Sono ormai divenuti inaccettabili e del tutto immotivati i ritardi delle ASL pugliesi nell'avviare e concludere celermente le procedure di stabilizzazione del personale sanitario precario. Stiamo parlando di 1355 persone, tra medici, dirigenti, tecnici, ausiliari e infermieri che aspettando da mesi, ormai, che si concretizzi la prospettiva di un lavoro a tempo indeterminato. Il tutto però continua ad essere bloccato per i ripetuti rimpalli di responsabilità tra le amministrazioni sanitarie, la Regione e il Governo centrale. A questo punto, per poter arrivare alla doverosa conclusione di tutte le stabilizzazioni entro la fine dell'anno, è necessario e non più rinviabile un intervento concreto e deciso del Presidente Michele Emiliano, che non può limitarsi a semplici dichiarazioni di intenti o petizioni di principio. È inaccettabile che in Puglia non si sia ancora data piena attuazione (se non in rari casi) a quello che la legge prevede, dando corso alla stipula dei contratti di lavoro a tempo indeterminato per tutti coloro che hanno maturato i requisiti previsti dal cosiddetto “decreto Madia”. Per questo siamo convintamente al fianco delle organizzazioni sindacali che continuano a lamentare la grande confusione che continua a regnare su questo argomento, con il rischio che dinnanzi a situazioni identiche si abbiano esiti diversi.
Pertanto è necessario che la Regione Puglia, anche esercitando i poteri sostitutivi nei confronti delle ASL, fissi un termine certo e non procrastinabile entro il quale procedere alla stabilizzazione di tutti gli aventi diritto, in tutte le ASL.
Non è più tempo di generiche rassicurazioni ma di impegni concreti che devono essere assunti per superare la piaga del precariato nella Sanità pugliese, una drammatica realtà che è stata recentemente censurata anche dal Parlamento Europeo.
Dopo mesi di rinvii e perdite di tempo è giunto per la Regione Puglia e per le ASL pugliesi il momento di applicare la legge e riconoscere finalmente il diritto ad un futuro sereno e a una occupazione stabile per oltre 1300 lavoratori senza dei quali il Sistema Sanitario regionale sarebbe collassato da tempo.
Noi di Sinistra Italiana/Liberi e Uguali continueremo con forza questa battaglia fino a quando i diritti di questi lavoratori non verranno pienamente attuati.