Discarica Vergine: Galante (M5S) chiede lumi sulla sicurezza del sito

di REDAZIONE - “La storia infinita della discarica Vergine di Lizzano si arricchisce con nuovi colpi di scena. Sono passati oltre 4 anni dal sequestro del sito e ancora attendiamo tempi certi sulla messa in sicurezza e la bonifica. Operazioni che, come ci era stato assicurato all’AGER, avrebbero dovuto essere portate avanti dalla Regione, mentre dalle carte emerge che saranno eseguite dalla società che ha acquisito la proprietà immobiliare della discarica ed è ora proprietaria dell’impianto”. Lo dichiara il consigliere del M5S Marco Galante che, per fare chiarezza le opere di messa in sicurezza e bonifica della “discarica Vergine” ha chiesto di audire in V Commissione Ambiente i  rappresentanti dell’Assessorato all’ambiente, dell’AGER, del Dipartimento opere pubbliche e paesaggio,  dell’ARPA Puglia, dell’associazione AttivaLizzano e i Sindaci dei Comuni di Taranto, Lizzano, Monteparano, Faggiano, Roccaforzata e Fragagnano.

Dagli atti risulta che dal 19 giugno 2018 la “Lutum srl” ha acquisito la proprietà immobiliare della discarica Vergine e che la società avrebbe successivamente confermato la disponibilità ad eseguire i lavori di messa in sicurezza e bonifica del sito, così come previsto sia dalla Giunta regionale che dal Comune di Taranto, attraverso rispettive delibere.

“Alla luce di ciò – prosegue il consigliere M5S –  ci sono numerosi dubbi che andrebbero chiariti con estrema urgenza. Innanzitutto, il Comune di Taranto aveva già ricevuto dei fondi per le operazioni di bonifica e, quindi, vorremmo capire se e a quale titolo la Lutum utilizzerebbe gli stessi. Inoltre, dato che la discarica risulta possedere un’ampia volumetria ancora disponibile per il conferimento di rifiuti, vogliamo conoscere le reali intenzioni della società Lutum e in che modo intenda porre in essere la messa in sicurezza e la bonifica dell’area. I cittadini - conclude Galante - hanno bisogno di rassicurazioni sul fatto che sarà evitato un nuovo sversamento di rifiuti che andrebbe a danneggiare sempre più un territorio quale quello di Taranto, già fortemente compromesso dal punto di vista della salute e ambientale”.