ROMA - "Se accettassimo il derapage" previsto dalla manovra rispetto alle regole europee "alcuni Paesi ci coprirebbero di ingiurie e invettive con l'accusa di essere troppo flessibili con l'Italia": così il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker che ha comunque puntualizzato che la dinamica della finanza pubblica italiana "mi dà molte preoccupazioni" ma "non abbiamo pregiudizi: ne discuteremo con l'Italia come facciamo con tutti gli altri Paesi". Juncker sentirà nel pomeriggio Conte in un colloquio telefonico.
LA REPLICA DI DI MAIO: "GLI RESTA SOLO POCO TEMPO" - Sprezzante risposta di Di Maio a Juncker: il presidente della Commissione europea, dice il vicepremier su Istagram, non può attaccare un Paese sovrano "solo perché quel governo non è simpatico a lui e all'élite di cui fa parte" e può pure continuare a rivoltarsi contro la 'manovra del popolo' ma "gli rimane tempo ancora fino a maggio".
"Oggi l'Eurostat - spiega Di Maio - ha rilasciato dati devastanti che provano come le politiche seguite dai precedenti governi e avallate o imposte dalla Ue siano state devastanti per il nostro Paese. Secondo questi dati l'Italia è il Paese europeo con il numero più alto di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale. Sono a rischio povertà 17,4 milioni di persone, ovvero il 28,9% della popolazione. Rispetto al 2008 questo numero è salito del 3,4%. Con la 'manovra del popolo' finalmente interveniamo su questo dramma che non può più essere trascurato come è stato fatto finora, visto che i poveri sono aumentati in maniera esponenziale. Tutto quello che è contenuto nella manovra è necessario per gli italiani ed è esattamente il contrario di quello che hanno fatto gli altri governi che hanno pensato solo ai privilegi di pochi, soliti, noti. E' quello che hanno chiesto i cittadini con il voto e che noi, da Paese sovrano, stiamo realizzando".
Juncker, prosegue il ministro al Lavoro e allo Sviluppo economico, "oggi dice che l’Eurozona si rivolterà contro tutto questo per mantenere lo status quo che ha causato solo povertà e disoccupazione crescente. A nome di chi parla? Dei vari ministri, del presidente dell’Eurogruppo, del suo partito che l'altro ieri ha fatto il minimo storico alle elezioni in Lussemburgo? Juncker faccia nomi e cognomi di chi davvero prende le decisioni all’interno dell’Unione Europea. Non ci si può attaccare a vincoli ad personam, decidendo in modo scientifico di attaccare un Paese sovrano solo perché quel governo non è simpatico a lui e all'élite di cui fa parte. Noi andiamo avanti con le misure chieste dal popolo. Juncker - conclude - continui pure a rivoltarsi, gli rimane tempo ancora fino a maggio".
LA REPLICA DI DI MAIO: "GLI RESTA SOLO POCO TEMPO" - Sprezzante risposta di Di Maio a Juncker: il presidente della Commissione europea, dice il vicepremier su Istagram, non può attaccare un Paese sovrano "solo perché quel governo non è simpatico a lui e all'élite di cui fa parte" e può pure continuare a rivoltarsi contro la 'manovra del popolo' ma "gli rimane tempo ancora fino a maggio".
"Oggi l'Eurostat - spiega Di Maio - ha rilasciato dati devastanti che provano come le politiche seguite dai precedenti governi e avallate o imposte dalla Ue siano state devastanti per il nostro Paese. Secondo questi dati l'Italia è il Paese europeo con il numero più alto di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale. Sono a rischio povertà 17,4 milioni di persone, ovvero il 28,9% della popolazione. Rispetto al 2008 questo numero è salito del 3,4%. Con la 'manovra del popolo' finalmente interveniamo su questo dramma che non può più essere trascurato come è stato fatto finora, visto che i poveri sono aumentati in maniera esponenziale. Tutto quello che è contenuto nella manovra è necessario per gli italiani ed è esattamente il contrario di quello che hanno fatto gli altri governi che hanno pensato solo ai privilegi di pochi, soliti, noti. E' quello che hanno chiesto i cittadini con il voto e che noi, da Paese sovrano, stiamo realizzando".
Juncker, prosegue il ministro al Lavoro e allo Sviluppo economico, "oggi dice che l’Eurozona si rivolterà contro tutto questo per mantenere lo status quo che ha causato solo povertà e disoccupazione crescente. A nome di chi parla? Dei vari ministri, del presidente dell’Eurogruppo, del suo partito che l'altro ieri ha fatto il minimo storico alle elezioni in Lussemburgo? Juncker faccia nomi e cognomi di chi davvero prende le decisioni all’interno dell’Unione Europea. Non ci si può attaccare a vincoli ad personam, decidendo in modo scientifico di attaccare un Paese sovrano solo perché quel governo non è simpatico a lui e all'élite di cui fa parte. Noi andiamo avanti con le misure chieste dal popolo. Juncker - conclude - continui pure a rivoltarsi, gli rimane tempo ancora fino a maggio".
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