TARANTO - Riflessioni e risate per divulgare la cultura della donazione. Ecco la sintesi virtuosa della terza edizione di “Un dono per Taranto”, il tradizionale evento organizzato dal Gruppo Comunale locale presieduto da Giorgia Dipaola, andato in scena lo scorso 11 agosto.
Come per i passati appuntamenti la serata si è svolta nell’incantevole teatro all’aperto della Villa Peripato, storica cornice al centro della città dei due mari, che ha accolto una gremita platea di oltre 700 persone.
L’evento ha visto il consueto alternarsi di momenti divulgativi, con l’intervento del vice Presidente nazionale Vito Scarola e quello dei rappresentanti della Protezione Civile; di testimonianza, attraverso il racconto delle storie positive di tre trapiantati di cuore; e d’intrattenimento, culminati nella comicità sensibile ed intelligente di Giobbe Covatta, che ha allietato il pubblico con il suo spettacolo “La Divina Commediola”.
La grande novità di quest’anno, però, è stata la traduzione integrale dell’evento nella lingua dei segni, come fortemente voluto dal Gruppo AIDO di Taranto. La lingua LIS è infatti sinonimo di inclusione, apertura verso l’altro, superamento di ostacoli derivanti dalla sorte avversa, tutti valori al centro dell’agire dell’AIDO e della sua opera divulgativa. Per tali ragioni, per la prima volta in assoluto a Taranto, tutti gli interventi, compreso il monologo lungo e impegnativo di Giobbe Covatta, sono stati tradotti in lingua LIS, grazie alla professionalità delle interpreti Angela Buta e Fabiana De Simone.
Proprio le mani sapienti di 8 giovani studentesse hanno aperto la serata “cantando” attraverso la lingua dei segni l’inno di Mameli, con un tripudio finale di applausi da parte del caloroso pubblico.
Si è passati poi all’approfondimento divulgativo sul tema della donazione degli organi, tessuti e cellule. Ad illustrare il dettaglio delle complesse modalità di prelievo e trapianto degli organi è stato Vito Scarola, vice Presidente AIDO nazionale, che ha affrontato tutte le questioni che ancora oggi creano dubbi e pregiudizi, frenando la crescita delle dichiarazioni di volontà in vita. L’opera di divulgazione dell’AIDO consiste proprio in questo: informare le persone del dono come sublime gesto di amore, l’unico in grado di salvare la vita a migliaia di persone tuttora in attesa di ricevere un organo. Eppure ancora oggi molte criticità morali e ideologiche ostacolano la libera e consapevole scelta di donare i propri organi in caso di morte cerebrale, che deve essere fatta in vita, per risparmiarla ai propri cari in caso di decesso. E quale modo migliore per sensibilizzare ulteriormente il pubblico tarantino delle testimonianze positive da parte di tre giovani trapiantati di cuore, che grazie alla donazione riescono oggi a condurre una vita normale? Le parole di Rebecca, Giorgia e Michele hanno rappresentato il momento più toccante dell’intera serata.
Il racconto della loro rinascita dopo il trapianto, si è stagliato come una lama candida ma potente nelle coscienze del pubblico presente, lasciando un segno indelebile, che non può non aver fatto pensare. È proprio questo lo scopo di Un Dono per Taranto: spiegare, raccontare, far capire, per indurre una riflessione e, semmai, una scelta.
E non poteva esserci scelta migliore di Giobbe Covatta per la seconda parte della serata. La comicità impegnata e sempre pungente del comico, che tra l’altro pochi sanno essere originario proprio di Taranto, ha intrattenuto per oltre un ora il pubblico pugliese con il suo monologo “La Divina Commediola”, un racconto tra terzine e attualità in cui Dante e Salvini, l’Africa e i diritti si mischiano in un piacevole susseguirsi di battute e riflessioni, il cui vigore è accresciuto dall’esperienze personali di Covatta, da sempre al fianco degli ultimi, in particolare dei bambini africani.
Una magica serata di piena estate, insomma, in cui Taranto ha ancora una volta mostrato il suo volto impegnato e solidale, e il suo cuore sempre più disponibile a donare.
Come per i passati appuntamenti la serata si è svolta nell’incantevole teatro all’aperto della Villa Peripato, storica cornice al centro della città dei due mari, che ha accolto una gremita platea di oltre 700 persone.
L’evento ha visto il consueto alternarsi di momenti divulgativi, con l’intervento del vice Presidente nazionale Vito Scarola e quello dei rappresentanti della Protezione Civile; di testimonianza, attraverso il racconto delle storie positive di tre trapiantati di cuore; e d’intrattenimento, culminati nella comicità sensibile ed intelligente di Giobbe Covatta, che ha allietato il pubblico con il suo spettacolo “La Divina Commediola”.
La grande novità di quest’anno, però, è stata la traduzione integrale dell’evento nella lingua dei segni, come fortemente voluto dal Gruppo AIDO di Taranto. La lingua LIS è infatti sinonimo di inclusione, apertura verso l’altro, superamento di ostacoli derivanti dalla sorte avversa, tutti valori al centro dell’agire dell’AIDO e della sua opera divulgativa. Per tali ragioni, per la prima volta in assoluto a Taranto, tutti gli interventi, compreso il monologo lungo e impegnativo di Giobbe Covatta, sono stati tradotti in lingua LIS, grazie alla professionalità delle interpreti Angela Buta e Fabiana De Simone.
Proprio le mani sapienti di 8 giovani studentesse hanno aperto la serata “cantando” attraverso la lingua dei segni l’inno di Mameli, con un tripudio finale di applausi da parte del caloroso pubblico.
Si è passati poi all’approfondimento divulgativo sul tema della donazione degli organi, tessuti e cellule. Ad illustrare il dettaglio delle complesse modalità di prelievo e trapianto degli organi è stato Vito Scarola, vice Presidente AIDO nazionale, che ha affrontato tutte le questioni che ancora oggi creano dubbi e pregiudizi, frenando la crescita delle dichiarazioni di volontà in vita. L’opera di divulgazione dell’AIDO consiste proprio in questo: informare le persone del dono come sublime gesto di amore, l’unico in grado di salvare la vita a migliaia di persone tuttora in attesa di ricevere un organo. Eppure ancora oggi molte criticità morali e ideologiche ostacolano la libera e consapevole scelta di donare i propri organi in caso di morte cerebrale, che deve essere fatta in vita, per risparmiarla ai propri cari in caso di decesso. E quale modo migliore per sensibilizzare ulteriormente il pubblico tarantino delle testimonianze positive da parte di tre giovani trapiantati di cuore, che grazie alla donazione riescono oggi a condurre una vita normale? Le parole di Rebecca, Giorgia e Michele hanno rappresentato il momento più toccante dell’intera serata.
Il racconto della loro rinascita dopo il trapianto, si è stagliato come una lama candida ma potente nelle coscienze del pubblico presente, lasciando un segno indelebile, che non può non aver fatto pensare. È proprio questo lo scopo di Un Dono per Taranto: spiegare, raccontare, far capire, per indurre una riflessione e, semmai, una scelta.
E non poteva esserci scelta migliore di Giobbe Covatta per la seconda parte della serata. La comicità impegnata e sempre pungente del comico, che tra l’altro pochi sanno essere originario proprio di Taranto, ha intrattenuto per oltre un ora il pubblico pugliese con il suo monologo “La Divina Commediola”, un racconto tra terzine e attualità in cui Dante e Salvini, l’Africa e i diritti si mischiano in un piacevole susseguirsi di battute e riflessioni, il cui vigore è accresciuto dall’esperienze personali di Covatta, da sempre al fianco degli ultimi, in particolare dei bambini africani.
Una magica serata di piena estate, insomma, in cui Taranto ha ancora una volta mostrato il suo volto impegnato e solidale, e il suo cuore sempre più disponibile a donare.