Intervista al senatore Dario Damiani: «Alla festa della Madonna bisogna restare, la nostra festa è unica e va vissuta»
di NICOLA RICCHITELLI – Una piacevole testimonianza quella che raccogliamo quest’oggi nell’ambito dello spazio dedicato alla festa della Madonna, “A fest d’à Madonn”. Diamo dunque il benvenuto al neo senatore Dario Damiani.
È una chiacchierata intima quella realizzata con il senatore, una chiacchierata che va aldilà della politica e che mette in piano l’essenza di questo momento così importante per la città di Barletta: «Questi tre giorni per un barlettano dovrebbero rappresentare un'occasione per conoscere meglio le nostre tradizioni locali e per tramandarne il rispetto ai propri figli».
Senatore, che posto occupa nella sua vita la devozione verso i Santi Patroni?
R:«Sicuramente un posto di rilievo, sia nella mia vita pubblica che personale: ho sempre preso parte, infatti, alla tradizionale processione con l'Arciconfraternita del Santo legno della Croce a cui appartengo. E' un'esperienza ogni anno coinvolgente, per me un momento indispensabile di riflessione sui valori religiosi sia personali che dell'intera comunità».
Cosa rappresentano per lei questi tre giorni?
R:«Rappresentano una piacevole pausa da dedicare alla famiglia e alla mia città, all'insegna della spiritualità ma anche del sano divertimento».
E per un barlettano? Cosa dovrebbero rappresentare per un barlettano questi tre giorni?
R:«Per un barlettano dovrebbero rappresentare un'occasione per conoscere meglio le nostre tradizioni locali e per tramandarne il rispetto ai propri figli».
Lei come è solito viverli?
R:«Li trascorro prendendo parte alle cerimonie religiose con la Confraternita e dedicandomi alla mia famiglia: avendo due figli ancora piccoli, loro chiaramente prediligono gli aspetti folcloristici e ludici della festa, come l'immancabile "giro" fra le bancarelle e sulle giostre. Rispetto in pieno la tradizione barlettana...».
Quali i ricordi che si porta dentro di sé della festa di un tempo?
R:«Sono ricordi molto cari, fatti di grande attesa per quelle serate da trascorrere in centro, fra mille luci, colori, voci, tanti dolciumi da acquistare... da bambino la festa patronale è un vero "paese dei balocchi" per tutti, penso. Poi da grandi si apprezzano meglio gli aspetti religiosi, si comprende il perché della sincera devozione di tanti concittadini che affidano ai nostri Santi Patroni le speranze per tanti problemi, piccoli e grandi, della vita quotidiana. E' una festa che andrebbe sempre rispettata nel suo profondo significato e mai svilita o strumentalizzata».
Senatore, vi è qualcosa che cambierebbe nello svolgimento della festa?
R:«Mi rendo conto che negli ultimi anni l'organizzazione della festa patronale è stata oggetto di molte critiche: in effetti le problematiche logistiche, igieniche, organizzative, non sono mancate, anche perché ogni anno si sono ridotti i fondi pubblici messi a disposizione».
In che maniera quindi la politica potrebbe contribuire nel migliorare i tre giorni della festa?
R:«E' evidente che una manifestazione pubblica di questa portata, che attira tanta gente dai paesi limitrofi, andrebbe organizzata al meglio in ogni dettaglio e programmata con grande anticipo. Cosa che è mancata purtroppo negli ultimi anni, quando la nostra amministrazione non ha certo brillato per programmazione, non solo della festa patronale ma anche della Disfida o dell'Estate barlettana, per esempio. Il compito della politica deve essere proprio questo: creare le condizioni ideali affinché tutto possa svolgersi al meglio e la festa possa essere sul serio un'occasione anche per i nostri operatori commerciali e turistici».
All’approssimarsi di questi tre giorni, la città si divide tra chi parte e chi resta. Perché restare?
R:«Sicuramente restare perché per andare in vacanza ci sono tanti altri momenti nella stagione estiva, mentre la nostra festa è unica e va vissuta. Bisogna restare, come dicevo, per apprezzare questo momento di grande aggregazione e condivisione dei valori religiosi di una comunità; ma anche per ritornare un po' bambini e riscoprire lo stupore di chi sa apprezzare anche le piccole gioie della vita come una passeggiata tra le luci colorate o un bastoncino di zucchero filato. Chi snobba questa festa secondo me sbaglia, perde una bella occasione, che capita una sola volta l'anno, per rigenerarsi spiritualmente, divertendosi anche in maniera sana con la propria famiglia e gli amici».