ROMA - Ancora scambi di accuse tra Governo e Inps sul Dl Dignità. Il presidente dell'ente previdenziale, Tito Boeri, va all'attacco sul decreto, dopo le aspre polemiche dei giorni scorsi con il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Boeri lo fa nell'attesa audizione davanti alle commissioni riunite Finanze e Lavoro della Camera. "La richiesta di relazione tecnica è arrivata "il 2 luglio" e l'ufficio legislativo del ministero del Lavoro ha richiesto di "stimare la platea dei lavoratori coinvolti al fine di quantificare il minor gettito contributivo derivante dalla contrazione del lavoro a tempo determinato", dice Boeri, riportando il testo della richiesta e sottolineando che "come si evince il ministero aveva già messo in conto una riduzione dell'occupazione a tempo determinato per effetto del decreto".
La prima relazione tecnica inviata dall'Inps al ministero del Lavoro "in data 6 luglio 2018 alle ore 12.23", ha aggiunto Boeri, ha "una lunghezza di sei pagine e contiene tabelle che offrono un'immediata rappresentazione delle stime, contiene già i numeri sugli effetti occupazionali negativi del provvedimento, come confermato dal Ministro Di Maio ieri in audizione". E polemizza: "Bisogna almeno sfogliarla (la relazione tecnica, ndr) per carpirne i contenuti...".
"Le stime dell'Inps - secondo il presidente dell'ente - possono apparire addirittura ottimistiche se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato". "Io personalmente non sono affatto contrario allo spirito del provvedimento" ma "questo non mi esime dal fare i conti con la realtà che, spesso, ci impone delle scelte", dice Boeri sottolineando che "affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico, come ha fatto "il ministro Di Maio", significa "perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta". Un "esercizio molto pericoloso perché, "prima o poi bisognerà spiegare ai cittadini quali sono i vincoli di cui è costellato il mondo reale".
E aggiunge: "L'Inps ha condotto le stime su dati quasi interamente forniti dal Ministero del Lavoro e ha avuto due giorni a disposizione per effettuare le stime, una volta ricevuti i dati dal Ministero. Inoltre, la Relazione Tecnica con la stima dell'impatto occupazionale negativo" del decreto dignità "è pervenuta al Ministero una settimana prima della trasmissione del provvedimento alla Presidenza della Repubblica".
Quanto al suo incarico, Boeri chiarisce: "Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciarl'incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale".
La prima relazione tecnica inviata dall'Inps al ministero del Lavoro "in data 6 luglio 2018 alle ore 12.23", ha aggiunto Boeri, ha "una lunghezza di sei pagine e contiene tabelle che offrono un'immediata rappresentazione delle stime, contiene già i numeri sugli effetti occupazionali negativi del provvedimento, come confermato dal Ministro Di Maio ieri in audizione". E polemizza: "Bisogna almeno sfogliarla (la relazione tecnica, ndr) per carpirne i contenuti...".
E aggiunge: "L'Inps ha condotto le stime su dati quasi interamente forniti dal Ministero del Lavoro e ha avuto due giorni a disposizione per effettuare le stime, una volta ricevuti i dati dal Ministero. Inoltre, la Relazione Tecnica con la stima dell'impatto occupazionale negativo" del decreto dignità "è pervenuta al Ministero una settimana prima della trasmissione del provvedimento alla Presidenza della Repubblica".
Quanto al suo incarico, Boeri chiarisce: "Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciarl'incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale".
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