccarmi e minacciarmi quanto vogliono, ma io non mollo e lo faccio per il bene di tutti".