Intervista al sindaco di Barletta Cosimo Cannito: «La festa della Madonna è la festa di tutti i barlettani, un'occasione in cui le differenze sociali si annullano»

di NICOLA RICCHITELLI – Poche parole per introdurre la nostra chiacchierata con il neo sindaco di Barletta, il dott. Cosimo Cannito, e quindi ringraziarlo per la disponibilità avuta nei confronti della nostra testata, nonostante queste prime settimane impegnative alle prese con i primi interventi di riqualificazione della città, con il difficile compito della formazione della nuova Giunta annunciata qualche ora fa.

Dott.Cannito, mi permetta innanzitutto di farle i miei complimenti per la fascia di sindaco conquistata qualche settimana fa. Inoltre colgo l'occasione per porgerle gli auguri di buon lavoro, perché tanto c’è da fare per risollevare questa città.

Mi permetta di partire da questo per l’appunto: da dove si inizia?
R:«Si comincia dalla città e dai suoi bisogni, dalle esigenze dei cittadini. Dal primo momento sono stato operativo e a tempo pieno! Abbiamo sostituito e potenziato, grazie al lavoro dell’Ufficio tecnico comunale e all’intervento di Barsa, l’illuminazione nell’area a verde attrezzato di via Barberini, con due impianti a Led, ciascuno dei quali dotati di tre fari. Abbiamo così rimosso una condizione favorevole a chi intende usare alcuni spazi della città per attività illecite e restituito quel giardino alle famiglie e ai bambini. Per i più piccoli sono previsti anche giochi e giostrine nuovi, ma prima di tutto bisognava illuminare quella zona.

Stiamo lavorando per migliorare la situazione in cui versa il cimitero, che necessita di un intervento complesso e generale, e abbiamo aperto in loco, finalmente, l’ufficio comunale.

Abbiamo avviato una serie di incontri e consultazioni finalizzati alla riapertura della scuola “D’Azeglio”, decidendo, di concerto con la Dirigente scolastica e il Consiglio d’istituto di procedere con gli interventi urgenti, necessari per poter riaprire un piano, quello rialzato, dell’edificio di via XXIV maggio. Come pure si è aperto un confronto con docenti, Dirigente e genitori degli alunni della scuola primaria “Musti” per riuscire a contemperare le esigenze didattiche con quella di rendere fruibile al pubblico il giardino che si trova sul retro dell’edificio scolastico. Interverremo anche su alcuni problemi, datati, di quella scuola, la cui risoluzione è stata sollecitata.

Un’altra questione importantissima, quanto delicata, a cui sto lavorando è quella della vertenza della Timac, che coinvolge 51 lavoratori. Rischiano di rimanere senza lavoro e senza ammortizzatori sociali e hanno un’età che renderà difficoltosa una loro ricollocazione professionale.

Si aspettava la vittoria al primo turno?
R:«Mi auguravo la vittoria al primo turno, ritengo che sia più fedele della volontà degli elettori. La nostra è stata una campagna elettorale lunga e impegnativa, fatta fra le persone, per strada, è stata una esperienza molto intensa, dal punto di vista umano e politico. Mi sono immerso nella città e nei suoi problemi e con questo patrimonio di conoscenza, cercherò di amministrarla insieme alla mia squadra di governo e, mi auguro, con una opposizione leale e costruttiva».

Che Barletta si ritrova oggi tra le mani e che Barletta conta di lasciare ai suoi cittadini tra cinque anni?
R:«Una città ferma, da rimettere in moto. E non mi riferisco soltanto a interventi urgenti e necessari che, pure, languono, ma anche a interventi di facile risoluzione, a partire dal decoro urbano. Viviamo in una città che ha la storia, le bellezze artistiche, i talenti e le risorse per esprimere molto di più di quanto oggi non riesca a fare. Nei prossimi cinque anni mi piacerebbe che Barletta arrivasse a esprimere tutte le sue potenzialità».

Dott.Cannito, che peso e che significato ha la fascia tricolore per un sindaco?
R:«Rappresenta l’appartenenza allo Stato e alla Repubblica. É una immensa investitura di responsabilità, è come per un medico il giuramento di Ippocrate. Con quella fascia addosso rappresento l’Istituzione e la Città, una città pluridecorata grazie al sacrificio e al valore dei nostri concittadini. Indossarla è un onore, ne sono orgoglioso e ne sarò all’altezza ogni giorno!».

Con quella fascia addosso tra qualche giorno accompagnerà per la prima volta i Santi Patroni tra le vie della città. Quanto sarà importante per lei quel momento?
R:«Sarà molto importante, di sicuro sarà emozionante e non facile, perché non amo stare al centro dell’attenzione, ma è mio dovere rappresentare la città in quella circostanza. Sono riti antichi di grande significato simbolico e sociale, che coinvolgono le autorità civili e religiose».

Per l’uomo dietro a quella fascia, invece, che peso hanno la Madonna dello Sterpeto e San Ruggiero?
R:«Rappresentano le mie origini, la mia infanzia e i miei ricordi, il mio passato e, dunque, la mia identità. Fanno parte della memoria affettiva della mia vita».

Quali sono i suoi ricordi legati alla Festa della Madonna?
R:«Immagino che siano quelli di tutti i barlettani e a cui facevo riferimento nella risposta precedente. Sono ricordi belli, nei quali si mescolano e si intrecciano il mio passato e quello di Barletta e ripercorrendoli mi rendo conto di come la città sia cambiata, pur mantenendo questo legame fortissimo con alcune tradizioni e con la devozione nei confronti della Madonna dello Sterpeto e di San Ruggiero».

Cosa rappresenta oggi questo momento per i barlettani?
R:«Sarà per la mia estrazione politica socialista e forse anche per la mia età, che credo che questa sia la Festa di tutti i barlettani, una occasione in cui le differenze sociali si annullano. La festa è uguale per tutti, ci sono la processione, i fuochi, le bancarelle e quello che oggi chiamano “Street food” e per noi era il panino con la salsiccia. Per i ragazzini resta l’occasione per rimanere in giro fino a tardi, almeno più del solito. Forse proprio i più giovani sono quelli che sentono meno la festa e anche per questo vorrei riportarla ai suoi vecchi fasti».

In futuro pensa di apportare delle migliorie nella macchina organizzativa della festa?
R:«Non ho la presunzione di parlare di migliorie, preferisco la parola cambiamenti. Come dicevo, mi piacerebbe riportarla indietro, a come era una volta, e mi sarebbe piaciuto farlo già quest’anno, ma i tempi troppo ristretti non me lo hanno permesso. Mi piacerebbe che, compatibilmente alle esigenze di sicurezza e a quelle di tutte le parti e i soggetti coinvolti nella organizzazione della tre giorni, la festa tornasse nel cuore della città».

Per concludere le chiedo di fare un appello ai barlettani, un appello per invitarli a restare a vivere la nostra festa anziché partire per le consuete spiagge del Salento…
R:«Io la ringrazio per questa opportunità e ne approfitto. La città ha bisogno di ritrovare il suo spirito di comunità e la festa della Madonna è uno dei suoi simboli più importanti, che addirittura prescinde dalla fede religiosa, la trascende. Per questo chiedo ai miei concittadini di ritrovarci in questa occasione».