BARI - Dopo il no dei comuni di Soleto e Nardò, ad ospitare l’impianto di compostaggio anaerobico che la Regione prevede di realizzare in Salento, per il Comune di Brindisi sembra riaprirsi la possibilità di ospitare l’impianto. Si esprime in merito il consigliere regionale brindisino del M5S Gianluca Bozzetti.
“Non sono contro la realizzazione di impianti di compostaggio pubblici, anzi tutt’altro - dichiara il pentastellato - ma bisogna rispettare precise condizioni. Mi preoccupa il rischio di ritrovarci ancora una volta vittime di speculazioni tra il pubblico e il privato con un evidente danno per i cittadini e l’ambiente. Tra qualche anno - prosegue - non vogliamo ritrovarci con due mega impianti di compostaggio anaerobico proprio dentro casa, quello da 80 mila t/a proposto da A2A e quello da 60 mila t/a proposto dalla Regione Puglia, a fronte di un consumo di FORSU di 60 mila t/a per l’intera provincia di Brindisi (circa 400 mila abitanti). Impianti che per la loro natura bruceranno biogas per produrre energia e saranno l’ennesimo serbatoio di inquinanti, restituendoci tra l’altro un compost di bassa qualità da poter riutilizzare. Insomma ancora una volta la cittadinanza brindisina rischia di finire dalla padella nella brace”.
Il consigliere cinquestelle chiede al neo eletto sindaco Riccardo Rossi di prendere una posizione netta e di far valere il suo peso anche sulle decisioni del PD regionale.
“Bisogna mettere un argine - continua il pentastellato - ai continui soprusi di Emiliano sul nostro territorio. L’impianto a gestione pubblica a Brindisi deve, obbligatoriamente, passare da alcuni punti a tutela del territorio e dei cittadini: ad esempio le piccole dimensioni, non oltre le 20 mila t/a, con l’introduzione graduale di impianti di comunità e domestici, per evitare di far arrivare immondizia anche da fuori regione. L’impianto dovrebbe essere poi di tipo aerobico e non anaerobico, per poter ottenere compost di qualità da poter riutilizzare e senza altre emissioni. Brindisi non ha bisogno di bruciare biogas per produrre altra energia. Tutto ciò potrà avvenire solo se vi sarà una concreta marcia indietro da parte di A2A sulla realizzazione del proprio mega-impianto di compostaggio anaerobico, a meno che non vi siano già stati accordi tra le parti (Regione, Comune, A2A) sui quali la cittadinanza è stata lasciata all'oscuro. Auspico - conclude - che un sindaco che si definisce “ambientalista” a Brindisi saprà gestire al meglio questa situazione, perseguendo l’unico interesse possibile, ovvero quello della tutela dell’ambiente, della salute e del territorio brindisino e non quelli di partito o delle lobby di turno”.
“Non sono contro la realizzazione di impianti di compostaggio pubblici, anzi tutt’altro - dichiara il pentastellato - ma bisogna rispettare precise condizioni. Mi preoccupa il rischio di ritrovarci ancora una volta vittime di speculazioni tra il pubblico e il privato con un evidente danno per i cittadini e l’ambiente. Tra qualche anno - prosegue - non vogliamo ritrovarci con due mega impianti di compostaggio anaerobico proprio dentro casa, quello da 80 mila t/a proposto da A2A e quello da 60 mila t/a proposto dalla Regione Puglia, a fronte di un consumo di FORSU di 60 mila t/a per l’intera provincia di Brindisi (circa 400 mila abitanti). Impianti che per la loro natura bruceranno biogas per produrre energia e saranno l’ennesimo serbatoio di inquinanti, restituendoci tra l’altro un compost di bassa qualità da poter riutilizzare. Insomma ancora una volta la cittadinanza brindisina rischia di finire dalla padella nella brace”.
Il consigliere cinquestelle chiede al neo eletto sindaco Riccardo Rossi di prendere una posizione netta e di far valere il suo peso anche sulle decisioni del PD regionale.
“Bisogna mettere un argine - continua il pentastellato - ai continui soprusi di Emiliano sul nostro territorio. L’impianto a gestione pubblica a Brindisi deve, obbligatoriamente, passare da alcuni punti a tutela del territorio e dei cittadini: ad esempio le piccole dimensioni, non oltre le 20 mila t/a, con l’introduzione graduale di impianti di comunità e domestici, per evitare di far arrivare immondizia anche da fuori regione. L’impianto dovrebbe essere poi di tipo aerobico e non anaerobico, per poter ottenere compost di qualità da poter riutilizzare e senza altre emissioni. Brindisi non ha bisogno di bruciare biogas per produrre altra energia. Tutto ciò potrà avvenire solo se vi sarà una concreta marcia indietro da parte di A2A sulla realizzazione del proprio mega-impianto di compostaggio anaerobico, a meno che non vi siano già stati accordi tra le parti (Regione, Comune, A2A) sui quali la cittadinanza è stata lasciata all'oscuro. Auspico - conclude - che un sindaco che si definisce “ambientalista” a Brindisi saprà gestire al meglio questa situazione, perseguendo l’unico interesse possibile, ovvero quello della tutela dell’ambiente, della salute e del territorio brindisino e non quelli di partito o delle lobby di turno”.