ANDRIA - La nota del 22 settembre scorso, trasmessa alle competenti Autorità , tra le quali la Prefettura di Foggia, dalle due Associazioni rappresentative e significative UNIMPRESA e CASAMBULANTI ha sortito i suoi effetti. A Foggia evidentemente anche l’amministrazione comunale si è resa conto che il mercato non può restare nell’attuale area periferica dell’Ipermercato o comunque non può continuare a restarci in quelle condizioni.
Il caso della “Pompa” della discordia riporta al centro del dibattito il paventato (ri)trasferimento del mercato nella “vecchia” area dello Zaccheria dove si è svolto fino al 2008. Ma questa notizia che sta mettendo in subbuglio la categoria e la stessa amministrazione comunale da quali fonti proviene? Quale credibilità viene ad essa attribuita?
Ad ogni buon conto è bene ricordare che quel trasferimento non venne per nulla condiviso né gradito, neppure dalla popolazione e proprio quel trasferimento ha dimostrato, come già da allora denunciato da UNIMPRESA e dal suo Presidente Savino Montaruli, che avrebbe lasciato molti morti sul campo ma l’Amministrazione comunale proseguì nei suo intento omicida, peraltro senza alcuna forza di contrasto che avrebbe dovuto rappresentare la tutela delle centinaia e centinaia di concessionari di posteggio lasciati abbandonati a se stessi, in balia di interessi “superiori”.
Il risultato è stato che oggi, infatti, sono centinaia le imprese che hanno lasciato quello che era il miglior mercato del meridione, distrutto dalla malapolitica sciattona e forse pure da un Polsindacato inetto che non ha saputo mettere in movimento meccanismi di contrasto efficienti e di tutela, come la legge attribuisce a sindacati cosiddetti storici che si autofinanziano con soldi pubblici per gestire le loro attività e quelle delle loro società di capitali collegate.
A far sentire di nuovo la sua voce è il sindacalista Savino Montaruli che aggiunge: “il destino del mercato di Foggia è stato negativamente segnato e questi dieci anni hanno dimostrato quanto maldestre siano state le scelte dell’allora amministrazione comunale. Abbiamo presentato l’esposto a Sindaco e Prefetto perché il mercato di Foggia rischia ancora oggi di chiudere aggiungendo danni su danni ai concessionari di posteggio ed alla popolazione che vedrebbe venire meno quel potente calmieratore di prezzi e fulcro storico di aggregazione sociale. L’amministrazione comunale, dopo quel mio esposto, ha capito e per calmare le acque agitate sta paventando il ritorno del mercato nell’area dello Zaccheria ma continuerebbe a farlo confrontandosi in modo limitato e limitando il confronto che invece andrebbe allargato e non chiuso solamente ai soliti pochi intimi, spesso compiacenti. Eppure questo è accaduto ancora, l’altro giorno sempre a Foggia”.
Ma il (ri)trasferimento del mercato è davvero possibile?
A rispondere alla delicata domanda è ancora il Presidente Montaruli: “in questi dieci anni sono cambiate in modo sostanziale le norme in materia di commercio sulle aree pubbliche, anche se alcuni fanno finta di non essersene accorti. Oltre ad essere intervenuta l’Intesa Stato – Regioni sulla Direttiva Bolkestein, da noi sempre osteggiata ma caldeggiata dai Polindacati, è stato approvato il Codice regionale del Commercio ed il trasferimento definitivo del mercato può avvenire solo nell’ambito degli strumenti di Programmazione cioè il Documento Strategico del Commercio che non sappiamo se a Foggia abbiano mai pensato di approvare e se contenga questa previsione. Nel caso poi il comune di Foggia voglia trasferire il mercato appellandosi a questioni di “sicurezza” allora dovrebbe giustificare a noi ed al Prefetto come mai si siano create quelle condizioni di “insicurezza” nell’attuale mercato e come mai si sia consentito che ciò abbia potuto accadere. Una vicenda delicata che ci dispiace il Sindaco abbia voluto affrontare con pochi intimi declinando l’incontro con le scriventi, come prevede la legge.”
Ma nel frattempo in questi anni sono venuti meno centinaia di concessionari di posteggio. Cosa comporta questo?
Montaruli: “una beffa enorme e un danno economico, psicologico ed esistenziale di proporzioni enormi. Oltre alla tassazione più elevata d’Italia che si registra per la frequenza del mercato a Foggia, nonostante non sia per nulla quello di un tempo, quelle centinaia di ambulanti non frequentano più il mercato del venerdì perché quel mercato è stato distrutto e declassato ad uno degli ultimi in Italia e questo dal punto di vista politico è gravissimo ma alla politica non importa, evidentemente. Da parte nostra restiamo disponibili al confronto perché non si faccia di nuovo un’operazione populista di facciata e non si illudano i concessionari di posteggio con fantasie e supposizioni che servono a certi soggetti solo per distrarre l’attenzione e semmai tamponare con un batuffolo di cotone un problema enorme mentre nel frattempo il rischio chiusura del mercato diventa sempre più reale come realisti siamo noi che rifiutiamo le sceneggiate ed i teatrini dove sul palcoscenico continuano a restare sempre e soltanto i protagonisti negativi di quest’altra brutta storia” – ha concluso Montaruli.
Il caso della “Pompa” della discordia riporta al centro del dibattito il paventato (ri)trasferimento del mercato nella “vecchia” area dello Zaccheria dove si è svolto fino al 2008. Ma questa notizia che sta mettendo in subbuglio la categoria e la stessa amministrazione comunale da quali fonti proviene? Quale credibilità viene ad essa attribuita?
Ad ogni buon conto è bene ricordare che quel trasferimento non venne per nulla condiviso né gradito, neppure dalla popolazione e proprio quel trasferimento ha dimostrato, come già da allora denunciato da UNIMPRESA e dal suo Presidente Savino Montaruli, che avrebbe lasciato molti morti sul campo ma l’Amministrazione comunale proseguì nei suo intento omicida, peraltro senza alcuna forza di contrasto che avrebbe dovuto rappresentare la tutela delle centinaia e centinaia di concessionari di posteggio lasciati abbandonati a se stessi, in balia di interessi “superiori”.
Il risultato è stato che oggi, infatti, sono centinaia le imprese che hanno lasciato quello che era il miglior mercato del meridione, distrutto dalla malapolitica sciattona e forse pure da un Polsindacato inetto che non ha saputo mettere in movimento meccanismi di contrasto efficienti e di tutela, come la legge attribuisce a sindacati cosiddetti storici che si autofinanziano con soldi pubblici per gestire le loro attività e quelle delle loro società di capitali collegate.
A far sentire di nuovo la sua voce è il sindacalista Savino Montaruli che aggiunge: “il destino del mercato di Foggia è stato negativamente segnato e questi dieci anni hanno dimostrato quanto maldestre siano state le scelte dell’allora amministrazione comunale. Abbiamo presentato l’esposto a Sindaco e Prefetto perché il mercato di Foggia rischia ancora oggi di chiudere aggiungendo danni su danni ai concessionari di posteggio ed alla popolazione che vedrebbe venire meno quel potente calmieratore di prezzi e fulcro storico di aggregazione sociale. L’amministrazione comunale, dopo quel mio esposto, ha capito e per calmare le acque agitate sta paventando il ritorno del mercato nell’area dello Zaccheria ma continuerebbe a farlo confrontandosi in modo limitato e limitando il confronto che invece andrebbe allargato e non chiuso solamente ai soliti pochi intimi, spesso compiacenti. Eppure questo è accaduto ancora, l’altro giorno sempre a Foggia”.
Ma il (ri)trasferimento del mercato è davvero possibile?
A rispondere alla delicata domanda è ancora il Presidente Montaruli: “in questi dieci anni sono cambiate in modo sostanziale le norme in materia di commercio sulle aree pubbliche, anche se alcuni fanno finta di non essersene accorti. Oltre ad essere intervenuta l’Intesa Stato – Regioni sulla Direttiva Bolkestein, da noi sempre osteggiata ma caldeggiata dai Polindacati, è stato approvato il Codice regionale del Commercio ed il trasferimento definitivo del mercato può avvenire solo nell’ambito degli strumenti di Programmazione cioè il Documento Strategico del Commercio che non sappiamo se a Foggia abbiano mai pensato di approvare e se contenga questa previsione. Nel caso poi il comune di Foggia voglia trasferire il mercato appellandosi a questioni di “sicurezza” allora dovrebbe giustificare a noi ed al Prefetto come mai si siano create quelle condizioni di “insicurezza” nell’attuale mercato e come mai si sia consentito che ciò abbia potuto accadere. Una vicenda delicata che ci dispiace il Sindaco abbia voluto affrontare con pochi intimi declinando l’incontro con le scriventi, come prevede la legge.”
Ma nel frattempo in questi anni sono venuti meno centinaia di concessionari di posteggio. Cosa comporta questo?
Montaruli: “una beffa enorme e un danno economico, psicologico ed esistenziale di proporzioni enormi. Oltre alla tassazione più elevata d’Italia che si registra per la frequenza del mercato a Foggia, nonostante non sia per nulla quello di un tempo, quelle centinaia di ambulanti non frequentano più il mercato del venerdì perché quel mercato è stato distrutto e declassato ad uno degli ultimi in Italia e questo dal punto di vista politico è gravissimo ma alla politica non importa, evidentemente. Da parte nostra restiamo disponibili al confronto perché non si faccia di nuovo un’operazione populista di facciata e non si illudano i concessionari di posteggio con fantasie e supposizioni che servono a certi soggetti solo per distrarre l’attenzione e semmai tamponare con un batuffolo di cotone un problema enorme mentre nel frattempo il rischio chiusura del mercato diventa sempre più reale come realisti siamo noi che rifiutiamo le sceneggiate ed i teatrini dove sul palcoscenico continuano a restare sempre e soltanto i protagonisti negativi di quest’altra brutta storia” – ha concluso Montaruli.