ROMA - Accuse sui metodi di salvataggio arrivano da parte degli attivisti dell'ong Open Arms. "La Guardia costiera libica ha lasciato morire una donna e un bambino a bordo di un barcone perché non volevano salire sulla motovedetta libica", denuncia su twitter Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola Proactiva Open Arms, che sul social ha pubblicato la foto del relitto dell'imbarcazione con i due cadaveri che galleggiano.
Per il Viminale invece si tratterebbe di "una fake news". "Nelle prossime ore - dicono fonti del ministero dell'Interno - verrà resa pubblica la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza".
In un video, l'attivista catalano spiega che la nave dell'Ong su cui si trova ha "recuperato i cadaveri di una donna e di un bambino" e ha salvato una seconda donna che è riuscita a sopravvivere alla deriva. I tre non sono stati soccorsi dalla cosiddetta Guardia costiera libica, ha affermato, "vogliamo denunciare l'omissione di soccorso in acque internazionali".
"La guardia costiera libica ha reso noto di aver intercettato una barca con 158 persone a bordo e aver fornito loro assistenza medica e umanitaria: quello che non dice è che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e che hanno affondato l'imbarcazione perché (i tre) non volevano salire sulle motovedette libiche", ha twittato l'attivista catalano.
"Quando siamo arrivati", ha continuato Camps, "abbiamo trovato una delle donne ancora in vita, ma non abbiamo potuto fare nulla per recuperare l'altra donna e il bambino, che a quanto pare era morto poche ore prima che li trovassimo". "Quanto tempo ancora dovremo lottare con gli assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?", si è chiesto il fondatore dell'Ong.
Per il Viminale invece si tratterebbe di "una fake news". "Nelle prossime ore - dicono fonti del ministero dell'Interno - verrà resa pubblica la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza".
In un video, l'attivista catalano spiega che la nave dell'Ong su cui si trova ha "recuperato i cadaveri di una donna e di un bambino" e ha salvato una seconda donna che è riuscita a sopravvivere alla deriva. I tre non sono stati soccorsi dalla cosiddetta Guardia costiera libica, ha affermato, "vogliamo denunciare l'omissione di soccorso in acque internazionali".
"La guardia costiera libica ha reso noto di aver intercettato una barca con 158 persone a bordo e aver fornito loro assistenza medica e umanitaria: quello che non dice è che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e che hanno affondato l'imbarcazione perché (i tre) non volevano salire sulle motovedette libiche", ha twittato l'attivista catalano.
"Quando siamo arrivati", ha continuato Camps, "abbiamo trovato una delle donne ancora in vita, ma non abbiamo potuto fare nulla per recuperare l'altra donna e il bambino, che a quanto pare era morto poche ore prima che li trovassimo". "Quanto tempo ancora dovremo lottare con gli assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?", si è chiesto il fondatore dell'Ong.
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