SAN DANA (LE) – Sarà Dritan Leli, sindaco di Valona, la “guest star” della tre giorni d’agosto a San Dana, in coincidenza con la festa patronale del Santo che arrivò dall’altra sponda e qui fu martirizzato.
Si intensifica, dunque, il dialogo fra l’Albania e il Salento, grazie al poderoso lavoro dell’associazione culturale “Ponti non muri” e del suo presidente, Antonio Biasco, psicologo, che collabora anche a una rivista culturale albanese, “Prenjet” (Le radici) e che al suo paese (nel Capo Leuca) negli anni Settanta dedicò un libro che, tradotto, ora gira anche nel paese di Ismail Kadarè e Nasho Iorgaqui.
“Salento-Albania: un ponte tra le due sponde” (Një urë mes dy briggieve) è il titolo della tre giorni di manifestazioni – che saranno seguite da un folto drappello di giornalisti albanesi – e si apriranno il 3 agosto con l’inaugurazione della mostra fotografica (si può visitare sino all’8): “La memoria del vento: 50 anni di Albania nel racconto fotografico di Luca Turi”.
Al vernissàge interverranno, oltre a Biasco e Turi, il Console Generale della Repubblica di Albania di Bari, Adrian Haskaj, il sindaco di Gagliano, Carlo Nesca e, fra gli altri, il prof. Mario Spedicato (Università del Salento).
Il 5 agosto (domenica) seguiranno i festeggiamenti religiosi organizzati dal comitato-festa presieduto anche quest’anno da Pietrina Cagnazzo, che ha coordinato il gruppo: la sorella Luigia Cagnazzo, Lidia Corvaglia, Anna Lecci, Anna Sergi, Francesco De Filippis.
“San Dana, un Santo albanese nel Salento. Antichi legami e prospettive future nelle relazioni tra i due paesi” è il titolo del convegno del 6 agosto, a cui parteciperà (altra “guest star”) Gerarta Zheji dell’Ambasciata della Repubblica di Albania (Roma), il sindaco di Valona, Dritan Leli e, fra gli altri, il prof. Francesco Danieli, Massimo Bray (Direttore Istituto Enciclopedia Treccani, già ministro della Cultura), il Rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara, ecc.
Seguirà lo spettacolo musicale di Redi Hasa-Mazzotta, che presenterà l’album “Novilunio” e Francesca Profico con la “Soul Woman Band”.
Il 7 agosto ci si sposterà a Gagliano dove, a 550 anni (1468-2018) dalla morte dell’eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Scanderberg, che liberà il paese dagli Ottomani, gli si intitolerà una strada centrale e a seguire, nel cortile dell’oratorio della parrocchia, la conferenza dal titolo: “Gli Scanderberg a Gagliano e nel Salento”.
Relazioneranno Gerarta Zheji e Dritan Leli e, fra gli altri: lo storico Francesco Fersini, Luisa Cosi (Conservatorio “Tipo Schipa”, Lecce), Pierfranco Bruni, responsabile di Domoetnoantropologia Mibac-Sabap Lecce, Alessandro Castriota Scanderberg “Centro Studi Scanderberg”.
A un anno dalla storica visita pastorale del Cardinale Ernest Simoni (6 agosto 2017), e il conferimento della cittadinanza onoraria (10 agosto) di Gagliano, Albania e Salento - grazie al prezioso lavoro di Antonio Biasco, che continua a tessere la tela - sono più vicine e in un momento complicato, gravido di razzismi e di chiusure, materiali e culturali, la mission dell’associazione “Ponti non muri” ne esce rafforzata e si pone come un bell’esempio da seguire per esorcizzare i fantasmi della barbarie intorno a noi, e non azzerare orizzonti di civiltà e diritti che sono costati immensi sacrifici delle passate generazioni.
(Credits ph. Francesco Greco)
Si intensifica, dunque, il dialogo fra l’Albania e il Salento, grazie al poderoso lavoro dell’associazione culturale “Ponti non muri” e del suo presidente, Antonio Biasco, psicologo, che collabora anche a una rivista culturale albanese, “Prenjet” (Le radici) e che al suo paese (nel Capo Leuca) negli anni Settanta dedicò un libro che, tradotto, ora gira anche nel paese di Ismail Kadarè e Nasho Iorgaqui.
“Salento-Albania: un ponte tra le due sponde” (Një urë mes dy briggieve) è il titolo della tre giorni di manifestazioni – che saranno seguite da un folto drappello di giornalisti albanesi – e si apriranno il 3 agosto con l’inaugurazione della mostra fotografica (si può visitare sino all’8): “La memoria del vento: 50 anni di Albania nel racconto fotografico di Luca Turi”.
Al vernissàge interverranno, oltre a Biasco e Turi, il Console Generale della Repubblica di Albania di Bari, Adrian Haskaj, il sindaco di Gagliano, Carlo Nesca e, fra gli altri, il prof. Mario Spedicato (Università del Salento).
Il 5 agosto (domenica) seguiranno i festeggiamenti religiosi organizzati dal comitato-festa presieduto anche quest’anno da Pietrina Cagnazzo, che ha coordinato il gruppo: la sorella Luigia Cagnazzo, Lidia Corvaglia, Anna Lecci, Anna Sergi, Francesco De Filippis.
“San Dana, un Santo albanese nel Salento. Antichi legami e prospettive future nelle relazioni tra i due paesi” è il titolo del convegno del 6 agosto, a cui parteciperà (altra “guest star”) Gerarta Zheji dell’Ambasciata della Repubblica di Albania (Roma), il sindaco di Valona, Dritan Leli e, fra gli altri, il prof. Francesco Danieli, Massimo Bray (Direttore Istituto Enciclopedia Treccani, già ministro della Cultura), il Rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara, ecc.
Seguirà lo spettacolo musicale di Redi Hasa-Mazzotta, che presenterà l’album “Novilunio” e Francesca Profico con la “Soul Woman Band”.
Il 7 agosto ci si sposterà a Gagliano dove, a 550 anni (1468-2018) dalla morte dell’eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Scanderberg, che liberà il paese dagli Ottomani, gli si intitolerà una strada centrale e a seguire, nel cortile dell’oratorio della parrocchia, la conferenza dal titolo: “Gli Scanderberg a Gagliano e nel Salento”.
Relazioneranno Gerarta Zheji e Dritan Leli e, fra gli altri: lo storico Francesco Fersini, Luisa Cosi (Conservatorio “Tipo Schipa”, Lecce), Pierfranco Bruni, responsabile di Domoetnoantropologia Mibac-Sabap Lecce, Alessandro Castriota Scanderberg “Centro Studi Scanderberg”.
A un anno dalla storica visita pastorale del Cardinale Ernest Simoni (6 agosto 2017), e il conferimento della cittadinanza onoraria (10 agosto) di Gagliano, Albania e Salento - grazie al prezioso lavoro di Antonio Biasco, che continua a tessere la tela - sono più vicine e in un momento complicato, gravido di razzismi e di chiusure, materiali e culturali, la mission dell’associazione “Ponti non muri” ne esce rafforzata e si pone come un bell’esempio da seguire per esorcizzare i fantasmi della barbarie intorno a noi, e non azzerare orizzonti di civiltà e diritti che sono costati immensi sacrifici delle passate generazioni.
(Credits ph. Francesco Greco)