di VITTORIO POLITO - Il sangue da sempre è stato oggetto di un misterioso fascino. Ai tempi degli Egizi pare che il sangue era usato, per le sue proprietà benefiche, per bagni a persone ammalate e indebolite. Ippocrate consigliava di ingerire sangue in caso di epilessia.
Il filosofo Marsilio Ficino (1433-1499) consigliava di far bere sangue agli anziani per rinvigorire ed allungarne la vita.
Ovidio, nel settimo libro delle «Metamorfosi», racconta che Medea ringiovanì il vecchio Esone, dopo averlo sottoposto a salasso, introducendo nelle sue vene un umore segreto. In sostanza il poeta latino esprimeva per bocca di Medea il concetto della trasfusione ematica. Un tempo si credeva anche che il sangue fosse la sede dell’anima e perciò gli venivano attribuiti anche tali poteri taumaturgici.
Si registra nel 1492 la prima “trasfusione” di sangue che la storia ricordi, vista l’importanza del protagonista, il Papa Innocenzo VIII (1432-1492), gravemente ammalato, che ricevette il sangue da tre ragazzini di dieci anni. Il “travaso” non ebbe successo e il Papa morì come pure i tre giovani. Allora non si parlava ancora di trasfusione intesa nel senso odierno del termine.
Fu William Harvey (1578-1657), che nel 1616 evidenziò il percorso del sangue all’interno del corpo umano. Si cominciò così a diffondere l’idea che una trasfusione di sangue potesse avere effetti benefici. Il merito del medico inglese sta nel fatto di essere riuscito a coordinare ed enunciare tutti i principi anatomici e fisiologici della circolazione del sangue, riunendo in un’unica opera tutte le notizie sparse dei suoi predecessori.
La prima trasfusione di sangue di agnello praticata a un essere umano fu realizzata a Parigi nel 1667 dal medico francese Jean-Baptiste Denis (1643-1704), su un giovane di sedici anni che, nel corso di due mesi, era stato salassato venti volte per una malattia febbrile la cui causa era ignota. L’operazione ebbe esito positivo e altri tre pazienti furono trasfusi con lo stesso metodo, ma l’ultimo morì.
Gli insuccessi dei precedenti tentativi di Parigi e di Roma, fecero cadere la teoria della trasfusione diretta e nel 1678 la Società parigina dei medici dichiarò la trasfusione illegale ed il provvedimento fu adottato anche in Inghilterra e nello Stato Pontificio.
Dopo 150 anni circa la trasfusione sanguigna venne nuovamente affrontata dalla scienza medica. Fu ripresa dal medico ostetrico inglese James Blundell (1790-1877), nell’intento di combattere le gravi emorragie da parto. Blundell eseguì dieci trasfusioni nell’uomo con sangue umano, due delle quali in pazienti che erano appena decedute. Quattro delle dieci ebbero successo. Nonostante ciò, ancora 60 anni dopo i successi di Blundell e altri, si usava sangue di animale. La trasfusione divenne attuabile su basi scientifiche soltanto dopo la scoperta dei gruppi sanguigni classici (A, B, 0) da parte del fisico e biologo viennese Karl Landsteiner (1868-1943). In seguito due suoi allievi trovarono il quarto e più raro gruppo, l’AB.
Com’è noto, il “prezioso liquido” non si produce in laboratorio ed il fabbisogno annuo in Italia è di oltre 2.400.000 unità di sangue intero e più di 800.000 litri di plasma. L’impossibilità di ottenerlo tramite procedimenti chimici e il suo larghissimo impiego, rendono il sangue un presidio terapeutico prezioso non sempre disponibile.
La maggior parte di noi può donare il sangue e molti, almeno una volta nella vita, potrebbero averne bisogno, per cui donare sangue significa salvare una vita. Il sangue e gli emocomponenti sono prodotti terapeutici indispensabili. Costituiscono infatti la terapia di supporto in moltissime situazioni cliniche mediche e chirurgiche e nelle emergenze. Molte persone donano volontariamente il loro sangue, per cui donare è semplice e sicuro, senza alcun pericolo per il donatore.
Qualche curiosità sul sangue
Chi ha trascorso un periodo complessivo di tre mesi o più nel Regno Unito tra il 1980 e il 1996 non potrà mai più donare sangue. La restrizione è dovuta alla malattia di Creutzfeldt-Jakob, denominata anche “Morbo della Mucca Pazza”, una rara malattia neurodegenerativa, che conduce ad una forma di demenza progressiva fatale.
Il 28 maggio 2002, la Food and Drug Administration istituì una regola che esclude dalla donazione chiunque abbia trascorso almeno sei mesi in alcuni paesi europei (o tre mesi nel Regno Unito, come detto). Dato il gran numero di militari statunitensi e ai loro familiari che risiedono in Europa, ci si aspettava che oltre il 7% dei donatori sarebbe stato fermato a causa della politica. In seguito le modifiche di questa politica hanno allentato la restrizione per un totale cumulativo di cinque anni o più da un viaggio civile nei paesi europei (sei mesi o più, se militare). I tre mesi di restrizione sui viaggi nel Regno Unito, tuttavia, non sono stati modificati.
In Nuova Zelanda, chi ha vissuto nel Regno Unito, in Francia o nella Repubblica d’Irlanda per un totale di sei mesi o più tra gennaio 1980 e dicembre 1996 è stato escluso definitivamente dalla donazione di sangue. Chiunque abbia ricevuto una trasfusione di sangue in quei paesi a partire dal gennaio 1980 è anche precluso in modo permanente.
Regolamenti analoghi sono in atto anche in Germania, Italia, Polonia, pe cui chi ha passato sei mesi o più di vita nel Regno Unito nel periodo ciato viene permanentemente escluso dalla donazione di sangue. Le restrizioni di cui sopra servono a garantire la sicurezza della donazione del sangue.
Leonardo da Vinci era del parere che il sangue “dà vita e spirito a tutti li membri dove si diffonde”, per cui DONATE, DONATE, DONATE e potrete salvare una vita a costo zero!
Il filosofo Marsilio Ficino (1433-1499) consigliava di far bere sangue agli anziani per rinvigorire ed allungarne la vita.
Ovidio, nel settimo libro delle «Metamorfosi», racconta che Medea ringiovanì il vecchio Esone, dopo averlo sottoposto a salasso, introducendo nelle sue vene un umore segreto. In sostanza il poeta latino esprimeva per bocca di Medea il concetto della trasfusione ematica. Un tempo si credeva anche che il sangue fosse la sede dell’anima e perciò gli venivano attribuiti anche tali poteri taumaturgici.
Si registra nel 1492 la prima “trasfusione” di sangue che la storia ricordi, vista l’importanza del protagonista, il Papa Innocenzo VIII (1432-1492), gravemente ammalato, che ricevette il sangue da tre ragazzini di dieci anni. Il “travaso” non ebbe successo e il Papa morì come pure i tre giovani. Allora non si parlava ancora di trasfusione intesa nel senso odierno del termine.
Fu William Harvey (1578-1657), che nel 1616 evidenziò il percorso del sangue all’interno del corpo umano. Si cominciò così a diffondere l’idea che una trasfusione di sangue potesse avere effetti benefici. Il merito del medico inglese sta nel fatto di essere riuscito a coordinare ed enunciare tutti i principi anatomici e fisiologici della circolazione del sangue, riunendo in un’unica opera tutte le notizie sparse dei suoi predecessori.
La prima trasfusione di sangue di agnello praticata a un essere umano fu realizzata a Parigi nel 1667 dal medico francese Jean-Baptiste Denis (1643-1704), su un giovane di sedici anni che, nel corso di due mesi, era stato salassato venti volte per una malattia febbrile la cui causa era ignota. L’operazione ebbe esito positivo e altri tre pazienti furono trasfusi con lo stesso metodo, ma l’ultimo morì.
Gli insuccessi dei precedenti tentativi di Parigi e di Roma, fecero cadere la teoria della trasfusione diretta e nel 1678 la Società parigina dei medici dichiarò la trasfusione illegale ed il provvedimento fu adottato anche in Inghilterra e nello Stato Pontificio.
Dopo 150 anni circa la trasfusione sanguigna venne nuovamente affrontata dalla scienza medica. Fu ripresa dal medico ostetrico inglese James Blundell (1790-1877), nell’intento di combattere le gravi emorragie da parto. Blundell eseguì dieci trasfusioni nell’uomo con sangue umano, due delle quali in pazienti che erano appena decedute. Quattro delle dieci ebbero successo. Nonostante ciò, ancora 60 anni dopo i successi di Blundell e altri, si usava sangue di animale. La trasfusione divenne attuabile su basi scientifiche soltanto dopo la scoperta dei gruppi sanguigni classici (A, B, 0) da parte del fisico e biologo viennese Karl Landsteiner (1868-1943). In seguito due suoi allievi trovarono il quarto e più raro gruppo, l’AB.
Com’è noto, il “prezioso liquido” non si produce in laboratorio ed il fabbisogno annuo in Italia è di oltre 2.400.000 unità di sangue intero e più di 800.000 litri di plasma. L’impossibilità di ottenerlo tramite procedimenti chimici e il suo larghissimo impiego, rendono il sangue un presidio terapeutico prezioso non sempre disponibile.
La maggior parte di noi può donare il sangue e molti, almeno una volta nella vita, potrebbero averne bisogno, per cui donare sangue significa salvare una vita. Il sangue e gli emocomponenti sono prodotti terapeutici indispensabili. Costituiscono infatti la terapia di supporto in moltissime situazioni cliniche mediche e chirurgiche e nelle emergenze. Molte persone donano volontariamente il loro sangue, per cui donare è semplice e sicuro, senza alcun pericolo per il donatore.
Qualche curiosità sul sangue
Chi ha trascorso un periodo complessivo di tre mesi o più nel Regno Unito tra il 1980 e il 1996 non potrà mai più donare sangue. La restrizione è dovuta alla malattia di Creutzfeldt-Jakob, denominata anche “Morbo della Mucca Pazza”, una rara malattia neurodegenerativa, che conduce ad una forma di demenza progressiva fatale.
Il 28 maggio 2002, la Food and Drug Administration istituì una regola che esclude dalla donazione chiunque abbia trascorso almeno sei mesi in alcuni paesi europei (o tre mesi nel Regno Unito, come detto). Dato il gran numero di militari statunitensi e ai loro familiari che risiedono in Europa, ci si aspettava che oltre il 7% dei donatori sarebbe stato fermato a causa della politica. In seguito le modifiche di questa politica hanno allentato la restrizione per un totale cumulativo di cinque anni o più da un viaggio civile nei paesi europei (sei mesi o più, se militare). I tre mesi di restrizione sui viaggi nel Regno Unito, tuttavia, non sono stati modificati.
In Nuova Zelanda, chi ha vissuto nel Regno Unito, in Francia o nella Repubblica d’Irlanda per un totale di sei mesi o più tra gennaio 1980 e dicembre 1996 è stato escluso definitivamente dalla donazione di sangue. Chiunque abbia ricevuto una trasfusione di sangue in quei paesi a partire dal gennaio 1980 è anche precluso in modo permanente.
Regolamenti analoghi sono in atto anche in Germania, Italia, Polonia, pe cui chi ha passato sei mesi o più di vita nel Regno Unito nel periodo ciato viene permanentemente escluso dalla donazione di sangue. Le restrizioni di cui sopra servono a garantire la sicurezza della donazione del sangue.
Leonardo da Vinci era del parere che il sangue “dà vita e spirito a tutti li membri dove si diffonde”, per cui DONATE, DONATE, DONATE e potrete salvare una vita a costo zero!
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Salute e benessere