Palagiustizia Bari, Conte e Paolucci: "Norma incostituzionale senza soluzione ai problemi logistici"
BARI - “Il Governo, nella vicenda del tribunale di Bari, invece di sospendere i termini processuali e di prescrizione, andando incontro a una probabile bocciatura della Corte costituzionale, avrebbe dovuto dotarsi di poteri straordinari e risolvere rapidamente i problemi logistici del Palazzo di Giustizia, così da ripristinare le funzioni sul territorio e non scaricare sui cittadini le conseguenze dell’inefficienza del sistema”. Lo dichiarano in una nota Federico Conte, deputato di Leu, componente della commissione Giustizia della Camera, e Massimo Paolucci, europarlamentare.
“Il reperimento di una nuova sede – continuano i due parlamentari -, per quanto prontamente effettuato, si è rivelato nell'immediato non adeguato. La struttura, infatti, appartiene a una società riconducibile a una persona che sembrerebbe aver avuto rapporti con ambienti malavitosi. E presenterebbe anche seri problemi per la presenza negli edifici confinanti di amianto. Il Ministero si trova adesso a fronteggiare una procedura di revoca in autotutela di quell'affidamento, con un allungamento dei tempi. Per il 30 settembre il problema non sarà definitivamente risolto, come invece promesso. Intanto, però, per decreto si agisce sui termini processuali con una forzatura senza precedenti: sospendere la prescrizione dei processi con un decreto legge. Come non essere d’accordo, a questo punto, con le Camere penali di Bari, che hanno scritto di preferire i processi nelle tende alla sospensione dei termini? Ancora una volta il Governo è apparso troppo concentrato sugli aspetti mediatici, più preso dagli annunci che dalle soluzioni efficaci. Condivisibile la posizione dei penalisti di Bari, che l’hanno descritta come un colpo di cipria sulle rughe della cattiva amministrazione della giustizia”.
“Il reperimento di una nuova sede – continuano i due parlamentari -, per quanto prontamente effettuato, si è rivelato nell'immediato non adeguato. La struttura, infatti, appartiene a una società riconducibile a una persona che sembrerebbe aver avuto rapporti con ambienti malavitosi. E presenterebbe anche seri problemi per la presenza negli edifici confinanti di amianto. Il Ministero si trova adesso a fronteggiare una procedura di revoca in autotutela di quell'affidamento, con un allungamento dei tempi. Per il 30 settembre il problema non sarà definitivamente risolto, come invece promesso. Intanto, però, per decreto si agisce sui termini processuali con una forzatura senza precedenti: sospendere la prescrizione dei processi con un decreto legge. Come non essere d’accordo, a questo punto, con le Camere penali di Bari, che hanno scritto di preferire i processi nelle tende alla sospensione dei termini? Ancora una volta il Governo è apparso troppo concentrato sugli aspetti mediatici, più preso dagli annunci che dalle soluzioni efficaci. Condivisibile la posizione dei penalisti di Bari, che l’hanno descritta come un colpo di cipria sulle rughe della cattiva amministrazione della giustizia”.