di LUIGI LAGUARAGNELLA - Nel mese di luglio a Carbonara si è riunito il Movimento Antimafia di base di Bari che per la seconda volta, dopo il 23 maggio nella chiesa del Redentore nel quartiere Libertà , ha organizzato un momento di dibattito, di conoscenza e di consapevolezza per combattere la mafia cittadina. Molte associazioni e cittadini stanno aderendo a questo movimento che sta girando i territori dove è maggiormente presente la criminalità per creare comunità , fare rete, trovare strategie per rompere il silenzio della mafia e soprattutto creare alternative culturali e sociali per rimettere al centro la dignità dell’uomo.
Il tema dell’incontro di Carbonara trattava la “criminalità e l’ingiustizia sociale” in particolar modo in questo quartiere che, per collocazione geografica rispetto al centro città , spesso è stato abbandonato dall’agenda amministrativa. E può definirsi abbandonato. Moderati da Leonardo Palmisano sono intervenuti don Mimmo Chiarantoni parroco della chiesa di Santa Maria del Fonte, Roberto Rossi procuratore capo Dda di Bari, Carmelo Cantone provveditore degli Istituti penitenziari di Puglia e Basilicata e Domenico Mortellaro storico della criminalità barese. Proprio quest’ultimo ha descritto la mappa della criminalità organizzata cittadina lasciando intendere come Carbonara, nel corso degli anni, proprio per la sua posizione decentrata si è rivelato un punto nevralgico di organizzazione di molti traffici illeciti che partivano per il resto della città . Rispetto alle altre zone della città si sono avvicendati molti gruppi malavitosi. Proprio la piazza del quartiere è stato il teatro di omicidi che hanno creato il terrore tra i cittadini: quello di Gaetano Marchitelli, di Giovanni Battista Genchi e di Nicola Telegrafo.
I cittadini però da qualche tempo si stanno mobilitando e avanzando iniziative per rompere questo stato di degrado e di mancanza di sicurezza. Don Mimmo Chiarantoni parroco di Santa Maria del fonte sta provando ad occupare la piazza e creare una coscienza di giustizia e legalità . Ha dovuto affrontare la questione religione-devozione spesso strumentalizzata dai mafiosi soprattutto nelle tradizionali processioni, favorendo invece un obiettivo sociale in favore dei bisognosi, degli immigrati. Inoltre con la sua comunità parrocchiale organizza iniziative in piazza come quella che ha aperto questa giornata di dibattito con l’animazione di strada per bambini. Si sta provando a dare così un’alternativa di speranza. Servono interventi educativi e infrastrutturali e partire proprio dalle giovani generazioni, di cui, precisa il procuratore capo Rossi, si serve la criminalità per nuove affiliazioni. Le realtà criminali, infatti, giocano proprio sui valori della fiducia, del legame stravolgendone tutto il loro puro e autentico significato. Problema educativo e di riabilitazione alla vita sociale sono punti che anche Cantone, nel suo intervento dice, vanno affrontati nelle carceri, dove comunque si vive un mondo diverso, ma anch’esso deve guardare nell’ottica della “possibilità ”.
Il Movimento Antimafia di Base, attraverso questi momenti di confronto, vuole allargare la cerchia di cittadini attivi e insieme vuol trovare dei punti anche concreti da cui partire per il bene della città e dei suoi cittadini. Dopo il quartiere Libertà e Carbonara, che si possono definire la periferia del centro il primo e un piccolo paese il secondo, il Movimento, di cui è stato stilato un manifesto che parla di ResponsAbilitazione e Re-esistenza, andrà in giro per altre piazze nel mese di ottobre.