Per questo Bari il 7 luglio vivrà un momento storico e unico, probabilmente l’occasione propizia e da decenni attesa in quell’ottica dell’ecumenismo.
E’ assolutamente un grande ed ennesimo segno di apertura quello del vescovo di Roma di richiamare i fratelli ortodossi e i cristiani del Medioriente per il processo di pace. Papa Francesco spesso ha mostrato preoccupazione per la situazione mediorientale in Siria come in Terra Santa. In queste e altre terre i cristiani convivono con problemi che non li rendono liberi. La preghiera ecumenica del 7 luglio è un passo deciso verso l’unità dei cristiani. E’ necessario che i cristiani, di qualsiasi rito e confessione puntino all’unità per procedere poi al passo più grande che è il dialogo con le altre fedi.
In realtà il percorso di dialogo e collaborazione è iniziato già con la chiesa ortodossa: non a caso saranno presenti il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, il Patriarca della chiesa greco ortodossa di Alessandria e di tutta l’Africa, Hilarion rappresentante di Kirill Patriarca di Russia, Vasilos rappresentante di Chrysostomos arcivescovo di Nea Giustiniana e di tutta Cipro, Nektarios rappresentante di Theophilos III Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme. Oltre a questi cinque autorità che rappresentano la chiesa Ortodossa Bizantina, sarà presente anche la chiesa Ortodossa Orientale con Tawadros II Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di San Marco, Ignatium Aphrem II Patriarca Siro Ortodosso di Antiochia e tutto l’Oriente, ci sarà un rappresentante di Karekim II Patriarca Supremo degli Armeni, Aram I Catholicos di Cilicia degli Armeni. Inoltre sarà presente Gewargis II Patriarca della chiesa Assira.
Al complesso e variegato mondo ortodosso si devono aggiungere i rappresentanti delle chiese cattoliche orientali che storicamente non sempre sono stati ben accettati dai fratelli fede ortodossa. Esse professano la religione cattolica appunto, ma applicano un rito orientale: saranno presenti sette capi religiosi tra cui il Patriarca dei copti e di Alessandria, il Patriarca di Antiochia e di Siria, il rappresentante della chiesa cattolica armena, oltre che a Pizzaballa Amministratore Apostolico del Patriarcato di Gerusalemme.
Inoltre sarà presente anche il vescovo della chiesa evangelica luterana in Giordania e Terra Santa.
E’ un panorama complesso quello della chiesa in Medioriente che addirittura rischia di sparire per cause politiche, per leisituazioni di conflitti. E’ necessario perciò tornare a respirare l’unità dell’essere cristiani di qualunque confessione, professione e rito per rendere più concreta la pace.