Arte: Yves Klein, il blu che ha fatto storia
di CRISTINA ANTIFORA - Yves Klein (Nizza, 28 aprile 1928 – Parigi, 6 giugno 1962) è stato un artista francese, precursore della Body art, e facente parte del Nouveau Réalisme. Scomparso a soli 34 anni, è stato uno degli artisti più incompresi della storia. Come ricapitola Thomas McEvilley nella nota biografia ("Yves il provocatore") : “La monocromia, l’antipittura, lo spostamento dell’attenzione sulla scultura e sull’installazione, la smaterializzazione dell’arte, il rifiuto dell’illusione, l’inclusione degli objets trouvés e dei nuovi media, la Body Art, la Land Art, l’Arte Concettuale e la Performance”. Fu tutto questo e non solo.
La sua carriera artistica durò solo sette anni, durante i quali produsse molte opere con l'intenzione di riportare il mondo alla sua primordiale essenzialità; le prime furono opere monocromi: gialli, rossi ma lavorò per anni alla creazione del colore dell'infinito. Quando lo trovò lo brevettò e lo chiamò col suo nome: IKB, International Klein Blue. «La più perfetta espressione del blu», un oltremare saturo e luminoso. L'IKB è stato sviluppato da Klein e dai chimici per avere la stessa luminosità ed intensità di colore dei pigmenti asciutti, ed è stata creato sospendendo, in una resina sintetica, il pigmento asciutto.
Il concetto ricercato dall'artista è quello dell'immaterialità e dell'infinito, l'unione tra il cielo e la terra, senza un confine di demarcazione che si esprime con la potenza del suo blu. Yves Klein amava raccontare un'antica parabola persiana che recita così e che spiega quello che l'artista ha cercato di esprimere: "C'era una volta un flautista che un giorno si mise a suonare una nota unica, continua e ininterrotta. Dopo aver fatto così per vent'anni, sua moglie gli fece notare che gli altri flautisti producevano un'ampia gamma di suoni armoniosi e persino intere melodie, creando una certa varietà. Ma il flautista monotono replicò che non era colpa sua se egli aveva già trovato la nota che tutti gli altri stavano cercando".
La sua carriera artistica durò solo sette anni, durante i quali produsse molte opere con l'intenzione di riportare il mondo alla sua primordiale essenzialità; le prime furono opere monocromi: gialli, rossi ma lavorò per anni alla creazione del colore dell'infinito. Quando lo trovò lo brevettò e lo chiamò col suo nome: IKB, International Klein Blue. «La più perfetta espressione del blu», un oltremare saturo e luminoso. L'IKB è stato sviluppato da Klein e dai chimici per avere la stessa luminosità ed intensità di colore dei pigmenti asciutti, ed è stata creato sospendendo, in una resina sintetica, il pigmento asciutto.
Il concetto ricercato dall'artista è quello dell'immaterialità e dell'infinito, l'unione tra il cielo e la terra, senza un confine di demarcazione che si esprime con la potenza del suo blu. Yves Klein amava raccontare un'antica parabola persiana che recita così e che spiega quello che l'artista ha cercato di esprimere: "C'era una volta un flautista che un giorno si mise a suonare una nota unica, continua e ininterrotta. Dopo aver fatto così per vent'anni, sua moglie gli fece notare che gli altri flautisti producevano un'ampia gamma di suoni armoniosi e persino intere melodie, creando una certa varietà. Ma il flautista monotono replicò che non era colpa sua se egli aveva già trovato la nota che tutti gli altri stavano cercando".
Tags:
Cultura e Spettacoli