Lecce, memoria del martirio di Sant'Oronzo: nuova statua in cartapesta di Epicochi
LECCE - Torna quest’anno la festa del martirio di Sant’Oronzo che l’arcivescovo Seccia ha voluto commemorare
con maggiore solennità ricorrendo quest’anno il 1950° anniversario della decapitazione che secondo la
tradizione sarebbe avvenuta proprio dove oggi sorge il Santuario di Sant’ Oronzo fuori le mura.
La parrocchia Cuore Immacolato di Maria, entro il cui territorio insiste il santuario, guidata da don Maurizio Ciccarese, ha programmato una serie eventi sacri per ricordare il martirio del primo vescovo di Lecce e patrono della città.
“Tornare nel luogo del martirio di Sant’Oronzo - sottolinea l’arcivescovo Seccia - è per tutti noi leccesi un riscoprire le nostre radici. Non solo quelle della nostra fede ma anche e direi soprattutto quelle della nostra civiltà, della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Anche esse affondano nel patrimonio di valori cristiani che i nostri padri hanno mantenuto vive affinché giungessero fino a noi. Il nostro compito, specie nell’anno in cui celebriamo il 1950° anniversario della persecuzione e della morte del primo vescovo della città, il compito di ravvivare la nostra fede legandola ancora di più all’eroismo del nostro patrono ma anche il dovere di trasmettere ai più giovani l’impegno a vivere secondo il vangelo con coerenza e fedeltà a Cristo. Attingeremo futuro dalla memoria”.
Sabato 20 alle 16 avrà luogo la processione con il nuovo simulacro del santo in cartapesta con partenza dalla chiesa parrocchiale Cuore Immacolato di Maria, mentre alle 18 mons. Mauro Carlino, segretario di Nunziatura presso la Segreteria di Stato, presiederà la solenne celebrazione eucaristica. Domenica 21 ottobre, alle 9 l’arcivescovo Michele Seccia celebrerà la santa messa con la partecipazione di un gruppo di pellegrini giunti da Turi accompagnati dall’arciprete don Giovanni Amodio, a conclusione del Giubileo oronziano celebrato nella cittadina dell’entroterra barese che ha accolto nel mese di agosto le reliquie del santo vescovo ritrovate a Nona (Croazia). Alle 10,30 un’altra celebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale della diocesi, mons. Flavio De Pascali. Sarà ancora mons. Seccia a chiudere la festa liturgica con la celebrazione eucaristica alle 17.30. Ma la novità di quest’anno è costituita dalla benedizione della nuova statua in cartapesta che raffigura Sant’Oronzo.
Realizzata dal maestro cartapestaio Marco Epicochi, la cui bottega artigiana si trova in Piazza Duomo. Turisti, fedeli, sacerdoti e soprattutto l’arcivescovo Seccia (che abita a pochi metri) hanno potuto seguire giorno per giorno, entrando e uscendo dalla piazza (il maestra esegue infatti alcune fasi della creazione delle sue opere all’aperto). Il simulacro - commissionato dalla parrocchia Cuore Immacolato di Maria e dal suo parroco - è pronto e domani per la prima volta sarà portato in processione fino al Santuario di Sant’Oronzo fuori le mura e domenica 22 alle 9 sarà benedetto da mons. Seccia. “La statua - spiega Epicochi - è alta 2 metri e 40. Cartapesta per il 70% e terracotta per il 30%. È rifinita e decorata a mano. Oronzo viene raffigurato su una nuvola abbracciata da una palma perché già santo e martire. Egli prende la città in mano in segno di protezione e benedice”. “Il mio legame con la statua di Sant’Oronzo è antico. Mi ricorda mio nonno e i miei zii che realizzavano statue in terracotta. Erano maestri pupari e, di statue del santo patrono ne hanno realizzate proprio tante. È stato inevitabile pensare a loro”.
“Tornare nel luogo del martirio di Sant’Oronzo - sottolinea l’arcivescovo Seccia - è per tutti noi leccesi un riscoprire le nostre radici. Non solo quelle della nostra fede ma anche e direi soprattutto quelle della nostra civiltà, della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Anche esse affondano nel patrimonio di valori cristiani che i nostri padri hanno mantenuto vive affinché giungessero fino a noi. Il nostro compito, specie nell’anno in cui celebriamo il 1950° anniversario della persecuzione e della morte del primo vescovo della città, il compito di ravvivare la nostra fede legandola ancora di più all’eroismo del nostro patrono ma anche il dovere di trasmettere ai più giovani l’impegno a vivere secondo il vangelo con coerenza e fedeltà a Cristo. Attingeremo futuro dalla memoria”.
Sabato 20 alle 16 avrà luogo la processione con il nuovo simulacro del santo in cartapesta con partenza dalla chiesa parrocchiale Cuore Immacolato di Maria, mentre alle 18 mons. Mauro Carlino, segretario di Nunziatura presso la Segreteria di Stato, presiederà la solenne celebrazione eucaristica. Domenica 21 ottobre, alle 9 l’arcivescovo Michele Seccia celebrerà la santa messa con la partecipazione di un gruppo di pellegrini giunti da Turi accompagnati dall’arciprete don Giovanni Amodio, a conclusione del Giubileo oronziano celebrato nella cittadina dell’entroterra barese che ha accolto nel mese di agosto le reliquie del santo vescovo ritrovate a Nona (Croazia). Alle 10,30 un’altra celebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale della diocesi, mons. Flavio De Pascali. Sarà ancora mons. Seccia a chiudere la festa liturgica con la celebrazione eucaristica alle 17.30. Ma la novità di quest’anno è costituita dalla benedizione della nuova statua in cartapesta che raffigura Sant’Oronzo.
Realizzata dal maestro cartapestaio Marco Epicochi, la cui bottega artigiana si trova in Piazza Duomo. Turisti, fedeli, sacerdoti e soprattutto l’arcivescovo Seccia (che abita a pochi metri) hanno potuto seguire giorno per giorno, entrando e uscendo dalla piazza (il maestra esegue infatti alcune fasi della creazione delle sue opere all’aperto). Il simulacro - commissionato dalla parrocchia Cuore Immacolato di Maria e dal suo parroco - è pronto e domani per la prima volta sarà portato in processione fino al Santuario di Sant’Oronzo fuori le mura e domenica 22 alle 9 sarà benedetto da mons. Seccia. “La statua - spiega Epicochi - è alta 2 metri e 40. Cartapesta per il 70% e terracotta per il 30%. È rifinita e decorata a mano. Oronzo viene raffigurato su una nuvola abbracciata da una palma perché già santo e martire. Egli prende la città in mano in segno di protezione e benedice”. “Il mio legame con la statua di Sant’Oronzo è antico. Mi ricorda mio nonno e i miei zii che realizzavano statue in terracotta. Erano maestri pupari e, di statue del santo patrono ne hanno realizzate proprio tante. È stato inevitabile pensare a loro”.