TARANTO - “L’inedito asse anti-industriale Emiliano-Di Maio farebbe bene ad uscire allo scoperto dichiarare le sue vere intenzioni: chiudere Ilva lasciandola morire di lenta agonia. Perché, ammettiamolo, a questo, è servito l’ultimo espediente dilatorio, della richiesta del parere Anac”. Lo dichiara Francesca Franzoso, consigliere regionale di Forza italia.
“E’ evidente – prosegue Franzoso - che il Ministro e il governatore hanno strumentalizzato, dandosi di gomito l’un l’altro, il parere dell’Autorità anticorruzione al solo scopo di generare ulteriori lungaggini nelle procedure di passaggio dell’azienda a Mittal, screditare Calenda (per il regolamento di conti mai chiuso con Emiliano) sperando che l’investitore desista e alla fine rinunci all’ acquisizione. L’Anac, infatti si è espressa su domande di parte inviate dal Mise, a conferma di una preciso teorema ( quello volto a dimostrare appunto l’asserita irregolarità della gara). Tanto è vero che è scritto nero su bianco che il parere dall'autorità non può essere usato per invalidare “automaticamente” la gara, con provvedimenti di autotutela. Ma tanto è bastato a Di Maio per far saltare il banco. Il tutto nel silenzio piu assordante di sindacati e operai che, al di là di qualche timido intervento, non protestano, non manifestano, non si indignano. Anzi, in qualche caso, come per la Fiom, si unisce al coro del duo Di Maio - Emiliano. Nessuna manifestazione, come fu invece trent'anni fa a Bagnoli, con l’intera classe operaia in strada. Per scongiurare l'avvento del deserto industriale che deturpa oggi il Golfo, non meno di quanto facesse il siderurgico. Napoli ha perso, come perderà Taranto proseguendo su questa strada, in intelligenza, industriosità , modernità . E il miraggio della riconversione si trasformerà in un incubo: quello che si materializza quando si guarda la desolazione di Bagnoli”.
“E’ evidente – prosegue Franzoso - che il Ministro e il governatore hanno strumentalizzato, dandosi di gomito l’un l’altro, il parere dell’Autorità anticorruzione al solo scopo di generare ulteriori lungaggini nelle procedure di passaggio dell’azienda a Mittal, screditare Calenda (per il regolamento di conti mai chiuso con Emiliano) sperando che l’investitore desista e alla fine rinunci all’ acquisizione. L’Anac, infatti si è espressa su domande di parte inviate dal Mise, a conferma di una preciso teorema ( quello volto a dimostrare appunto l’asserita irregolarità della gara). Tanto è vero che è scritto nero su bianco che il parere dall'autorità non può essere usato per invalidare “automaticamente” la gara, con provvedimenti di autotutela. Ma tanto è bastato a Di Maio per far saltare il banco. Il tutto nel silenzio piu assordante di sindacati e operai che, al di là di qualche timido intervento, non protestano, non manifestano, non si indignano. Anzi, in qualche caso, come per la Fiom, si unisce al coro del duo Di Maio - Emiliano. Nessuna manifestazione, come fu invece trent'anni fa a Bagnoli, con l’intera classe operaia in strada. Per scongiurare l'avvento del deserto industriale che deturpa oggi il Golfo, non meno di quanto facesse il siderurgico. Napoli ha perso, come perderà Taranto proseguendo su questa strada, in intelligenza, industriosità , modernità . E il miraggio della riconversione si trasformerà in un incubo: quello che si materializza quando si guarda la desolazione di Bagnoli”.