BARI - Dichiarazione del consigliere regionale di Sinistra Italiana/Liberi E Uguali Mino Borraccino: "In attesa di discutere la mozione presentata, assieme al collega Perrini, per la riapertura dei Pronto Soccorso "Moscati" e "San Marco" che solo nel 2017 hanno ottemperato a ben 35 mila richieste di assistenza sanitaria, faccio, per l’ennesima volta, alcune considerazioni che evidentemente sono sfuggite nell'ultimo Piano di riordino ospedaliero pugliese.
A due anni circa dall'entrata in vigore - prosegue Borraccino -, le lacune ora appaiono molto più evidenti non solo perché il Piano non è intervenuto con la giusta strategia per ridurre ad esempio la spesa per la mobilità passiva, o il finanziamento alla sanità privata o ancora per attivare i posti letto, circa 1000 su base regionale, a cui si è rinunciato ma anche perché di fatto si sono tolti servizi, chiudendo reparti, senza fornire risposte alternative.
Non si è ottemperato per esempio alle riconversioni degli ospedali, come quella prevista per il “San Marco” di Grottaglie, in Polo riabilitativo, alla quale noi ci siamo sempre dichiarati contrari, però spiace constatare come si è proceduto pedissequamente alla chiusura dei reparti (Punto Nascita e Pronto Soccorso) senza sostituire con altri sevizi annunciati e mai messi in atto.
Il “San Marco” di Grottaglie , in quanto parte integrante del POC (Presidio Ospedaliero Centrale unitamente a "S.S. Annunziata" e "Moscati") deve poter continuare ad essere presìdio di supporto al “S.S. Annunziata”, con tutte le sue funzioni, almeno fino alla costruzione del nuovo ospedale di Taranto, come stabilito anche nel tanto osteggiato da noi, Piano di riordino.
Tutto ciò evidentemente era solo fumo buttato negli occhi dei cittadini che fortunatamente, di fronte alla evidente carenza di servizi sanitari, non stanno esitando a manifestare la loro indignazione, ed hanno avviato anche una imponente petizione popolare, da noi pienamente condivisa e dunque sostenuta e promossa, per chiedere la riapertura dei Pronto Soccorso chiusi. Naturalmente la nostra azione non si ferma e in attesa della discussione in Consiglio regionale della nostra mozione, chiediamo formalmente al Presidente Emiliano comunque di confermare la permanenza dei Punti di Primo Intervento, poichè servono a garantire nell’immediato almeno l’assistenza sanitaria di base.
La zona centro-orientale della provincia di Taranto, che fa riferimento all’ospedale di Grottaglie, con le sue 45 prestazioni sanitarie in media al giorno, necessita immancabilmente di una sua postazione di primo intervento, diversamente di fatto le circa 14.500 prestazioni sanitarie annue andrebbero a riversarsi sul già super affollato Pronto Soccorso del "S.S. Annunziata". E dire che l’ospedale "San Marco" di Grottaglie era una struttura perfettamente funzionante che doveva essere valorizzata al massimo e non depauperata e ridotta “all’osso”. Ricordiamo che lì abbiamo perso un Punto Nascita, che raggiungeva i 500 parti l'anno, e i reparti di Chirurgia e Ortopedia h 24 che fornivano prestazioni all'avanguardia, senza parlare del Pronto Soccorso.
Stiamo anche cercando di salvare il centro cottura ospedaliero, di cui il “San Marco” è dotato, anche recentemente ristrutturato: una cucina all’avanguardia da preservare. Lavoreremo per renderla utilizzabile nella prossima riorganizzazione dei servizi della ristorazione, per fornire i pasti ai reparti in loco e a quelli dell'ospedale di Manduria.
Infine ma non da ultimo, la nota dolente del personale medico carente che ha di fatto sfiancato una struttura ospedaliera sino a due anni fa di eccellenza", conclude.
A due anni circa dall'entrata in vigore - prosegue Borraccino -, le lacune ora appaiono molto più evidenti non solo perché il Piano non è intervenuto con la giusta strategia per ridurre ad esempio la spesa per la mobilità passiva, o il finanziamento alla sanità privata o ancora per attivare i posti letto, circa 1000 su base regionale, a cui si è rinunciato ma anche perché di fatto si sono tolti servizi, chiudendo reparti, senza fornire risposte alternative.
Non si è ottemperato per esempio alle riconversioni degli ospedali, come quella prevista per il “San Marco” di Grottaglie, in Polo riabilitativo, alla quale noi ci siamo sempre dichiarati contrari, però spiace constatare come si è proceduto pedissequamente alla chiusura dei reparti (Punto Nascita e Pronto Soccorso) senza sostituire con altri sevizi annunciati e mai messi in atto.
Il “San Marco” di Grottaglie , in quanto parte integrante del POC (Presidio Ospedaliero Centrale unitamente a "S.S. Annunziata" e "Moscati") deve poter continuare ad essere presìdio di supporto al “S.S. Annunziata”, con tutte le sue funzioni, almeno fino alla costruzione del nuovo ospedale di Taranto, come stabilito anche nel tanto osteggiato da noi, Piano di riordino.
Tutto ciò evidentemente era solo fumo buttato negli occhi dei cittadini che fortunatamente, di fronte alla evidente carenza di servizi sanitari, non stanno esitando a manifestare la loro indignazione, ed hanno avviato anche una imponente petizione popolare, da noi pienamente condivisa e dunque sostenuta e promossa, per chiedere la riapertura dei Pronto Soccorso chiusi. Naturalmente la nostra azione non si ferma e in attesa della discussione in Consiglio regionale della nostra mozione, chiediamo formalmente al Presidente Emiliano comunque di confermare la permanenza dei Punti di Primo Intervento, poichè servono a garantire nell’immediato almeno l’assistenza sanitaria di base.
La zona centro-orientale della provincia di Taranto, che fa riferimento all’ospedale di Grottaglie, con le sue 45 prestazioni sanitarie in media al giorno, necessita immancabilmente di una sua postazione di primo intervento, diversamente di fatto le circa 14.500 prestazioni sanitarie annue andrebbero a riversarsi sul già super affollato Pronto Soccorso del "S.S. Annunziata". E dire che l’ospedale "San Marco" di Grottaglie era una struttura perfettamente funzionante che doveva essere valorizzata al massimo e non depauperata e ridotta “all’osso”. Ricordiamo che lì abbiamo perso un Punto Nascita, che raggiungeva i 500 parti l'anno, e i reparti di Chirurgia e Ortopedia h 24 che fornivano prestazioni all'avanguardia, senza parlare del Pronto Soccorso.
Stiamo anche cercando di salvare il centro cottura ospedaliero, di cui il “San Marco” è dotato, anche recentemente ristrutturato: una cucina all’avanguardia da preservare. Lavoreremo per renderla utilizzabile nella prossima riorganizzazione dei servizi della ristorazione, per fornire i pasti ai reparti in loco e a quelli dell'ospedale di Manduria.
Infine ma non da ultimo, la nota dolente del personale medico carente che ha di fatto sfiancato una struttura ospedaliera sino a due anni fa di eccellenza", conclude.