di LUIGI LAGUARAGNELLA - Numerose le associazioni di quartiere che hanno aderito all’incontro proposto da Cgil a piazza Risorgimento nel cuore del Libertà a Bari. La piazza non era gremita, ma molti rappresentanti e altrettante testimonianze hanno creato un dibattito pomeridiano dal titolo “Il quartiere Libertà: tra sviluppo e riqualificazione”. In piazza erano presenti alcuni assessori del Comune di Bari e anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ma le voci di associazioni come Libera, Convochiamoci per Bari, Giustizia e Libertà, Scuola “Penny Wirton” e numerose altre hanno animato la discussione sulle problematiche di questo quartiere reputato periferia, ma che invece è da considerarsi “centro cittadino”.
Si è parlato di degrado, della devianza e della dispersione scolastico, dei problemi d’integrazione e soprattutto si è fatto riferimento alla “becera” scelta della petizione per cacciare gli immigrati dal quartiere promossa nei giorni scorsi da un’associazione che ha chiesto l’intervento di Matteo Salvini. A dare tale definizione è Gigia Bucci di Cgil Bari che ha continuato: "L'odio verso i migranti sposta l'attenzione dai temi veri di disagio del quartiere, a partire dall'assenza del lavoro per i giovani e dalla violenza con cui la crisi economica si è abbattuta soprattutto sulle periferie. E’ necessario attivare un tavolo permanente di programmazione che tenga insieme politiche educative, sociali e formazione, accanto a progetti di riqualificazione urbana".
Investimenti in formazione professionale, educativi e scolastici ha parlato anche don Francesco Preite sacerdote salesiano della Parrocchia Redentore, il quale ha introdotto l’intervento di Marilù Mastrogiacomo giornalista salentina che sta analizzando e denunciano la mafia che nel quartiere più grande di Bari è ben radicata. La giornalista, infatti, sottolinea questo silenzio che aleggia sulla mafia pugliese. Il pomeriggio in piazza Risorgimento ribadisce proprio che i veri irregolari sono i mafiosi di qualsiasi nazionalità. Non si tratta di colore della pelle.
Si sono susseguiti altri interventi di alcune realtà nel Libertà e delle comunità straniere presenti che hanno avviato progetti di valorizzazione e di integrazione, anche se per Michele Laforgia la risposta al degrado si compie mettendo insieme tutte le competenze e creare un vero e proprio Programma d’aria integrato. Criminalità, dispersione scolastica, degrado e ancora difficoltà economiche anche a seguito della chiusura di molti esercizi commerciali si possono combattere non solo con maggiore sicurezza, ma con una presenza maggiore al fianco della gente con reali investimenti e misure che in qualche modo possano riportare il Libertà ad una dignità che a detta di molte persone presenti fino a poco più di dieci anni lo rendevano un quartiere sì complicato, ma ricco di vitalità.