BARI - Dichiarazione congiunta del segretario provinciale dell’Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro, Filippo Barattolo, e il Commissario dell’Unione di Centro per la Città di Bari Sergio Adamo. Bari e il suo mare. Negli ultimi dieci anni la città di Bari ha abdicato al suo ruolo di città di mare. Il porto necessita di investimenti. Le sue dimensioni sono ridotte, sono necessarie nuove opere e aree di movimentazione. Lo sblocco del cantiere dell’ansa di Marisabella e imprescindibile per il suo rilancio. Il completamento dell’ansa che i baresi attendono da troppo tempo eviterebbe il congestionamento del porto il quale è un problema molto serio, in quanto potrebbe spingere il traffico a rivolgersi verso altri porti. La camionale costituirebbe un nodo di collegamento con interporto, autostradada e aeroporto.
Il porto di Bari - si legge nella nota Udc - non può restare solo scalo crocieristico e di traghetti per l’altra sponda adriatica e area di transito per flussi ininterrotti di Ro-Ro (trasporto su rotabili) che sbarcano e si imbarcano da e per la Grecia e la Turchia. Gestisce anche la movimentazione di container di importanti compagnie internazionali che raccolgono il traffico merci dal porto feeder di Bari per trasferirle alle destinazioni finali dopo averle trasbordate su navi di maggiore tonnellaggio in scali hub.
Non solo dunque traghetti e crociere ma anche rapporti commerciali per lo scalo del capoluogo regionale che è entrato da più di un anno nell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico meridionale di cui fanno parte anche Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli. E come se non bastasse sta per diventare ZES (Zona Economica Speciale) che è un’opportunità di crescita poiché comporta per le imprese coinvolte benefici fiscali e semplificazioni amministrative.
In questo quadro la sfida che attende il porto barese diventa impegnativa dalle tante aspettative. Il traffico è destinato ad aumentare, e non solo quello marittimo, tutti i tipi di trasporto. Ma per accogliere tale crescita non basta che il porto disponga di buoni fondali, è necessario incrementare il numero di banchine e di piazzali, di servizi (stazioni marittime,varchi,viabilità,servizi di bunkeraggio, di rifornimento acqua, servizi tecnico-nautici).
È necessario - conclude la nota - creare un unico polo logistico-produttivo costituito da Porto, Asi e Interporto con il contributo delle agevolazioni delle Zes. Le aree di porto e retroporto siano individuate come aree di uno sviluppo integrato in linea con i maggiori porti in Italia e in Europa in fase di risorgimento. L’obiettivo è di attrarre nuovi investimenti che si tramutino in nuovi traffici e vettori. La mission è impegnativa, richiede sinergie e collaborazioni con i vari enti locali, ma è l’unica via che pone al riparo dall’essere sopravanzati da altre realtà.
Il porto di Bari - si legge nella nota Udc - non può restare solo scalo crocieristico e di traghetti per l’altra sponda adriatica e area di transito per flussi ininterrotti di Ro-Ro (trasporto su rotabili) che sbarcano e si imbarcano da e per la Grecia e la Turchia. Gestisce anche la movimentazione di container di importanti compagnie internazionali che raccolgono il traffico merci dal porto feeder di Bari per trasferirle alle destinazioni finali dopo averle trasbordate su navi di maggiore tonnellaggio in scali hub.
Non solo dunque traghetti e crociere ma anche rapporti commerciali per lo scalo del capoluogo regionale che è entrato da più di un anno nell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico meridionale di cui fanno parte anche Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli. E come se non bastasse sta per diventare ZES (Zona Economica Speciale) che è un’opportunità di crescita poiché comporta per le imprese coinvolte benefici fiscali e semplificazioni amministrative.
In questo quadro la sfida che attende il porto barese diventa impegnativa dalle tante aspettative. Il traffico è destinato ad aumentare, e non solo quello marittimo, tutti i tipi di trasporto. Ma per accogliere tale crescita non basta che il porto disponga di buoni fondali, è necessario incrementare il numero di banchine e di piazzali, di servizi (stazioni marittime,varchi,viabilità,servizi di bunkeraggio, di rifornimento acqua, servizi tecnico-nautici).
È necessario - conclude la nota - creare un unico polo logistico-produttivo costituito da Porto, Asi e Interporto con il contributo delle agevolazioni delle Zes. Le aree di porto e retroporto siano individuate come aree di uno sviluppo integrato in linea con i maggiori porti in Italia e in Europa in fase di risorgimento. L’obiettivo è di attrarre nuovi investimenti che si tramutino in nuovi traffici e vettori. La mission è impegnativa, richiede sinergie e collaborazioni con i vari enti locali, ma è l’unica via che pone al riparo dall’essere sopravanzati da altre realtà.